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51 persone in grave difficoltà

Ad ognuno di loro ed alle loro famiglie gi auguri di un anno nuovo che porti giustizia e diritti

Da IlGiorno di ieri, 24 dicembre 2013:

ALFA ROMEO di ARESE FESTE AMARE per gli ex INNOVA SENZA SOLDI.

ARESE«MALGRADO le promesse di Regione Lombardia e Prefettura non abbiamo ricevuto risposte sulla nostra richiesta di avere un acconto di 5mila euro sulle somme che ci sono dovute. Saranno festività difficili. È una vergogna, per questo non ci fermiamo con la lotta». LA SPERANZA di avere un sostegno economico non li ha mai abbandonati. Ma all’antivigilia Renato Parimbelli, operaio Innova Service e delegato sindacale dello Slai Cobas, ammette: «Sarà un Natale amaro». 

Come lui, gli altri 50 operai dell’azienda che si occupava della manutenzione, pulizia e gestione delle portineria dell’area ex Alfa di Arese: licenziati ingiustamente nel febbraio 2011, reintegrati da una sentenza del giudice del lavoro prima e dalla Corte d’Appello di Milano lo scorso 26 giugno, ma ancora in mezzo alla strada senza soldi e senza lavoro. Qualche operaio in questi mesi si è fatto aiutare dai parenti, altri per pagare affitto, scuola dei figli e bollette hanno usato i risparmi di una vita di lavoro. 

QUALCUNO racconta: «Sono andata alla caritas a chiedere i generi alimentari». Ora per tutti si annuncia un Natale all’insegna dell’austerità e della rabbia. «Anche venerdì scorso abbiamo chiesto alla Prefettura di garantire una somma a tutti gli operai in attesa che a gennaio la Regione convochi un tavolo con tutte le parti interessate - conclude Parimbelli - non ci hanno saputo rispondere se e quando arriveranno i soldi. Noi avevamo promesso una tregua con le iniziative di protesta anche per trascorrere questi giorni di festa con le nostre famiglie, ma non ci fermeremo». 

E COSÌ subito dopo Natale, venerdì 27 dicembre gli operai saranno di nuovo davanti alla portineria Est per decidere cosa fare nei prossimi giorni, per ribadire che le sentenze vanno rispettate e che le istituzioni «possono fare di più, sia quelle di destra che di sinistra». Ro.Ramp.”

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Ecco il voto alla Camera:

-voti favorevoli 277 ( PD, Nuovo centrodestra, Scelta Civica, Per l’Italia)

-voti contrari 11 (lega e Sel)

-astenuti 7

in totale meno della metà dei parlamentari costituenti la camera

-non hanno partecipato al voto M5S e Forza Italia

Una riflessione. Il cartello risale al tempo in cui Silvio Berlusconi era Presidente del Consiglio dei Ministri. Oggi il disegno di legge viene approvato dal PD e da Angelino Alfano e Berlusconi-Forza Italia non partecipa al voto. La domanda si impone : è strana la politica in Italia o sono uguali i politici? Letta-Alfano sono come Berlusconi-Alfano?

Ora il disegno di legge deve passare al Senato

Ma ecco cosa sta per avvenire

Le province scompaiono e la ossatura costituzionale di governo del paese prevederà soltanto regioni e comuni

I consigli provinciali saranno sostituiti da una assemblea dei sindaci

Saranno poi istituite 9 città metropolitane

La cosa più importante sarà la disciplina di fusione dei comuni

Chi si lamenta?

I presidenti delle province che perdono la visibilità politica, gli amministratori politici che perdono il proprio spazio politico e magari le prebende, qualche dirigente che perde il potere

E poi l’'UPI , cioè l’Unione delle province italiane il cui presidente Antonio Saitta dichiara : «Il governo e il Parlamento diranno che hanno abolito le province, ma la verità è che non solo sono state mantenute, ma è stato fatto un gran pasticcio che ci preoccupa. Perché con questo pasticcio sono a rischio servizi essenziali per i cittadini».

Non solo Saitta preannuncia ricorsi e dichiara che : «Vietando ai cittadini di votare chi li amministrerà la legge di stabilità lede il diritto di voto libero, segreto, e non limitabile, sancito dall'articolo 48 della Costituzione».

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Nessuna sorpresa. Report è probabilmente l’unico programma per il quale pagare il canone.

Ecco cosa vedremo il 16 dicembre :

"IL DELITTO PERFETTO"di Alberto Nerazzini

La grande letteratura noir ci insegna che il delitto non è mai perfetto. In Italia, invece, rischia di diventarlo: ogni anno 130mila processi, circa 400 al giorno, vanno in fumo grazie alla prescrizione.
La disciplina dell'istituto di diritto della prescrizione è stata riformata dalla ex Cirielli del 2005, una legge fatta per salvare qualche imputato eccellente dalla sentenza definitiva che da otto anni però si abbatte su tutto il nostro sistema. Il risultato è un diniego di giustizia per decine di migliaia di vittime, il rischio d'impunità per chi commette una lunga serie di reati, anche gravi, e una macchina processuale che spesso gira a vuoto. I costi economici e sociali sono incalcolabili, e il nostro processo è sempre il più lento.

Le organizzazioni internazionali, come l'OCSE, da anni ci chiedono di fare qualcosa, eppure una riforma della prescrizione non è all'ordine del giorno. Con l'inchiesta di Alberto Nerazzini ci domandiamo perché non interveniamo. A chi conviene questo sistema? Come si riflette sull'emergenza delle nostre carceri? Perché non prendiamo spunto dagli ordinamenti ai quali abbiamo voluto copiare il processo accusatorio? Come funziona all'estero?

 "SIAMO SICURI?" di Claudia Di Pasquale

In Italia esistono ben cinque forze di polizia. Ma siamo sicuri di essere al sicuro? In questi anni il comparto sicurezza ha subito tagli per quasi 4 miliardi di euro, gli stabili della polizia sono a pezzi, i mezzi da riparare, gli uomini sempre meno. Intanto dal 2002 l'Europa ci chiede di unificare i numeri di emergenza e di adottare come numero unico europeo il 112. In questi stessi anni però sono stati spesi dei soldi e appaltati numerosi progetti per la sicurezza. Vedremo come.

"LA NAVE SCUOLA"

La Guardia Costiera italiana potrebbe essere la prima guardacoste al mondo a costruire appositamente per i propri equipaggi una barca a vela. Costo oltre 3 milioni di euro. Cosa ci deve fare?  

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