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gigino2020La forza bruta dell’ignoranza. Tutti i giorni della mia esistenza, oltre a scrivere qualcosa e cercare di capire al meglio le persone, continuo a leggere ininterrottamente dal primo giorno di scuola: per fare la cosa giusta e generare risultati positivi, con i metodi più aggiornati e meno dannosi che possano essere disponibili.

Mentre lo faccio, come tanti altri esseri umani, sono circondato da tante persone giuste e corrette, ma anche da tanti ignoranti e presuntuosi: un mix che uccide. L’esempio dei filmati nel pronto soccorso li descrive bene: incapaci di capire che un PS non è un parco giochi, né uno stadio nel quale essere d’impiccio con cellulari o tablet, sentendosi delle star. Persone che confondono il diritto di dire la prima idiozia che passa loro per la mente, pretendendo valore di verità e confondendola con la libertà di espressione e sentendosi autorizzati da una qualsiasi uniforme.

Non so se sta diventando più facile o non voglio davvero che lo sia. Il mio dolore è la cosa più reale che ho di mio fratello morto. Eravamo così vicini. Lo siamo sempre stati. Entrambi abbiamo modellato le nostre vite in modo molto diverso. Ero l'unico della famiglia che gli stava davvero accanto e non so come riprendermi. Non so se posso. Non so se voglio... Ci sono così tanti strati nel dolore. Tanto senso di colpa, tanta rabbia, tanta incertezza. Non ho mai sperimentato niente di simile. All'improvviso mi ritrovo ancora convinto che sia stato tutto un incubo e che presto mi sveglierò. Mio fratello. Doveva essere lì per sempre, e ora non c'è più.

Quella notte ho fatto uno strano sogno. Ero in un mio appartamento, non meglio identificato. In una camera, su un divano, dormiva mio fratello maggiore Ciccio, mentre io, nella mia, stavo leggendo un Testo molto interessante. L’autore, nel sogno a me molto familiare, da sveglio non ne ricordo il nome.

All’improvviso, mi ritrovo in casa il grande Autore. Era francese. Il viso stanco e scavato alla Eduardo De Filippo. Lo ho invitato a riposarsi sul divano del soggiorno. Lui accettò volentieri. Prima di farlo sdraiare, ho ripulito i cuscini dalle rimanenze del filo di nylon usato per la preparazione della coffa o palamito per la pesca di profondità.

Una volta ti sequestravano le biglie a scuola ed imparavi a gestire il tuo modo di debordare. Oggi mi pare che i più deficienti siano proprio gli adulti. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti noi, la tristezza come momento psichico di introversione viene visto come pericoloso e genera non poche paure, del resto alimentate e sostenute dalla cultura un po’ provinciale che pone un’esasperata e pericolosa attenzione verso gli aspetti esteriori della vita.

Vestirsi bene, essere in forma, essere sempre sorridenti ed ottimisti, non ammalarsi, sono alcuni dei molti precetti di una nuova religione quella del benessere ad ogni costo, e solo rispettandoli siamo visti e percepiti come individui sani e “normali”. La persona triste ha invece la necessità di spostare la sua riflessione verso l’interno, ad ascoltare quelle sensazioni di disagio che emergono come ombre dalla nebbia, spesso sono sensazioni di uno struggente vuoto culturale. Già Aristotele, nell’antica Grecia, parlava della tristezza, del suo assumere numerose forme e della sua instabile fluttuazione, ma proprio per questa mutevolezza, per questa intrinseca capacità di trasformazione.

Dopo qualche tempo sono ritornato nel soggiorno e ho trovato, seduti accanto al divano, l’amico per eccellenza Orly e il mio padre culturale Enrico Musacchio. I due stavano intrattenendo, in mia assenza, l’Autore francese che stavo leggendo. Mio fratello Ciccio non c’era più.

Come può succedere solo nei sogni, mi sono ritrovato da solo seduto accanto al Filosofo e con il Suo libro in mano, e gli chiedevo alcune cose che non mi erano state molto chiare durante la lettura. Lui, pazientemente, accettò di buon grado di farlo anche perché aveva notato il mio interesse verso il contenuto del libro: la Bellezza.

Sono qui seduto a scrivere di questo sogno, non tanto per il contenuto dello stesso, ma per invitare qualche giovane genio a creare una macchina da presa in grado di riprendere i sogni nel momento del loro realizzarsi.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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20240416 CVP TEATRO DI SEGESTAPoste Italiane comunica che oggi 16 aprile 2024 vengono emessi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy cinque francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicati ai teatri storici: Teatro greco di Siracusa, nel 110° anniversario del primo ciclo di spettacoli classici; Teatro romano di Lecce; Teatro romano di Volterra; Teatro greco di Segesta; Anfiteatro romano di Suasa, relativi al valore della tariffa B pari a 1,25€ per ciascun francobollo.

       Tiratura: duecenticinquantamilaventi esemplari per ogni francobollo.

Foglio: quarantacinque esemplari per ogni francobollo.

      

I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.

Bozzetti a cura di Tiziana Trinca.

