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gigino2020Una mattina vorrei svegliarmi e leggere su un Quotidiano:

“ Un duro colpo alla corruzione ed al malaffare tra esponenti della Pubblica Amministrazione locale e dell’imprenditoria è stato inferto congiuntamente dalla Guardia di Finanza, dalla Polizia e dai Carabinieri. Scoperto un collaudato sistema corruttivo: imprenditori “amici”, grazie all’aiuto di dirigenti e tecnici comunali riuscivano ad avere ‘canali privilegiati’, bypassando le norme che regolano gli appalti pubblici ed eludendo i controlli.”

Amantea, una storia moderna. Anzi, modernissima ed antica allo stesso tempo. Antica, perché questa Terra era Magna; nell’era moderna ha subito il dominio Savoiardo fin dal 1860 . Attuale, perché completamente figlia di quest’epoca disgraziata ed annichilita. Questo scritto era nascosto da qualche parte, e oggi è venuto fuori quasi di getto, senza una specifica ragione, perché la mia pazienza, nei confronti di tutti coloro a cui è rivolta la lettera, è finita.

Scrivo a Voi, Cittadini di Amantea e della Calabria tutta. Il pensiero soggettivo del benpensante è un pensiero inutile finché resta un pensiero soggettivamente pensato, nutrito e, nel giro degli amici e dei conoscenti, limitatamente espresso e condiviso. E’ solamente melassa, è un livore, un borbottio, un’ebollizione di cattivi umori che contribuisce a rendere l’aria che si respira ancora più pesante e cattiva, perché ragionandoci sopra, chi più sa e più vede, se poi non muove un dito per cambiare le cose, offre agli altri solo l’occasione di accorgersi di mucchi di merda che non aveva ancora notato.

Ciò che oggi mi preme è di mettere in mostra è la condotta di una intera città. Sono cosciente, come mi è stato più volte ricordato, che le parole che scrivo e indirizzo a Voi tutti, Cittadini di Amantea e della Calabria, servono a molto poco. Ciononostante, vi incito ad avere Coraggio, nel liberarvi dalla cappa dei soliti noti, che un tempo vi promettevano pane e lavoro al costo della perdita della vostra libertà ed oggi perseverano .

Liberatevi da persone che non hanno mai lavorato nella loro vita. L’unico lavoro che hanno fatto e che si tramandano da padre in figlio è fare il “politico” con la “p” molto minuscola. Sì, sono riusciti a creare una loro professione. Sono riusciti a creare una generazione di governanti ereditieri. I violini e i loro consociati orchestrali, succhiano alla mammella pubblica già da oltre un secolo e non intendono mollarla.

Perché lavorare, quanto si può, non facendo niente, guadagnare un bel malloppo? Il potente di turno ha saputo creare parchi urbani di cemento, eventi estivi e salvaguardato il centro storico. Ha fatto ingabbiare opere inutili e incomplete. Ha lottizzato terreni a favore della congrega. Ha elargito beni demaniali con lo scopo di accaparrarsi voti e favori del beneficiario. Ha fatto costruire un cavalcavia che non è un cavalcavia. Vuol costruire ponti che portano verso il nulla.

Denigra una parte dei suoi quartieri relegandoli al degrado ambientale e sociale. Ha creato parcheggi a pagamento esiliando quelli “gratis” al confine della Terra. Fa di tutto per compiacere gli imprenditori amici, l’impresa o chicchessia, senza che ve ne sia un vantaggio collettivo. Ma voi, cittadini di questo paese, che tacitamente i governanti li avete scelti, illudendovi di liberarvi dalle responsabilità, avete più colpe di quanto pensiate.

Anche se questi miei scritti servono a distrarvi un po’, voglio che sappiate che io Amo questo paese. Lo amo a tal punto da non rinunciare al più importante scopo che è quello di far risvegliare le coscienze dei giovani. Ricordare loro che il futuro dovrebbe essere nelle loro mani. L’incertezza del loro futuro inficia la crescita del paese nella sua totalità. Scrivo ciò perché non credo che ad Amantea come in tutta la Calabria ci siano giovani che vogliono essere succubi di una democrazia sociale degradata dalla logica dell’ereditarietà.

Dalla logica della sudditanza. Dalla logica dell’affarismo. Dalla logica del malaffare. Vi sono catene che bisogna spezzare: le maglie della sudditanza; la maglia del potere dei colletti bianchi: quella classe burocratica che guadagna tanto quanto pesa, nascosta nella complicità tra burocrazia e politica, calpestando persino gli obblighi legali di trasparenza; la catena del bisogno; dell’ignoranza; del mal governo; del clientelismo; degli sprechi; delle caste partitocratiche; del potere e dell’arroganza; della paura che incutono nei cittadini gli atteggiamenti di questa classe di prepotenti , costringendo i Cittadini ad allontanarsi sempre più dalla vita politica della Città.

