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bonus-3000-euro-per-le-famiglie-un-sostegno-per-i-figli-In un periodo di crescenti difficoltà economiche e di incertezze, il governo italiano ha messo in atto una serie di misure volte a garantire un supporto tangibile alle famiglie italiane. Al centro di questa iniziativa vi è l'introduzione del bonus dipendenti di 3000 euro per i genitori con figli a carico. Una misura che, se correttamente applicata, ha il potenziale di offrire un sollievo significativo a molte famiglie in tutta la penisola.

Una risposta alle esigenze delle famiglie

Il tessuto sociale italiano è da sempre caratterizzato da una forte attenzione alla famiglia, intesa come nucleo centrale della società. Tuttavia, tra crisi energetica e inflazionaria, le sfide economiche degli ultimi anni hanno messo sotto pressione numerosi nuclei familiari, rendendo sempre più difficoltoso garantire un tenore di vita adeguato e affrontare le spese quotidiane. In risposta a questa situazione, il governo ha deciso di intervenire con una misura concreta: un bonus che può arrivare fino a 3000 euro per ciascun genitore lavoratore con figli a carico.

Se ciò non fosse abbastanza allettante, c'è un'ulteriore buona notizia: nel caso in cui entrambi i genitori lavorino e abbiano figli fiscalmente a loro carico, l'importo può raddoppiare, arrivando a un massimo di 6000 euro. 

I requisiti per ottenere il Bonus

Per accedere a questo beneficio, è necessario che i lavoratori dichiarino al proprio datore di lavoro l'intenzione di usufruirne, fornendo anche il codice fiscale del figlio a carico.

Ma non solo, è fondamentale che il reddito del figlio non superi i 2.840,51 euro, o 4.000 euro nel caso di giovani fino a 24 anni.

Come funziona il bonus e quali sono le agevolazioni?

La genesi di questo bonus trova le sue radici nel decreto lavoro, dove il governo ha sentito la necessità di offrire alle famiglie italiane uno strumento efficace per far fronte alle spese correnti e risparmiare. Ma come si traduce questa misura nella pratica?

Secondo quanto delineato dalla circolare dell'Agenzia delle Entrate, il bonus non rappresenta un trasferimento diretto di denaro. Piuttosto, viene erogato sotto forma di agevolazioni che possono essere applicate a specifici beni e servizi, come buoni spesa, buoni benzina e contributi per utenze domestiche come luce, gase acqua. Questa scelta offre una doppia garanzia: da un lato, assicura che il bonus venga effettivamente utilizzato a sostegno della famiglia; dall'altro, evita eventuali abusi o utilizzi impropri.

Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione a determinate restrizioni. Alcune voci di spesa, come le rette scolastiche e le vacanze studio, non rientrano nel perimetro del bonus. Di conseguenza, è essenziale che le famiglie si informino accuratamente prima di fare domanda, onde evitare disguidi o false aspettative.

Quando scade il bonus?

L'introduzione del bonus figli a carico rappresenta una chiara dimostrazione di come il governo stia cercando di rispondere alle crescenti esigenze delle famiglie italiane. Tuttavia, come per ogni misura di sostegno, è fondamentale avvicinarsi con un'attitudine proattiva e informativa. La scadenza del 31 dicembre per la richiesta del bonus invita tutte le famiglie interessate ad agire tempestivamente

Al di là della pura dimensione economica, questa iniziativa può essere vista anche come un segnale di quanto le famiglie siano considerate una risorsa preziosa e centrale per il futuro dell'Italia. In un'epoca di rapidi cambiamenti e sfide inattese, avere una rete di sostegno solida e affidabile può fare la differenza. E in questo contesto, il bonus figli a carico potrebbe rappresentare un passo significativo nella giusta direzione.

