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turIl Consiglio regionale approva le modifiche alla Legge 8/2008 sull’Organizzazione turistica regionale

REGGIO CALABRIA – Martedì 10 Gennaio 2023 – Verso un metodo di turismo fatto con merito e competenze. Il Consiglio regionale della Calabria, su proposta del Presidente del Gruppo UDC Giuseppe Graziano, ha approvato nella seduta odierna la modifica al testo della legge regionale 8/2008 Sull’Organizzazione turistica regionale. Per la prima volta, nella gestione manageriale delle aziende che offrono turismo, viene introdotta una figura professionalizzata, quella del direttore tecnico di agenzia di viaggio e turismo. Non solo, vengono indicati e meglio circoscritti i criteri di rilascio dell’abilitazione all’esercizio professionale e indicate regole chiare per chiunque, avendone i requisiti, svolge questa attività.

È quanto fa sapere lo stesso consigliere regionale Giuseppe Graziano, promotore e relatore della proposta di modifica alla normativa sull’organizzazione turistica vigente in Calabria.

«Per fare turismo in Calabria – dice Graziano – non bastano le bellezze che la storia e la natura ci hanno consegnato. Il turismo, tra le tante, è una delle sfide strategiche più importanti per la nostra regione che vede impegnato, anche in questo caso ed in prima linea, il governatore Roberto Occhiuto, con una visione chiara, attenta e innovativa di questo delicato settore. È stato proprio il Presidente a ricordarci che per realizzare una vera economia turistica è necessario che questo patrimonio venga promosso e raccontato. Ma prima di questi due essenziali passaggi – precisa il Consigliere regionale - occorre un cammino di consapevolezza che porti alla conoscenza e da lì ad un approccio tecnico e scientifico del racconto. Oggi la fruizione dei beni naturalistici, culturali e artistici della nostra regione è affidata alla buona volontà degli operatori del settore. Serve di più. Occorre metodo e competenza. Avevamo un quadro normativo – precisa Graziano - la L.reg. 8/2008, ormai antico e fuori dal contesto legislativo nazionale. Lo abbiamo rivisto e aggiornato in modo da poter introdurre nella gestione delle imprese del turismo, figure professionali che abbiamo acquisito un background di conoscenza e capacità nella promozione del territorio. Una minuziosa e attenta modifica alla legge regionale voluta pensando ai tanti giovani calabresi che attraverso i loro studi accademici hanno affinato le tecniche del marketing turistico mettendole, però, a disposizione di altre realtà regionali, dove l’organizzazione di questo settore richiede più professionalità. Da oggi – conclude Graziano - anche la Calabria si adegua al quadro normativo nazionale e, di fatto, apre le porte della regione a tanti giovani calabresi che vogliano ritornare a casa cimentandosi nella gestione dell’impresa turistica con metodo e competenza». CMPAGENCY 

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orrore“Se dovessi essere ucciso, Willard, vorrei che qualcuno andasse a casa mia e dicesse a mio figlio…tutto. Tutto quello che ho fatto, tutto quello che lei ha visto. Perché non c’è nulla che io detesti di più del…fetore delle menzogne. E se lei mi capisce Willard…lei farà questo per me…” Dalla sceneggiatura del film ‘ApocalypseNow’.

Un uomo, nel tentativo di barcamenarsi in questo mondo così instabile e per nulla rassicurante, può provare vari metodi per capire, incluso quello di procedere “nella scienza, come nella vita, con il metodo dell’apprendimento per prove ed errori, cioè di apprendimento dagli errori.” K. Popper.

Utilizzando questo metodo, una persona potrebbe, innanzitutto, conoscere come funziona la disumanizzazione, e se necessario cercare di capire la sua importanza.

La disumanizzazione è il processo attraverso il quale l’essere umano perde le caratteristiche che lo definiscono come tale e i diritti  connessi alla condizione umana. Si tratta di un fenomeno diffuso che si verifica in un’ampia varietà di situazioni e contesti ed è piuttosto comune nei gruppi sociali caratterizzati da una dinamica di potere oppressivo.

Alcuni esempi di disumanizzazione sono il trattamento umiliante, lo sfruttamento del lavoro, la sottomissione a regimi come quello iraniano attuale .

Quale futuro può esserci per un regime che uccide i suoi giovani? Le domande continuano a scoppiettarmi in testa, come pop corn mentre il sangue scorre a fiumi per le strade dell’ Iran, ormai da più di 3 mesi. Il regime sa come esercitare il suo potere fatto di torture e terrore. Nessun uomo o donna iraniana dubita della capacità dei pasdaran di calpestare, le urla che sfidano gli Ayatollah .

Ma la tattica della paura non sembra più essere così efficace, tanto è la rabbia dei giovani iraniani.

La morte di una giovane donna, MahsaAmini, a Teheran il 16 settembre, dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per aver indossato il velo obbligatorio in un modo ritenuto inappropriato, ha dato vita ad uno tsunami di risentimento è accumulato in decenni di tirannia. Il risentimento di una gioventù urbana priva di un orizzonte in un paese privo di un futuro costretto a vivere una anacronistica realtà.

Quindi, per dare il via, a tutto questo si dovrebbe anche capire quale ruolo, la disumanizzazione ha avuto in quello che viene considerato il singolo evento più distruttivo nella storia umana: la seconda guerra mondiale con i suoi settanta milioni di persone morte. Molti sono stati bruciati vivi da bombe incendiarie e, alla fine, da armi nucleari. Altri milioni sono stati vittime di un genocidio sistematico. La disumanizzazione (l’arte di non definire gli umani in quanto tali) ha reso possibile gran parte di quella carneficina.