Cittadini che hanno creduto e continuano a crederlo che questi signori volessero ridare diritti certi e non favori spacciati come regalie che si devono onorare con il voto vita natural durante. Ingenuamente hanno creduto che sarebbe stato possibile iniziare un cammino di democratizzazione sociale .

Oggi, alcuni di Voi, però, hanno cominciato a rendersi conto che le persone che riempivano le piazze con le loro menzogne sulla forza della legalità, della trasparenza, della libertà, della solidarietà, della partecipazione popolare, della Liberal- Democrazia, sono in realtà le guardie dell’affarismo, del potere fine a stesso, dell’egoismo con il quale calpestano diritti e Valori di convivenza sociale . No, non si può volere essere come loro. I Vostri principi, i Vostri valori, cari Amanteani, devono essere altri e alti.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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gigino2020Mi accorgo che nei precedenti scritti ho dimenticato di precisare chi siano i rapaci necrofagi a cui mi sono sempre richiamato; “ça va sans dire” direbbero i cugini francesi, in quanto non dubito che essi siano facilmente identificabili, da tutta la collettività, in quei sciagurati parassiti che si esibiscono ogni giorno sul misero palcoscenico della politica, rappresentato tristemente da uno squallido palchetto, ciechi e sordi nei confronti dei diritti degli interessi del popolo che sfruttano e ricattano per un misero boccone!

Il potere di tale organizzazione perversa risiede nel suo potere economico e poi nel condizionare la piccola politica di questa meravigliosa Regione. “Politici” interlocutori asserviti al vero potere nella misura in cui riescono a mantenere il controllo del consenso, cosa che deriva dalla grande capacità di essere presente nella realtà economica attraverso uomini di fiducia o addirittura attraverso veri e propri affiliati al malaffare calabrese e non solo.

Queste riflessioni riguardano non solo la Calabria, di cui fa parte Amantea, ma forse l'intero territorio nazionale. Vorrei parlarvi di storie nascoste e talvolta bugiarde. Di grandi menzogne, comode come pantofole, che, stante il presente dissesto, consente di fomentare nuovi e quanto mai preoccupanti forme di atteggiamenti violenti, fra il resto della Penisola e il Sud. Tra sottoproletariato urbano e migranti.

Amantea potrebbe essere il luogo dove poter discutere le drammatiche iniquità socio-economiche di cui questa città è vittima praticamente da quando il Mezzogiorno è diventato Sud. Uno scomodo risuonar di voci, talora dissonanti, come in un crocicchio di strade sterrate fiancheggiate da secolari muretti a secco, testimoni plurisecolari di storie antiche e attuali.

E’ evidente come il peggior nemico di Amantea – malavitosi e ricattatori a parte – sia chi perpetua e consente lo sfruttamento quasi coloniale di questa bellissima terra, usata ora come discarica abusiva di rifiuti umani e tossici, ora come clientela e deposito di voti, nella quasi totale assenza di progettualità d’ampio respiro. Un potere malvagio e senza un briciolo d’amore per la città, ma anche cittadini inerti. In sudditanza pressoché totale agli interessi economici di altri tessuti produttivi.

Lo stesso nemico, di questo territorio bagnato dalle acque dell’Ulisse Mare è chi – ora nel nome del progresso, ora della crescita – alimenta lo sfruttamento scriteriato dei cittadini, succhiandone linfe vitali. Cittadini-complici di questo orrore, che si lasciano sedurre dalle sirene populiste di rapaci ladri di voti, che hanno sempre avuto gioco facile nell’erodere e sottrarre la sovranità a chi non ha mai saputo valorizzarla degnamente.

In questo fragoroso silenzio di coscienze sopite che opprime o scoraggia i giovani, non solo i giovani, costretti a vincere resistenze occupazionali indicibili, accettare lavoretti capestro nelle cooperative, combattere i pregiudizi e l’abbandono; o, in estrema ratio, ad emigrare, quando l’energia del disgusto supera, finalmente, quella del desiderio di restare.

Solo un meridionale che prenda coscienza del proprio passato e delle potenzialità del proprio territorio potrà evitare le oscene svendite del proprio patrimonio storico-culturale agli sciagurati acquirenti della dignità sottocosto di sudditi narcotizzati.

Attingendo slancio ed energia da un tempio laico e sacro di esempi memorabili. I miserabili - Così funziona il Sud. Adotto questo titolo come omaggio Come “I Miserabili” usciti dalla penna dello scrittore Victor Hugo., i nostri abietti, , sono le vittime del potere, le vittime dell’ingiustizia e della giustizia di chi comanda, le vittime di un mondo alla rovescia.

Ci sono, è inutile negarlo, i buffoni, gli sparaballe e gli sfaccendati che si adattano a fare i miserabili piuttosto che darsi da fare per cambiare le cose. Questi sono anch’essi un insulto verso chi è rimasto vittima di un sistema che, per l’avidità di chi ha pensato solo ad arricchirsi, si trova ora doppiamente penalizzato solo perché stritolato dalle mire politiche di plutocrati senza scrupoli.