Le vignette sono accomunate dalla stessa impostazione grafica che mostra, in alto a destra, una maschera, tipica sia dei drammi che delle commedie del teatro antico, e raffigurano ognuna particolari o vedute dall’alto dei teatri a cui la serie è dedicata: il Teatro greco di Siracusa; il Teatro romano di Lecce; il Teatro romano di Volterra, il Teatro greco di Segesta e l’Anfiteatro romano di Suasa.

Completano i francobolli, le rispettive legende “TEATRO GRECO DI SIRACUSA” e “110 ANNI 1° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI”, “TEATRO DI LECCE”, “TEATRO DI VOLTERRA”, TEATRO DI SEGESTA” e “ANFITEATRO DI SUASA” , la scritta “ITALIA” e l’indicazione della tariffa “B”.

Gli annulli primo giorno di emissione saranno disponibili presso gli sportelli filatelici degli uffici postali di Siracusa 2, Volterra (PI), Lecce centro, Catalifimi Segesta (TP) e Castelleone di Suasa (AN).

I francobolli e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito filatelia.poste.it.

Per l’occasione è stata realizzata una cartella filatelica, per ogni francobollo, in formato A4 a tre ante, contenente ognuna il francobollo singolo, la quartina di francobolli, la cartolina annullata ed affrancata, la busta primo giorno di emissione e il bollettino illustrativo, al prezzo di 20€ ciascuna.

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guerra333Vivo in un piccolo paese della provincia di Cosenza. Tutto è tranquillo. Sono rimasto solo dopo la morte di mia moglie. Rimasto solo, guardo spesso la televisione e prima di andare a dormire ascolto la Rassegna Stampa di TgCom24. Poi all’improvviso l’altra notte scoppia il finimondo. L’Iran ha lanciato centinaia di droni e missili contro Israele. Vedo il cielo che si illumina come fosse giorno. Ma davvero è scoppiata la guerra in Estremo Oriente oppure quei missili sono soltanto fuochi d’artificio? No, siamo in guerra e quelle testate micidiali portano distruzione, miseria, feriti e morte. Meno male che l’esercito israeliano coadiuvato dalle forze militari francese, inglese e americane è riuscito a neutralizzare i missili iraniani lanciati durante l’attacco prima che i razzi cadessero al suolo. Israele era preparata perché avvisata in tempo dall’America e la gente si era rintanata nei rifugi. Teheran ha mantenuto la promessa di vendetta dopo che il primo aprile scorso Israele aveva bombardato l’ambasciata iraniana a Damasco uccidendo il comandante RezaZahadi. E’ la prima volta che l’Iran ha cercato di colpire Israele direttamente dal proprio territorio. Le altre volte ha affidato la vendetta a partner esterni: Hamas, Hezbollah, Houthi, Fath al Islam. L’attacco non ha provocato gravi danni alle cose e alle persone. Alcune bambine sono state colpite dalle schegge cadute dal cielo e sono state prontamente trasportate negli ospedali. Per i politici nostrani da ambo gli schieramenti questo attacco è senza precedenti e molto pericoloso perché potrebbe scatenare una guerra in Medio Oriente e coinvolgere anche i paesi della Nato, Italia compresa. L’Italia ha condannato l’attacco iraniano, ha ribadito pieno sostegno alla sicurezza di Israele e cerca di evitare una ulteriore escaletion del conflitto. Meloni ha convocato d’urgenza il G 7. I partecipanti hanno rivolto un accurato appello a cessare il fuoco, a porre fine alla crisi di Gaza e alla liberazione di tutti gli ostaggi ancora in vita. Parole, parole al vento che i guerriglieri di Hamas e gli Hezbollah e Netanyahu non vogliono ascoltare. E i nostri militari che operano nella zona di guerra sotto l’egida delle Nazioni Unite rischiano la vita e potrebbero trovarsi all’improvviso sotto le bombe e poi venire coinvolti nel conflitto. Intanto rincarano le bollette di luce e gas. E la benzina ha superato i 2 mila euro al litro e nelle autostrade anche molto di più. E c’è pure l’allerta anche in Italia sugli obiettivi sensibili e nelle sinagoghe. E molti fanno finta che non c’è nulla di preoccuparsi. Ma l’Ucraina non è molto lontana dall’Italia e neppure Israele e Gaza. E i missili e i droni potrebbero benissimo arrivare anche in Italia e colpire le nostre città. Allora siamo in guerra, ma nessuno ce lo ha detto. E io ho paura. Penso ai miei due figli e ai miei nipotini. Perché ho conosciuto la guerra negli anni 40 e le dure conseguenze. Ero ragazzo, avevo fame e la mamma che mi diceva:-Allucasciune non ci sono più pane e fichi secchi o infornati-. E poi la guerra degli anni 50 in Korea del Sud da soldato con l’esercito americano. Ero giovane, non avevo più fame, però la paura di essere occupato da un momento all’altro era tanta. Quanta distruzione! Quanta miseria! C’erano le bombe, le cannonate, le avanzate e le ritirate, i morti e tanti, tanti feriti militari e civili che io curavo perché infermiere nella corsia post operatoria N.22 del 121° Ospedale di Evacuazione. E’ brutta la guerra, perché uccide, accumula morti anche tanti civili, esseri umani incolpevoli.

Francesco Gagliardi

San Pietro in Amantea (C.S.)

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