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giggino pell“Più diventa tutto inutile
e più credi che sia vero
E il giorno della Fine
non ti servirà l’inglese”            

Franco Battiato

Oramai sappiamo che l’ossessione culturale per il fast food ci sta portando a una pandemia di obesità, e una serie di problemi di salute come il diabete, la pressione alta e malattie coronariche. Ma ci sono anche molti indizi che confermano che la quantità di grassi saturi, sale e carboidrati semplici che ingeriamo li paghiamo con la nostra abilità di pensare chiaramente.

Nel tempo, la mancanza di velocità di pensiero e memoria finisce per farci sentire smarriti, specialmente per chi ha superato i cinquanta e si guarda indietro, quando quelle capacità erano molto più affilate. Una ragione in più per stare lontani dall’asporto e cucinare a casa.

Quando non riusciamo a capire come mai siamo finiti a esercitare certe mansioni, sembra giungere inaspettata la sensazione di essere alla deriva. Invece di pianificare il nostro futuro prossimo, ci siamo lasciati andare lungo la corrente su di un “Battello ebbro” come quello del poeta francese Rimbaud che lo scrisse quando aveva solo diciassette anni.

Viviamo la nostra vita ampiamente slegati dagli altri, eccetto che per bisogni specifici, e questo, forse, contribuisce al senso di isolamento – che ironicamente sta aumentando proprio mentre i social network stanno toccando il culmine.

Forse avevamo un piano, ma una scarsa capacità di portare a termine le cose e/o alcuni colpi duri della vita l’hanno cambiato, e così l’uomo si è lasciato andare. Forse molti di noi si sono trovati, senza desiderarlo, alla deriva.

Molti anni fa, nel leggere un nostro grande Meridionale, Tommaso Campanella, avevo avuto la sensazione che Lui avesse individuato che tra noi e gli oggetti c'è un rapporto non solo teoretico ma anche morale. Quando sentiamo la mancanza di qualche valore, spesso tentiamo di reagire colmando il vuoto che è in noi con il possesso di oggetti, quasi che questi potessero sostituire i valori persi. Tuttavia, quando l'oggetto perde la sua funzione simbolica e diventa valore reale in sé, allora subentra l'alienazione, la follia.

L’uomo d’oggi sembra essere completamente alienato dalla sua stessa essenza, forse perché in quello che fa non riesce a vedere nulla di costruttivo, libero e universale, ma si sente un moderno Sisifo, che Zeus, rinchiuse nell’Ade condannandolo a un’eterna e inutile fatica: trasportare sopra una montagna un masso che inesorabilmente ricadeva giù appena toccata la cima. 

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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calamaio scrivereC’è un aspetto importante che va oltre il prendere atto che viviamo in una società di narcisi patologici. Freud, ma anche Jung, sapevano bene che il narcisista per un terapista è quasi incurabile, perché non vede gli altri, e vive in una sorta di delirio dove conta soltanto quello che si fa, il proprio aspetto, e il successo che si riscuote.

Vanità, Illusione. Docili si arrendono al dio migliore.

Vanità è uno " stato mentale ", un "mood" che devi condividere da dentro, è un modo di essere, è amore per la natura e per l’ambiente, è un voler essere sano e bello!

Sulle colline della pre-Sila, che confinano con l’antica Clampetia viveva una lince. Ogni volta che passava vicino ad una pozza d’acqua non perdeva l’occasione di specchiarvisi. “Sono bellissima!” diceva ogni volta tra sé.

“Ho un muso elegante, e le orecchie, poi, sono meravigliose. Nessun gatto ha le orecchie più slanciate e maestose delle mie!” Non si sarebbe mai allontanato dall’acqua, tanto le piaceva ammirarsi in essa. Erano proprio le sue orecchie che la rendevano così originale. Gambe lunghe e snelle, a quelle non badava, perché anche i suoi simili le avevano uguali. Apprezzava quell’ornamento ai lati della testa a tal punto che la rendeva fiera. In caso di disgrazia, avrebbe preferito spezzarsi una gamba piuttosto che rovinarsi le orecchie.

Ma venne il giorno in cui dovette accorgersi quanto fosse sbagliato il suo modo di ragionare. Era l’alba, e la gattona era appena uscita dal suo rifugio notturno per cercare un po’ di cibo. Stava attraversando una radura, quando udì alcuni spari lontani e subito dopo un abbaiare furioso di cani. Stavano arrivando i cacciatori!

Era tutto un fuggi, fuggi generale ed anche la lince si mise a correre per nascondersi nel bosco. I cani intanto, fiutavano la sua presenza, la inseguivano, cercando di raggiungerla. “Presto, gambe mie!” pensava tra sé la gattona. “La mia salvezza dipende da voi! correte veloci!”

Le sue zampe facevano il loro dovere e la portarono velocemente fino al bosco. qui finalmente l’animale poté respirare. Si sentiva ormai al sicuro. “Ora penetrerò nel fitto del bosco” si disse; “mi nasconderò ed i cani non mi troveranno più.”

