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In Italia ci sono oltre 94mila persone che vivono con l'Hiv e hanno ricevuto una diagnosi (ISS).

A queste vanno aggiunte quelle che hanno il virus ma non lo sanno, per un totale stimato di 100/150mila persone sieropositive.

La stima delle persone inconsapevoli in Italia va dal 13 al 40 per cento. Un dato in linea con altri Paesi, anche se qui la percentuale è fra le più alte in Europa occidentale.

Dall'inizio dell'epidemia, nel 1982, a oggi, sono stati segnalati quasi 65.000 casi di AIDS, con circa 42.000 decessi.

Sono 3.853 le nuove diagnosi di infezione da Hiv segnalate nel 2012(15 in minori di 15 anni), di cui il 79% sono maschi, pari a 6,5 nuovi casi di HIV ogni 100.000 residenti. Circa cento casi in più rispetto ad un anno prima. I casi di Aids conclamato diagnosticati sono, invece, 715. Lo dice un aggiornamento sulle nuove diagnosi di infezione da Hiv e dei casi di Aids in Italia da parte del Centro Operativo Aids dell'Istituto Superiore di Sanità.

Si osserva un aumento dell'età media alla diagnosi (passata da 24-26 anni nel 1985 a 36-38 nel 2012) e un cambiamento delle modalità di trasmissione: diminuisce infatti la proporzione di tossicodipendenti ma aumentano i casi attribuibili a trasmissione sessuale.

Nel 2012, dunque, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l'80,7% di tutte le segnalazioni. Sempre nel 2012, il 26% delle persone HIV positive è di nazionalità straniera: l'incidenza per 100.000 abitanti è di 5 nuovi casi tra italiani residenti e di 22,3 tra stranieri

Più della metà delle segnalazioni di infezione da Hiv sono pervenute da Lombardia, 27,6%, Lazio, 14,5% ed Emilia-Romagna, 10,4%. L'incidenza è stabile dal 2007. Lo scorso anno era pari a 6,5 nuovi casi per 100.000 residenti. L'incidenza più bassa è stata rilevata in Calabria.

La Lombardia risulta anche essere tra le regioni più colpite dall'incidenza di Aids davanti a Liguria, Veneto, Toscana e Sardegna. Significativo l'aumento dell'età media al momento della diagnosi di infezione da Hiv. Nell'arco di quasi 30 anni per i maschi è passata da 26 a 38 anni, per le donne, da 24 a 36 anni. In calo la proporzione di donne nei casi di diagnosi di infezione da Hiv. Il rapporto maschio-femmina, secondo i dati, nel 2012 è aumentato a 3,8. Per quanto riguarda le modalità di trasmissione, sono in notevole diminuzione i casi di contrazione attraverso l'iniezione di sostanza, precipitati in poco più di 20 anni dal 76,2% al 5,3% dei casi.

In aumento, invece, i contagi attribuibili a trasmissione sessuale, sia in relazioni tra etero (42,7%) che in rapporti tra maschi (37,9%). Stando alle percentuali dei casi che effettuano il test Hiv, quelli che decidono di sottoporsi nel corso di controlli di routine (4,7%), sono sempre meno rispetto a chi ha eseguito il test per la presenza di sintomi Hiv-correlati (22,4%). Il tasso di mortalità dei casi di Aids, infine, ha subito una notevole contrazione negli ultimi due anni, dal 17,5% al 5,7%. (AGI)

Altissima in Italia la percentuale di persone che arrivano alla diagnosi inconsapevoli di avere il virus, che sfiora il 56% del totale: ''In Italia la percentuale è fra le più alte dell'Europa occidentale''.

Proprio per rafforzare la prevenzione, dal 22 al 29 novembre parte un'azione europea per la promozione dell'accesso al test Hiv, la European Testing Week. La Lila è partner attivo e nel corso dell'iniziativa offrirà il test rapido salivare in tre delle sue sedi, a Catania, Milano e Trento.

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Un furto incredibile quello compiuto da ignoti in un impianto di distribuzione carburanti di Sala Consilina.

Ladri, certo, ma anche altamente ingegnosi.

Forano la cassa e poi con un aspirapolvere aspirano le banconote

3000 euro l’incasso!

La cassa era dotata di un sistema di allarme automatico collegato con i carabinieri che però hanno dovuto raggiungere la località Santa Maria della Misericordia.

E quando sono giunti i ladri erano già andati via facendo perdere le proprie tracce.

Ora i distributori dovranno correre ai ripari rinforzando le casse o digerendo i soldi in un’altra cassa inarrivabile ai ladri.

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Tutto nasce dalla legge siciliana che prevede il rimborso degli stipendi percepiti dai consiglieri provinciali.

Inizialmente l'avviso a comparire era stato inviato a Antonio Rizzo (Pd), Maurizio Tagliaferro (Mpa), Consolato Aiosa (Mpa), Gianluca Cannavò (Pdl), Sebastiano Cutuli (Gruppo misto), Antonio Danubio (Udc),

La Procura però successivamente chiese l'archiviazione delle posizioni di Rizzo, Aiosa e Tagliaferro e dei rispettivi datori di lavoro.

Rimasero quindi soltanto Gianluca Cannavò (Pdl), Sebastiano Cutuli (Gruppo misto), Antonio Danubio (Udc),

Al centro dell'inchiesta le indagini delle Fiamme gialle su rimborsi ottenuti indebitamente dall'Ente attraverso la simulazione del rapporto di lavoro o la falsa attestazione di mansioni e retribuzioni superiori a quelle effettivamente godute.

Secondo le indagini avrebbero ottenuto indebiti rimborsi dalla Provincia di Catania attraverso la simulazione del rapporto di lavoro o la falsa attestazione di mansioni e retribuzioni superiori a quelle effettivamente godute.

Ora sono stati sequestrati beni complessivi per circa mezzo milione di euro ai tre consiglieri della Provincia di Catania ed indagati dalla competente Procura della Repubblica di Catania che ne ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di truffa aggravata e falso

A seguito di provvedimento del GIP di Cataniaa i militari del nucleo di polizia tributaria della GDF hanno sequestrato 240mila euro di beni all'ex consigliere Gianluca Cannavò e dei suoi familiari; 71mila euro all'ex consigliere Sebastiano Cutuli e al suo datore di lavoro Carmelo Urso; e 171mila euro all'ex consigliere Antonio Danubio e al suo datore di lavoro Salvatore Nigita.

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