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apostolico1Caro direttore, niente polemica, espongo solo i fatti e a Lei l’ultima considerazione. Un giudice del Tribunale di Catania, la dott.ssa Apostolico, non ha convalidato il fermo di tre migranti tunisini trattenuti nel Cpr di Pozzallo. E’ scoppiata la polemica e ha acceso un dibattito politico. Sui giornali e sui talk show serali si parla abbondantemente fino alla noia di questa vicenda. La decisione è stata subito criticata e contestata dagli esponenti politici di centro destra i quali stanno preparando il ricorso. Gli esponenti di sinistra, invece, difendono il Magistrato Apostolico. Matteo Salvini, leader indiscusso della Lega, non ci sta e ha postato un video del 25 agosto del 2018 nel quale si vede benissimo il Magistrato Apostolico che manifesta in piazza, andando avanti e indietro davanti alle Forze dell’Ordine schierate, insieme ad esponenti facinorosi contrari al Governo Conte e al Ministro Salvini in particolare, per chiedere lo sbarco immediato degli immigrati che da 10 giorni sono tenuti in ostaggio sulla nave Diciotti. La folla inferocita sputa, spinge, urla in faccia alla polizia frasi volgari e offensive come “assassini” e “criminali”. Il magistrato resta impassibile, va avanti e indietro, non interviene e non cerca di calmare gli esagitati agit-prop. Mi domando:- Può un Magistrato scendere in piazza e abbandonare il proprio ufficio e contestare le decisioni prese dal Governo in carica?- Per i moderati non può. Non spetta ad un giudice contestare le decisioni prese dal Governo. Deve solo applicare la legge, Punto. Per la sinistra, invece, un magistrato può scendere in piazza. E’ una persona libera e può liberamente manifestare le sue opinioni. E poi non è bello indagare sulla vita privata di una persona postando la sua immagine su un video di 5 anni fa. La sentenza della dott.ssa Apostolico fa ancora discutere e litigare, la sua partecipazione alla protesta di Catania in piazza che per me è più grave è da condannare. Perché il giudice non dovrebbe compiere nessuna posizione politica, dovrebbe essere imparziale. Non dovrebbe trasformarsi in attivista e partecipare alle manifestazioni di piazza. Non dovrebbe, questo io lo penso e lo scrivo. Poi, però, vedo che in Italia il magistrato può fare tante cose. Ed io dico che è scandaloso. Non solo scandaloso, ma indecente, indecoroso che un magistrato molto influente vada in piazza con degli squallidi personaggi che urlano slogan vergognosi contro uomini e donne in divisa che rischiano la vita per difenderci. Fa impressione, mi creda. Sono amareggiato e sconvolto. Il magistrato deve non solo apparire indipendente, ha l’obbligo di esserlo. Ma loro, quando conviene, si appellano agli articoli 17 e 21 della Costituzione:- I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero -. Ma, caro dott. la manifestazione non era pacifica e poi la Apostolico era un magistrato e non una servetta, un operaio, un maestro o una casalinga. Ora le opposizioni vanno all’attacco. Salvini non doveva diffondere quel video. Si chiedono:- Chi ha conservato quel video? Chi ha filmato il giudice? C’è stata una identificazione? C’è stata una schedatura? Ma cosa ci azzeccano! Puerile la versione del giudice:- Ero lì per evitare scontri-.

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gigino nuovoAi giorni nostri, per molti aspetti simili all'epoca in cui si sperimentava un profondo senso di sfiducia verso la vita, il progresso e la ragione, in cui il la mediocrità umana ha avuto il sopravvento su ogni ideologia e il relativismo ha prevalso in ogni strato sociale, il rapporto fra persone di età diverse si è sensibilmente modificato.

Non c'è più il contrasto d'identità visto che i più anziani e quelli più giovani sono consapevoli del crollo di ogni ideologia assoluta; c'è però una certa incapacità di comunicare, dovuto soprattutto al profondo gap socio-culturale. In questo clima, tipico di una società fortemente fondata sul conformismo, dove non saper twittare è considerata una nuova forma di disabilità, essere “diversi” rischia allora di diventare pericoloso perché incute paura e la paura, se non la si guarda in faccia, scompagina l’esistenza.

Se interagire nella società è un bisogno naturale dell’essere umano, il suo opposto, ossia l’isolamento sociale, desta spesso preoccupazioni ed allerte, soprattutto se a praticarlo sono adolescenti e giovani adulti.

