E' stata disposta dal gip della procura di Latina la custodia cautelare in carcere per il romeno 21enne Daniel Domnar, che la sera di Santo Stefano a bordo di un auto rubata, ubriaco e sotto l'effetto di alcol e stupefacente ha investito contromano a folle velocità un auto dove era a bordo con la sua famiglia la piccola Stella Manzi, di 9 anni, deceduta il giorno dopo all'ospedale Bambin Gesù.
Le indagini e i rilievi della polizia stradale di Albano avevano appurato accuratamente ogni dettaglio dell'incidente sulla via Nettunense al km 25.300 avvenuto poco prima delle 19.
Ora il pregiudicato romeno, che era uscito dal carcere qualche mese prima in Umbria è ancora ricoverato all'ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dove è piantonato dagli agenti della polstrada di Albano in attesa di essere tradotto in carcere appena sarà dimesso.
Il padre della bambina Alfonso Manzi, fantino presso l'ippodromo di Capannelle, dopo i funerali di ieri della bimba, si era recato questa mattina in tribunale a Latina per incontrare i magistrati di turno.
ROMA - Dovrà risarcire lo Stato per quasi 23 milioni di euro per danno erariale l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi. Lo ha stabilito la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Lazio con una sentenza pubblicata oggi. L'ex senatore, 52 anni, è già sotto processo a Roma per appropriazione indebita per la gestione dei fondi dei Dl (Democrazia e Libertà-La Margherita). Nel settembre 2012 erano stati disposti per lui gli arresti domiciliari nel Santuario della Madonna dei Bisognosi a Carsoli (L'Aquila), dopo che nel giugno dello stesso anno il Senato aveva dato l'autorizzazione al suo arresto.
Dal maggio scorso è libero: il Tribunale di Roma ha ritenute cessate le esigenze cautelari. La cifra esatta di 22.810.200 euro rappresenta quanto l'ex senatore avrebbe sottratto dal 2002, quando fu nominato tesoriere del partito. Lusi è stato citato in giudizio dalla Corte dei Conti «per illecita gestione, in qualità di tesoriere, dei fondi ricevuti dal partito politico 'Democrazia è Libertà-La Margherita - si legge nella sentenza - a titolo di rimborso per le spese elettorali dei partiti politici».
I guai per il tesoriere arrivarono nel 2012, quando la Banca d'Italia segnalò un'operazione ritenuta sospetta, relativa all' acquisto di un appartamento in via Monserrato, a Roma, a due passi da piazza Navona. Le indagini convinsero gli inquirenti che, ricorrendo anche a due società estere, la Ttt srl e la Paradiso, Lusi era riuscito a mettere le mani su circa 23 milioni di rimborsi elettorali, dirottandoli in Canada e poi facendoli rientrare in Italia con lo scudo fiscale. Denaro da impiegare in investimenti immobiliari a Roma, a Genzano, ai Castelli Romani, e in provincia dell'Aquila.
«La decisione della Corte dei Conti è in linea con quanto da mesi il nostro assistito afferma: quei soldi devono essere restituiti allo Stato e non alla Margherita - ha spiegato l'avvocato Renato Archidiacono, del collegio difensivo di Lusi -. Dal canto nostro abbiamo svolto sempre un ruolo di massima collaborazione con la Corte dei Conti, dicendoci da subito pronti alla restituzione di 16 milioni, perchè sosteniamo che gli altri sei erano già stati versati come tasse. La sentenza in questo senso non riconosce la nostra posizione e quindi su questo siamo pronti a presentare appello».
Di diverso avviso il parere del legale della Margherita Titta Madia. «Ritengo che si sia creato un conflitto di giurisdizione con il Tribunale di Roma, che ha invece ritenuto i fondi della Margherita di natura privata e non pubblica - ha detto Madia -. Comunque la posizione di Lusi, alla luce di questa sentenza, potrebbe aggravarsi perchè potrebbe rispondere del reato di peculato, molto più grave di quello di appropriazione indebita che oggi gli viene contestato».30 dicembre Il Messaggero
Siamo a Collegno, prima cintura di Torino.
“Venite, ho ucciso tutti; sono impazzito”, queste le parole che Daniele Garattini, ha detto ai carabinieri prima di lasciare loro la porta di casa socchiusa e di suicidarsi.
Daniele aveva 56 anni, fino a un mese fa era rappresentante di commercio, ma poi aveva perso il lavoro. Responsabile e coordinatore dell'ufficio vendite delle linee bambino 012 Benetton in Piemonte, Garattini aveva perso di colpo il lavoro ed era caduto in un forte stato di depressione.
Ma al dramma della perdita di lavoro univa anche il dolore
L'uomo ha sparato per prima alla suocera, Daria Maccari, 84 anni, mentre dormiva sul divano del soggiorno.
Poi ha inseguito la moglie, Letizia Maggio, 54 anni.
Ed infine la figlia, Giulia, studentessa di 21 anni appena.
Le due donne hanno cercato di proteggersi a vicenda: sono morte una accanto all'altra, colpite da cinque proiettili.
In cucina, le borse della spesa per il cenone di Capodanno ancora sul pavimento.
Nella pistola aveva solo 5 proiettili e li aveva tutti usati. Ed allora ha preso un coltello da cucina e si è pugnalato al cuore.
Di lui racconta un amico, l'ex assessore del Comune di Collegno Gianni Pesce: «Daniele era una persona mite, provata dalla presenza in casa dell'anziana suocera, che doveva assistere (era malata di alzheimer, ndr) . Ma a preoccuparlo era soprattutto il lavoro. Nulla lasciava presagire una simile tragedia».