Tutti sappiamo, al di là di quello che si vede nei cinematografi, che è molto difficile, psicologicamente, uccidere un altro essere umano. Quando accade, potrebbe essere utile capire come pochi esseri umani riescono a superare le inibizioni, profonde e naturali che permettono loro di trattare altri esseri umani come animali selvatici, parassiti o predatori pericolosi. Forse la chiave sta proprio in questo, non riconoscere gli umani come umani.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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goccia33Da oltre mezzo secolo la Calabria non riesce a ridurre il divario economico rispetto alle regioni del Centro Nord. Restano ampie differenze nel mercato del lavoro, nella struttura produttiva, nella capacità di esportare beni e servizi. Il ritardo economico si manifesta nel permanere dei flussi migratori. In molti comparti dell’intervento pubblico vi è anche un significativo divario nella qualità dei servizi forniti ai cittadini; in importanti casi ciò ha luogo nonostante la spesa pubblica nel Mezzogiorno non sia inferiore a quella che si riscontra nelle altre aree del paese.

Il flusso di risorse pubbliche verso le regioni meridionali resta ampio, riflette soprattutto il divario tra una spesa pubblica sostanzialmente proporzionale alla popolazione e basi imponibili di gran lunga inferiori in tali regioni. Qualcuno ha suggerito che il Sud si debba guardare in una prospettiva strabica. Si deve leggere nei suoi dati ricorrenti ma anche nei cambiamenti che, nonostante tutto, si manifestano nel corso del tempo che passa.

È imbarazzante vedere le Amministrazioni della cosa pubblica meridionale navigare a “vista”. È imbarazzante guardarle mentre progettano qualcosa e poi scoprire che hanno cambiato idea.

Sotto l'occhio ardente dello Stromboli e l'azzurro del Mare di Ulisse. “Con navi io giunsi e naviganti miei, fendendo le salate onde ver gente d’altro linguaggio, e a Temesa recando ferro brunito per temprato rame, ch’io ne trarro”.

Basta solo guardarsi attorno, osservare le colline, fare magari una passeggiata all’aria aperta per scoprire la peculiarità del paesaggio, a volte selvaggio e incontaminato, colorato dall’argento dei propri ulivi, gli alberi sempreverdi e molto longevi di cui la Calabria avrebbe dovuto fare il suo punto di forza dell’economia regionale.

Oggi, infatti, è ai i primi posti tra i produttori di oli italiani. In Calabria, la produzione dell'olio è da sempre molto importante e curata. Questo perché, fino a qualche tempo fa, era l'unico sostentamento e poi perché quasi tutti hanno uno o più uliveti, mentre chi non ce l'ha spesso s'impegna a raccogliere quelle d'altri facendo a metà col raccolto.

Negli ultimi mesi sono stati posti dei quesiti all’attuale Amministrazione regionale. Quesiti che non hanno avuto nessuna risposta. Il mare di Ulisse inquinato, le facili autorizzazioni che hanno deturpato i centri storici e archeologici, le perplessità sugli uffici comunali del demanio e le assegnazioni dei lotti estivi, i cancelli che ostruiscono l’attraversamento di villaggi turistici. Si potrebbe continuare all’infinito. Questa è l'imbarazzante coerenza di un presidente della Regione che pretende di governare questa nostra terra tramite slogans, frasi fatte e, cosa ancora peggiore, seguendo gli umori “famigliari”.

Naturalmente, chi ragiona così ha la memoria corta. In questo periodo il mio pensiero non può che andare agli indigenti e alla vergogna che i calabresi provano nel vedere questa Amministrazione stralunata che passa il tempo nel presenziare a qualsiasi stupido evento.

“Stiamo lavorando per voi”. La Giunta regionale ha capito che non serve più neanche il loro portavoce Sparaballe, bastano i volti sorridenti dei suoi componenti che quotidianamente appaiono su alcuni siti compiacenti del Web. È imbarazzante vedere un governo regionale che si comporta come una parrocchia, invitando i bambini a rivolgersi a Babbo Natale per ricevere qualche piccolo cadeau! Niente, o quasi, sussidi, perché non sono educativi... e la gente, la gente ha sempre più fame. E la sorridente Giunta cosa fa? Niente, non sa cosa dire e cosa fare, balbetta articoli del regolamento, appellandosi alla facoltà di non rispondere.

In questo degrado socio-culturale, forti degli interessi economici che si vanno addensando sulla zona a causa dell'edificazione selvaggia, si sono insediate con successo le organizzazioni criminali. Periferie e centri storici sono nel Mezzogiorno, accomunati dallo stesso, identico grado di invivibilità e marginalità sociale.

Decadenza di valori tradizionali e difficoltà a rimpiazzarli, individualismo dilagante, stimolazione al successo e difficoltà a raggiungerlo, marginalità economica che diviene marginalità sociale e psicologica: questi i fattori maggiormente suscettibili di condurre alla devianza i soggetti marginali. Dove la mobilità è maggiore e dove di conseguenza i controlli vengono meno del tutto, come nella zona di deterioramento delle città si sviluppano aree di corruzione, di promiscuità e di malcostume.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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