Fonte: Studio ProntoBolletta

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FassinoAlla Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica si discute soltanto di decreti legge, di bilanci, di reddito di cittadinanza? No. Si parla anche di stipendi. Dei lavoratori italiani che si alzano la mattina alle 5 e ritornano a casa alle 5 di sera e percepiscono uno stipendio di circa 1400 euro al mese? No, si parla dello stipendio dell’On. Pietro Fassino, deputato del Pd ed ex Sindaco della città di Torino, che ha fatto molto scalpore e che ha fatto discutere: 4.700 euro al mese non è uno stipendio d’oro. Se non è d’oro quello dell’On. Fassino, quello dei docenti delle scuole italiane che è all’incirca di 1400 euro al mese cosa è? D’oro non di certo, neppure d’argento, neppure di rame. E’ di un metallo non certo prezioso che consente, però, alla categoria di vivere onestamente facendo enormi sacrifici per arrivare alla fine del mese. L’On. Fassino, mentre alla Camera si discute di bilancio, prende la parola e mostra il cedolino del suo stipendio mensile del mese di luglio di quest’anno dichiarando che la sua indennità mensile è di 4.718 euro. Caro Fassino, non dica fesserie. Ha mentito. Lo stipendio dei Deputati e Senatori supera abbondantemente 10 mila euro netti mensili. Il suo intervento criticato finanche dal suo segretario nazionale del partito ha scatenato un’ondata di polemiche. Lo sanno tutti che i Deputati e Senatori godono di privilegi immensi, sono una classe di privilegiati e percepiscono stipendi d’oro, con diarie e rimborsi vari, con viaggi gratis in treno ed in aereo. E alla buvette il prezzo del pranzo è ridicolo, quanto il prezzo di un panino con mortadella dei comuni mortali in una salumeria di provincia. Non ce la fa l’On. Fassino con questo stipendio da fame arrivare alla fine del mese? Come farà a mangiare? Come farà ad andare in ferie? Che vada alla Caritas, lì troverà senz’altro un piatto caldo. Aiutiamolo! Facciamogli una colletta. Io ci sto. Aiutare chi soffre, chi ha fame, chi ha bisogno, è sempre un nobile gesto. Grandissimo Fassino, Deputato in carica da diversi anni, ex Sindaco della città di Torino, Presidente di varie commissioni parlamentari. Lei ha avuto il coraggio di sventolare il cedolino del suo stipendio davanti alle telecamere e alle facce sbalordite dei parlamentari quando nello stesso giorno e nello stesso tempo oltre 250 mila italiani, davvero alla soglia della povertà, hanno perso con un SMS inviato dall’Inps il reddito di cittadinanza. Caro Onorevole, ha visto la busta paga di un operaio metalmeccanico che un tempo non troppo lontano votava per il Partito Comunista Italiano, il suo ex Partito, ed era iscritto al sindacato della CGIL? Per non parlare degli insegnanti, dei lavoratori agricoli, dei muratori, degli impiegati, dei giovani che quando lei va in questi giorni in vacanza le garantiscono un soggiorno tranquillo in hotel, nei bare nei ristoranti percependo 3 euro lordi l’ora? E poi quando l’estate sarà finita, settembre è alle porte, si troveranno senza lavoro, senza stipendio, senza nulla portare a casa per mangiare e bere. Mentre, Lei, On. Carissimo, continuerà a percepire il suo lauto stipendio da parlamentare anche se la Camera è chiusa per ferie. Che poi sia d’oro, di incenso o di mirra lo faccio decidere ai miei 15 lettori.

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pd 5 stelleL’altro giorno ho letto un famoso proverbio africano che mi ha fatto molto riflettere. Leggendo i giornali delle ultime settimane questo proverbio calza a pennello a quanto sta succedendo in Italia. Fiumi di inchiostro, pagine piene di livori sulle vicende del figlio del Presidente del Senato La Russa accusato di stupro, sui Ministri Santanchè e Dalmastro iscritti sul registro degli indagati, e Giorgia Meloni, il nostro Presidente del Consiglio, che non centra affatto con le vicende giudiziarie dei Ministri interessati e con le vicende private e familiari del Presidente del Senato, costretta a difendersi dagli attacchi provenienti dalle opposizioni e dai mezzi di informazioni, a maggioranza a lei ostili. Il famoso proverbio africano recita pressappoco così:- Ogni mattina in Africa , quando sorge il sole, la gazzella si sveglia e sa che per sopravvivere e non essere sbranata dovrà correre più in fretta del leone- E così anche il nostro Presidente del Consiglio, ogni mattina se vuole sopravvivere, se non vuole essere sopraffatta dagli attacchi dell’opposizione, dai magistrati politicizzati, a volte anche dal fuoco amico, dovrà correre anche lei come la gazzella del deserto africano. Il 25 settembre dello scorso anno la coalizione di centro destra ha vinto le elezioni nazionali, ha vinto le elezioni regionali e comunali, gode della fiducia della maggioranza degli italiani, e malgrado ciò, ogni santo giorno c’è qualcuno che chiede le sue dimissioni e quelle di qualche Ministro solo perché abbia ricevuto un semplice avviso di garanzia. Sono passati appena otto mesi da quando è stata eletta Presidente del Consiglio e ben 15 volte sono state chieste le sue dimissioni e quelle di alcuni Ministri. Un meccanismo ben collaudato. Anziché fare delle proposte concrete, criticare il Governo e chi lo presiede per le cose che davvero non vanno, le opposizioni non avendo più argomenti validi portano avanti le vicende del figlio del Ministro La Russa e le vicende della Santanché, di Sgarbi e di Dalmastro. Il Pd e il M5Stelle non solo hanno perso malamente tutte le elezioni che si sono svolte in Italia da un anno a questa parte perché non hanno saputo governare e non hanno risolto i veri problemi che affliggono gli italiani, ma anche si stanno dimostrando di non saper fare vera opposizione. Pur di catturare l’attenzione dei pochi elettori e simpatizzanti che gli sono rimasti ogni giorno le sparano sempre più grosse e il gioco è fatto : DIMISSIONI! Il Ministro Santanché è indagato: Dimissioni! Il Ministro della Giustizia è antipatico: Dimissioni! Il sottosegretario Sgarbi è arrogante e sessista: Dimissioni! Donzelli implicato nel caso Cospito: Dimissioni! Il Ministro degli Interni Valditara che ha stigmatizzato la lettera dì una preside: Dimissioni! Il Ministro degli Interni Pientedosi dopo le sue dichiarazioni sul naufragio di Cutro: Dimissioni! Nessuno di questi Ministri fino ad oggi si è dimesso: Meno male. Altrimenti il gioco al massacro potrebbe continuare a lungo e causare gravi problemi al Paese e costringere il Governo a fare ogni settimana un notevole rimpasto. Ma se le opposizioni continueranno con queste stupide richieste dove andremo a finire? La Meloni governerà per altri trenta anni e il Pd e il M5 Stelle continueranno sempre a fare flop alle urne.

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