Li rivedo tutti, questi poveri diavoli, come quando ero un ragazzino, silenziosi sotto il palchetto di Piazza Commercio, oggi come allora, speranzosi che qualcosa arrivi dall’alto a modificare le loro vite in questa valle di patimenti!

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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banconota 50Alcuni anni fa Candia e Francisca e Candia, sua figlia, ogni giorno venivano nel mio paesello, San Pietro in Amantea, a vendere il pesce fresco pescato nel mare di Amantea. Giravano per le vie del paese gridando a squarciagola:- China vo li pisci frischi da Mantia, 50 lire nu quartu!- Questo ieri. Oggi, invece, a Bari chi vuole il voto deve pagare 50 euro. China vo luvotu, 50 euro deve sborsare, così pare dicessero gli elettori e le elettrici baresi prima che entrassero nelle cabine elettorali in occasione delle elezioni comunali, regionali e nazionali. Cosa è cambiato? Poco o nulla. Al posto delle sarde e delle alici freschi a Bari si vendevano e si compravano i voti. Chi se ne è avvantaggiato? Secondo gli inquirenti il Pd di Elly Schlein, la quale ora è moto arrabbiata e risentita: -L’accusa è gravissima, il Pd non tollera voti sporchi o comprati-. Oggi dice questo, ma ieri? I voti il Pd li ha comprati eccome, e molti suoi esponenti hanno fatto carriera. Ma andiamo con ordine.

Stamattina appena svegliato ho acceso il computer e ho incominciato a leggere i giornali nazionali quotidiani. Le prime pagine riportavano a caratteri cubitali gli arresti a Bari, lo scandalo elettorale, i voti comprati, gli arresti eccellenti, le dimissioni di un assessore della Giunta Regionale Pugliese, Conte che rompe il campo largo e non partecipa domenica al voto sulle primarie per scegliere il candidato Sindaco di Bari. Ho poi preso un libricino che mi era stato regalato quando insegnavo nelle scuole elementari: Costituzione della Repubblica Italiana, e mi sono soffermato a Pag. 21, Art. 48:- Il voto è personale ed uguale, libero e segreto-. Ma leggendo i giornaloni di oggi, però, e sul grave scandalo nella Regione Puglia, mi è sorto un dubbio. Ma davvero in Italia specialmente in alcune regioni del sud il voto elettorale è libero e segreto? Stando a quanto è successo a Bari e dintorni non è proprio così. Nella Puglia fino ad ieri i voti elettorali si compravano. Ad ogni elettore 50 euro per un voto e 10 euro per i giovani che accompagnavano ai seggi elettorali chi andava a votare. Una bombola di gas per una preferenza sulla scheda elettorale. Consenso elettorale, quindi, costruito sul denaro, sulla promessa di un posto di lavoro, di una poltrona nei palazzi che contano. Mi ha stupito che al mercato elettorale un voto in quel di Bari e dintorni valga appena 50 euro, una somma esigua. Cosa puoi comprare con 50 euro? Puoi fare la spesa per una settimana e poi? Nulla. Ma da questa compravendita di voti alcuni candidati ci hanno fatto fortuna. Hanno occupato posti nei consigli comunali e regionali, sono diventati assessori e sindaci, hanno occupato posti importanti nei palazzi della politica e in quelli delle aziende pubbliche, posti che sarebbero dovuti andare a persone più qualificate e competenti e meno corrotti. Della compravendita di voti, pare, sia coinvolto il Pd pugliese. Un assessore in carica si è già dimesso. Sarà la magistratura a fare chiarezza, a me spetta soltanto riferire quello che hanno scritto i giornali e quello che dicono i politologi nei vari talk show. Sono rimasto sorpreso? Non tanto. Queste truffe, questi scambi di voti, queste compravendite sono sempre esistite. Me ne sono accorto tanti anni fa quando venivo nominato Presidente di seggio nelle varie elezioni. Vi ricordate, amici lettori, quello che combinava il Comandante Lauro a Napoli in occasione delle elezioni amministrative? Dava ad ogni elettori una scarpa destra prima che si recasse alle urne e consegnava la sinistra soltanto dopo il voto. Ma allora c’era fame e miseria e la pasta e le scarpe che distribuiva il Comandante erano davvero necessari per campare. Ma oggi? Pur avendo tutto ancora oggi si vendono e si comprano i voti. I pesci, no. Sono diventati merce rara e costosa. Ci siamo scandalizzati per le scarpe e i pacchi di pasta distribuiti a pioggia dal Comandante Lauro, ma non ci siamo scandalizzati degli 80 euro di Renzi in occasione del voto europeo e del reddito di cittadinanza di Conte e di Di Maio. Ve li siete dimenticati? Io no. -Abbiamo abolito la povertà- gridavano i grillini affacciatesi dal balcone di Palazzo Chigi. Non erano quelli voti di scambio regolarmente legalizzati? Non erano una truffa?

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