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La Pubblica Amministrazione dovrebbe dare il buon esempio di etica e di civiltà. Ma a volte, anzi spesso, non è così.

Tutto accade niente di meno che fuori dall'Ufficio Gestione Verde Urbano, a Roma. Un utente, indignato, ha fotografato un cartello esposto fuori dalla porta e lo ha postato su una pagina Facebook. In moltissimi si sono scatenati contro il messaggio contenuto nel cartello, tanto da creare un vero e proprio caso. C'è comunque chi mette in dubbio la veridicità del cartello, e chi crede che sia stata una trovata da parte di qualcuno per sottolineare la maleducazione degli impiegati.

Ecco cosa c'è scritto: «Il pubblico si riceve nei giorni di martedì e venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 previo appuntamento telefonico. L'altri giorni (l'errore è del cartello ndr) dobbiamo lavorare. Si prega d non essere insistenti, altrimenti ci vedremo costretti, anche se contrario alla nostra educazione, a prendervi a parolacce ed insulti».

La replica del Campidoglio: solo una goliardata interna

«Questa mattina ci e' stata segnalata l'esistenza di un incredibile avviso, offensivo nei confronti degli utenti, esposto in un ufficio dell' amministrazione capitolina. In qualita' di vicesindaco e di assessore al Personale, ho predisposto un' immediata verifica: il cartello era effettivamente esposto presso i locali di un servizio operativo di supporto agli uffici di gestione del Verde urbano, spazio che, mi è stato assicurato, non e' aperto al pubblico». Lo scrive su facebook il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri. «Il cartello era una sorta di atto goliardico interno - aggiunge - Ho sentito l' assessore all'Ambiente che mi ha confermato che il cartello e' stato immediatamente rimosso, a tutela dell' immagine di Roma Capitale e della serieta' dei suoi dipendenti, che si impegnano ogni giorno, fra mille difficolta', a fornire il miglior servizio possibile alla cittadinanza. (Da Il Mattino)

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I dati italiani sono i seguenti: Renzi 46,7%, Cuperlo 38,4%, Civati 9%, Pittella 5,1%

E' il giorno dei risultati delle primarie tra gli iscritti al Partito democratico. Zoggia, responsabile organizzazione, comunica i numeri (non definitivi): Matteo Renzi vince nei circoli con il 46,7%. Gianni Cuperlo è al 38,4%, Pippo Civati al 9,19% e Gianni Pittella leggermente sotto il 6%. Man mano che i dati arrivano il quadro dei risultati si fa un po' meno oscuro. Matteo Renzi è in vantaggio e per la prima volta è il suo sfidante Gianni Cuperlo ad ammetterlo.

Il suo comitato ha numeri leggermente diversi: «Dai dati in nostro possesso, su circa 269.140 voti espressi risulta che Matteo Renzi è al 44,6%, Gianni Cuperlo è al 40,5%, Pippo Civati al 9.8% e Gianni Pittella al 5.1. A questi dati mancano Reggio Calabria, Catanzaro, Caserta, Asti, Bolzano, Rovigo dove non si tiene la convenzione provinciale e i dati di Salerno dove noi abbiamo chiesto l'annullamento della convenzione».

Cuperlo non è deluso dallo svantaggio: «A settembre i sondaggi mi davano al 5%, poi ho fatto un balzo ed ero al 14 ed invece ho preso il 40%».

Il caso Salerno. Secondo Davide Zoggia, il voto sospeso a Salerno non può cambiare l'esito: «Non è stato fatto il conteggio sul differenziale che potrebbe portare un eventuale ribaltamento dell'esito del voto di Salerno sull'esito finale della corsa nei circoli dei candidati alla segreteria nazionale. Si tratta di 12 mila voti, il che può certamente impattare ma non cambiare il risultato finale».

In Calabria ,invece, ecco i dati.

A Cosenza, dopo l'elezione alla segreteria provinciale di Luigi Guglielmelli, gli ex diessini, guidati da Mario Oliverio e Nicola Adamo, ottengono per Cuperlo oltre il 48% degli iscritti, mentre Renzi si ferma al 39,8%.

Buono anche il 9% di Gianni Pittella, sostenuto dall'area che fa capo all'ex parlamentare Mimmo Pappaterra e al sindaco di Castrovillari Mimmo Lo Polito. Quest'ultimi, considerato che Pittella non ha ottenuto il pass per accedere alle primarie aperte dell'8 dicembre, hanno già fatto sapere di convergere nella seconda fase sul nome del rottamatore.

In questo modo Renzi supererebbe Cuperlo

Civati (per cui si stanno spendendo alcuni dirigenti come Peppuccio De Vuono e Giovanni Caporale) supera di poco il 3%.

A Reggio Calabria Cuperlo ottiene il 45% e Renzi il 44%. Pittella guadagna un buon 8% . Civati, invece, deve accontentarsi del rimanente 3%.

Anche a Vibo vince Cuperlo con oltre il 58%. Per Renzi, comunque,c’è una buona percentuale di oltre il 37%. Civati e Pittella non riescono a raggiungere nemmeno il 2% dei voti degli iscritti.

