L’annunciata svolta per Rende non c’è stata. Al massimo si è trattato di un vivacchiare assonnato in quel di via Rossini per la maggioranza di centro destra che continua, a fasi alterne, a tenere in vita l’esecutivo Manna.
Tracciare un consuntivo di questo anno che si avvia alla conclusione è finalmente possibile, ed è un consuntivo in negativo che segue performance impalpabili per la città e per i suoi abitanti.
Tutti, ma proprio tutti i problemi sono ancora irrisolti, mentre le soluzioni rintracciate dalla maggioranza gravano ancor più sulle tasche dei contribuenti. L’aumento della Tari (per non parlare del servizio scadente e della puzza di spazzatura che ormai ammorba la città) per i cittadini è solo un aspetto di manovre finanziare di cui ci ricorderemo negli anni a venire. È il caso della rinegoziazione di oltre 270 mutui con la Cassa depositi e prestiti, il cui lascito appesantirà le future gestioni comunali per altri 29 anni (e cioè fino al 31 dicembre del 2044). O ancora la falsa uscita dal predissesto finanziario, coperto con 10 milioni di euro del fondo di rotazione che altro non sono che un nuovo mutuo che il Comune dovrà estinguere entro il 2025. E poi l’innalzamento degli affidamenti diretti fino a 40mila euro per non dover giustificare con nessuno il perché di alcune scelte e di alcune ditte.
Ma non c’è solo l’aspetto finanziario a rendere poco credibile l’azione politica di questo esecutivo. Complessivamente non abbiamo mai riscontrato manovre a favore dei cittadini ma piuttosto abbiamo potuto osservare la messa in pratica di un metodo di lavoro (da noi denominato il “metodo discoteca”) attraverso il quale Manna e i partiti che lo tengono in vita hanno imposto alla città decisioni impopolari, neanche prese da loro, anzi con la politica cittadina sempre prona a scelte compiute altrove, valutazioni di capitale importanza per il futuro di Rende su cui né il Consiglio Comunale né i cittadini sono stati in alcun modo consultati o tenuti in considerazione. Scelte che da novelli “principe” di questa realtà hanno imposto, senza affrontare preventivamente i temi di discussione, il più delle volte di capitale importanza per la tenuta della democrazia nel nostro Comune, in Aula. La storia si è ripetuta uguale a sé stessa nel caso dei trasporti (che tornerà di moda anche nei primi mesi del 2016 con il fantasma della metro leggera che si aggira per l’area urbana), così come nel caso della Sanità (che temiamo possa ripresentarsi bruscamente senza preventivo e necessario dibattito in Aula).
Per non parlare poi dell’ambiente e della sua tutela. Anche qua, come nel caso Legnochimica, l’esecutivo ha preso e perso solo tempo, e solamente le nostre azioni di forza, come la messa in mora inoltrata nel giugno 2015 che ha portato il sindaco – finalmente – a denunciare la società in liquidazione per omessa bonifica pur di non incorrere egli stesso in una denuncia, hanno messo in moto alcuni meccanismi di una macchina politica amministrativa completamente intorpidita.
Ma cosa si sta facendo per le periferie abbandonate a sé stesse? E per l’isolamento sociale e culturale del centro storico? Nel migliore dei casi qualche inaugurazione, qualche convegno, qualche passerella istituzionale, qualche spennachiato albero di Natale. Tutte cose che lasciano il tempo che trovano, che sono già state spazzate via dal presente di questa città.
Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Rende