L’attuale è un’epoca in cui le conoscenze e le istanze hanno un’evoluzione tumultuosa e non basta più ripetere e fornire buone esecuzioni, ma scoprire ciò che non si conosce e ampliare ciò che già si sa.

Gli esseri umani dovranno fare uno sforzo enorme per far finta di non capire che l’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione delle persone dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dai megalomani e presuntuosi, capetti delle amministrazioni politiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.

Nel circo globale a comandare sono i saltimbanchi, innaturali e incapaci di un sorriso, e di far ridere. Gli stranieri, i colleghi, la vicina di casa, lo sconosciuto sul tram, il tizio che ti taglia la strada. Tutto sembra dar fastidio.

Siamo tanti, forse troppi e il contatto con gli altri può diventare un fastidio. E non solo gli sconosciuti, a volte anche i genitori, i figli e addirittura il partner fanno venire voglia di rinchiudersi in un manto protettivo di solitudine. A tale proposito, si dice che la solitudine può insegnarci più cose rispetto a qualsiasi compagnia. Anche se siamo creature sociali e abbiamo bisogno dell’interazione per crescere e imparare a vivere. Spesso la solitudine è il prezzo della libertà, ma non per questo deve essere considerata negativa.

L’interesse del potere costituito è che l'individuo si uniformi agli altri, abbia gli stessi gusti e le stesse aspirazioni degli altri e solo in questo modo diventa facile ingabbiarlo nel vortice della schiavitù: Lavorare, Guadagnare, Consumare. Perseguendo questo stile di vita imposto dall'alto, si arriva a fine giornata senza il tempo e le risorse necessarie per "pensare" a cosa fare, oltre a ribellarsi, come suggerisce l’amico Alfonso Lorelli, per concepire un altro futuro..

Gigino A Pellegrini e un G elTarik

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luna666Mi coricai, tutto fasciato dall’ immensa follia della Via Lattea, all’ombra di un muro, e subito venne meno il chiasso di una rotonda sul mare. Non riuscivo a dormire, così mi sembrava, poiché il mio corpo spossato sussultava ad ogni istante alle punture delle stelle velenose che assalivano il mio corpo. Forse erano Spitfire dell’ultima guerra travestiti da gigantesche zanzare.

Anche il più ossessionato degli avventurieri, sempre alla ricerca dell'ingrandimento e di terre inesplorate, dovrà fare i conti con la felicità, con la pallida fiamma dopo momenti intensi, ma non consumati, una pallida fiamma che ricorda l'alba più dei tramonti infuocati di paesi tropicali. Albe che ho percepito e desiderato nei momenti in cui venivano catturate nelle infernali celle dell'espiazione. Albe ormai schiave dell’anticiclone africano.

Il grande Mare che ogni mattina mi saluta, è uno, eppure è tante cose. È un’unità organica, eppure è un insieme, una molteplicità di onde, suoni, colori, sensazioni ed esperienze.

Questa bocca non ha mai venduto menzogne,

né si è camuffata mentre stavo ai piedi degli dei:

queste mani non hanno lanciato altri che Zuby

nel mare di Ulisse.

Normalmente nel guardare il nostro Mare, lo sguardo diventa come un ramo, un cavo teso e al quale sia l'occhio che l'oggetto osservato reciprocamente si appoggiano mentre il tempo che scorre via fa da sostegno ad un intreccio di questa fattezza. Questa disposizione d'animo racchiude in sé qualcosa di dolorosamente dolce.

C’è qualcosa, in questo retrogrado e poco motivante mondo, che proprio non va. Qualcosa che gira male, qualcosa che impedisce lo sviluppo e la crescita positiva dei più giovani. Qualcosa che genera una preoccupante demotivazione. Qualcosa che favorisce un frustrante sistema anti-uomo. Qualcosa che sta minando il nostro Sacro Mare che instancabilmente bagna i miei lidi.

Il mio malandato cuore era ancora pieno di una sudicia paccottiglia: code di fagiani maschi sfarzose e multicolori, donne, insieme a tristi formiche non ancora scacciate dal mio piccolo cervello. C’è un gran bisogno di matti! vogliono dei pazzi!... Andiamo a liberarli!

Mi sono visto costretto a richiamare l'analista oracolare, un sognatore piagnucoloso, uno sconsolato idealista, un questuante di momenti intensi. La disciolta, dispersa rivoluzione venne messa, sui roghi sacrificali dei desideri, insieme al progetto di una nuova vita in un nuovo Mondo.

"Luna mercurina tutto il ciel ruina"

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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