Mentre era tutta presa dai suoi pensieri, le sue bellissime e lunghe orecchie appuntite si impigliarono in un cespuglio di rovi e lei s’arrestò di colpo. Si udivano i cani abbaiare sempre più vicino. Allora la lince, presa dal terrore, incominciò a scuotersi e dimenarsi per liberare le orecchie impigliate nel roveto fino a strapparsele, prima che i cani riuscissero a raggiungerla.

I cani, una volta raggiunto il roveto, attratti dall’odore del sangue e dalla vista delle orecchie appese, si buttarono a capofitto nel roveto, dove finito di mangiarsi le orecchie della lince, ebbero un bel da fare nel cercare di venir fuori da quel cespuglio di rovi.

La lince sanguinante avrebbe perso la vita se non fosse stata raccolta e curata da un animalista che viveva ai margini del bosco, che la rese anche abbastanza docile e simile ad altri gatti, grazie anche all’amputazione subita. Alla lince è bastato tarpare le orecchie per normalizzare la sua esistenza. Cosa un tantino più complicata quando si osa entrare nella sfera umana.

Per gli esseri umani il narcisismo sembra essere una condizione psicologica, e in questo caso “identitaria”, che caratterizza l’uomo moderno e consiste nella disposizione dell’individuo a vedere il mondo come uno specchio, come una proiezione delle proprie paure e dei propri desideri. Il primo e quasi unico comandamento dei narcisi è “farsi vedere”.

Narciso, nella mitologia greca, si specchia nell’acqua beandosi di sé stesso, e per i narcisi la visibilità viene prima dell’ammirazione, precede il giudizio di valore altrui. Farsi vedere è più importante che piacere. I social network moltiplicano le occasioni per dare mostra di sé. Un tempo, per essere visto, il narciso doveva accontentarsi della passeggiata sul corso della cittadina, al bar del centro, alle feste, ma sui social l’evento è permanente, il flusso di immagini è continuo. Esserci è l’anfetamina del narciso. Si nota benissimo su Twitter, dove i politici tendono a esprimersi su qualunque fatto di attualità: non è importante ciò che dicono, ma essere presenti.

“Guarda nel tuo specchio e di' al volto che vi vedi
che ora è il tempo per quel volto di formarne un altro;
se ora tu non ne rinnovi il fresco aspetto,
inganni il mondo, e una madre privi di benedizione.

…Ma se tu vivi per non essere ricordato,

muori solo, e la tua Immagine muore con te." W. Shakespeare

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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seqwqwqProsegue l’azione repressiva della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, finalizzata al contrasto degli illeciti ambientali perpetrati nella provincia di Vibo Valentia, a tutela del territorio, del mare e della salute pubblica, anche in vista della nuova stagione estiva.

Diverse sono state le attività e gli interventi di Polizia già svolti dalla Task Force ambientale negli ultimi anni, costituita per volontà del Procuratore Camillo Falvo, alla quale partecipano attivamente tuttele forze di Polizia, unitamente alla Guardia Costiera e all’ARPACAL.

A tal riguardo, nei giorni scorsi, i militari della Capitaneria di Porto e della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, congiuntamente a personale dell’ARPACAL, hanno effettuato un accertamento presso un cantiere navale operante nei pressi del porto di Vibo Marina, che ha portato al sequestro dello stesso, a causa delle numerose e gravi irregolarità riscontrate.

Proprio dall’analisi dell’attività di polizia ambientale svolta sul territorio, particolarmente intensa, e che ha portato al sequestro di diversi insediamenti produttivi, è emersa la necessita di alzare ulteriormente l’asticella dell’impegno, ove necessario andando oltre la stretta sfera di competenze dei vari Enti ed Autorità presenti sul territorio e a vario titolo coinvolte, in un’attività di sensibilizzazione congiunta e coordinata, non solo dei cittadini, ma anche dei vari settori produttivi, affinché vengano posti in essere comportamenti virtuosi e rispettosi della normativa in materia ambientale, nell’otticadel necessario complessivo cambiamento culturale in materia di protezione dell’ambiente e del territorio.

L’attività programmata dalla task force ambientale, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Lamezia Terme per le problematiche afferenti l’area ricompresa nel Golfo di Sant’Eufemia,anche quest’anno si inserirà in un piano coordinato che vedrà l’impegno sinergico delle varie forze di polizia - Capitaneria di Porto, Stazione Navale della Guardia di Finanza, vari Comandi e specialità dei Carabinieri -dell’ARPACAL e del costante e prezioso ausilio della “Stazione Zoologica Anton Dohrn”, oltre chedi tutti gli altri livelli istituzionali coinvolti, ciascuno per le rispettive competenze, anche sfruttando i dati messi a disposizione dalle strutture della Regione Calabria.

In questo quadro, in previsione dell’imminente avvio della prossima stagione balneare, l’attività di polizia svolta dalla Task Force ambientale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, procederà incessante, attenzionando non solo l’intera rete di depurazione, ma le modalità di smaltimento dei reflui sia delle strutture turistico-ricettive che delle aziende agricole della Provincia.

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