A Crotone Pittella raggiunge il 25,6%, Cuperlo ottiene il 25,9% , Civati prende poco più dell’1 % e Renzi arriva quasi al 48%.

A Catanzaro il Caos. Le due parti sono in un guerra dura e senza soluzione.

La Calabria, in sostanza, va contro corrente rispetto all’Italia.

All’8 dicembre, allora!

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Possibile che gli Italiani debbano pagare tutti i carrozzoni pubblici ( come Equitalia), e privati come le tante società di riscossione ( avete già dimenticato la Sogefil) dietro le quali si nascondono gli interessi di lobby finanziarie e politiche , senza potersi difendere in alcun modo? Leggete quanto di seguito :

“Aggio in misura percentuale? Mostruoso. Ma ci si paga l’ennesimo carrozzone di Guido Beltrame

Dopo una prima riduzione all’8% il percorso si è interrotto, tanto che è stato oggetto di un’interrogazione in commissione finanze. Diciamolo subito: l’aggio in misura percentuale è una mostruosità tutta e solo italiana, una vergognosa gabella alla quale è stato dato un nome poco comprensibile: aggio appunto. E’ di tutta evidenza, infatti, che Equitalia non necessita di maggiori sforzi o mezzi al crescere dell’importo da riscuotere; non è che per portare a casa 100mila euro debbano fare il doppio dello sforzo rispetto a quello compiuto per incassarne 50mila, ma l’aggio in misura percentuale funziona proprio così. In un paese civile ci sarebbe un tetto massimo eventualmente da pagare (ma in un paese civile non esiste l’aggio!!), ma parlare di tetti massimi ai burocrati è predicare nel deserto. E non dimentichiamo che, al momento dell’emissione di una cartella esattoriale, il tributo richiesto è già maggiorato di sanzioni e interessi per cui l’aggio è proprio un di più del tutto ingiustificato. O meglio si giustifica solo sotto la voce: mantenimento del carrozzone Equitalia.

Dicevamo, il processo di riduzione dell’aggio si è interrotto. I burocrati grigi e lenti (quando fa loro comodo) del Ministero delle Finanze avrebbero dovuto emanare i regolamenti ad hoc per rendere operativo quanto previsto dalla legge, ma i regolamenti non uscivano da via XX Settembre, i solleciti giunti da più parti rimbalzavano contro il classico burocratico muro di gomma, fin tanto che, durante il question time, il Governo ha dovuto rispondere. Ed ecco il colpo di scena, la riduzione non è possibile perché incompatibile con i conti di Equitalia S.p.A…. Cosa!?! Siccome non riescono a tagliare i costi fissi del carrozzone, si contravviene a una legge dello Stato? Siamo veramente vicini all’ultimo stadio… Viene da domandarsi se al Ministero si siano accorti che in Italia c’è una crisi economica quasi senza precedenti, c’è da chiedersi se in Via XX Settembre abbiano mai avuto a che fare con ristrettezze economiche, tagli (talvolta anche dolorosi), riduzioni di organico, ricerca di maggior efficienza da parte dei lavoratori ecc. ecc.. Facile gestire così le aziende (Equitalia è a tutti gli effetti una S.p.A.), i costi non si tagliano inventando le più ignobili scuse, i vertici (a questo punto palesemente incapaci di gestire l’azienda) continuano a percepire i loro più che lauti stipendi; e non pensiamo solo a Befera e Mastrapasqua con i loro stipendi a sei cifre, ma anche, e soprattutto, alla pletora di dirigenti e affini che palesemente hanno un rapporto stipendio/risultato del tutto ingiustificato.

Dopo tanti proclami di volersi svincolare da Equitalia, moltissimi enti pubblici hanno chiesto una proroga nell’erogazione dei servizi. Ora, un qualsiasi manager che si possa definire tale, avrebbe colto l’occasione per ridiscutere la remunerazione del servizio da parte di comuni ed enti. Mi chiedi una proroga del servizio? Quanto sei disposto a pagare? Così funziona l’economia… E questi geni di Equitalia, invece di farsi pagare di più dagli enti per i quali riscuotono i tributi l’unica cosa che sono capaci di fare è violare una legge dello Stato e non ridurre l’aggio. Cercare di far capire concetti elementari a certi personaggi è del tutto inutile come chiedere loro se conoscono il significato del termine vergogna, parola non contemplata dal loro dizionario.”

Perché la procura della repubblica di Roma non inquisisce i dirigenti del Ministero delle Finanze avrebbero dovuto emanare i regolamenti e non lo hanno fatto?

Ed ecco la giustificazione. E’ il ministro od il Governo che non vogliono? Ad una interrogazione, infatti, è stato risposto che la riduzione “ é incompatibile con i conti di Equitalia S.p.A…”!.

Ma allora Ministro, Governo e parlamento quando approvano le leggi ( Decreto del fare) “non sanno quello che fanno”? o ci prendono per culo?

Insistiamo. Equitalia è da sopprimere! E nessuno di questo Governo è più da votare!

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