
Una vecchissima tradizione calabrese ( e non solo) ricorda che il giorno della Candelora era l’ultimo per smontare il presepio.
La Candelora - che cade il 2 febbraio – è il giorno in cui la Chiesa celebra la presentazione di Gesù al Tempio.
Ecco perché si “scasciave” il Presepe: Gesù ormai quaranta giorni dopo la nascita era pubblico.
La festa delle candelora ha origini nell’antica Roma e si celebrava tra il 15 e il 18 del mese. I romani, per le calende di febbraio, illuminavano la città per tutta la notte con fiaccole e candele, in onore della dea Giunone Februata( da qui il nome febbraio) , madre di Marte, dio della guerra, e imploravano dal figlio la vittoria contro i nemici (ed il nome candelora deriva proprio dalle candele accese). Per questo le donne giravano con ceri e fiaccole accese, come simbolo di luce e benevolenza divina
La festività della candelora celebrava infatti il ritorno della luce dopo i mesi del buio.
Da qui la estensione di inizio del risveglio della natura dopo il sonno dell'inverno.
Fu papa Gelasio I, fra il 492 e il 496, a cristianizzare la festa, che prese il nome di «Quadragesima de Ephifanìa» .Nel VII secolo, Papa Sergio I istituzionalizzò la festa per il giorno 2 febbraio.
In quel tempo le donne ebree, dopo aver partorito, erano sottoposte ad un periodo di isolamento che durava 40 giorni. Purificata la Madonna potè uscire e portare Gesù al tempio.
Da quel tempo la Candelora è una specie di porta tra l’inverno, oramai al suo declino, e l’imminente primavera.
Secondo l’antica tradizione calabrese tutti i partecipanti alla funzione del giorno della Candelora portavano a casa una o più candele.
I ceri benedetti erano poi conservati in casa e venivano accesi, davanti alla finestra,quando si scatenavano i forti temporali e le famiglie erano preoccupate per i loro cari che in quel momento si trovavano per mare in pericolo di vita.
Si accendevano anche assistendo un moribondo, e in qualunque altro momento in cui si sentiva il bisogno d’invocare l’aiuto divino.
Con il tempo la candelora cominciò ad indicare il tempo futuro.
Ed allora quando era buon tempo si usava dire che “ alla cannilora stata d’intra e viernu fora”
Ma come per tutti i proverbi, c’era sempre il suo contrario e così si diceva che “Ma si chiove e tire vientu, dell’inverno siamo d’intra”
Insomma tanti detti e proverbi ( ed i loro contrari) che essi diventavano regole auree con cui si scandiva la vita sociale.
Un antichissimo proverbio latinorecita: “Si Purificatio nivibus – Pasqua floribus/ Si Purificatio floribus . Pasqua nivibus”; ossia “se il 2 Febbraio fosse stato freddo e nevoso, la Pasqua sarebbe stata bella, se invece, al contrario, il giorno della Purificazione fosse stato sereno, a Pasqua sarebbe caduta la neve”.
Poi c’è un detto latino più recente che sulla Candelora, recitava che: “Sole micante – die Purificante/ frigor peior post quam ante”; ossia: “Se il sole ammicca il giorno della Candelora, seguirà un freddo ben peggiore di prima”.
Scrivevamo nei giorni scorsi, tra i primi, l’articolo dal seguente titolo :” Attenzione virus in arrivo! Una bella trappola!” nel quale scrivevamo : “Quando li apri si trova dentro un link ipertestuale. Se lo apri dentro c’è la sorpresa , un virus che induce il vostro computer a sparare messaggi a tutti gli indirizzi mail presenti nel vs PC”
Non tutti i nostri lettori hanno compreso il suggerimento e forse non comprendendolo hanno aperto il link e si sono trovati il virus che ha letteralmente oscurato il loro pc.
Ora stanno arrivando messaggi di posta elettronica in cui si avvisa che si deve essere rimborsati per alcuni acquisti fatti e poi resi al venditore o nei quali si invia documentazione contabile e si chiede di scaricare un modulo allegato.
E' la nuova truffa on line segnalata dalla Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Catania, che invita a non aprire gli allegati, che infettano il pc, criptano i dati della vittima e richiedono un pagamento per la decrittazione, causando anche gravi danni ai computer.
Noi ve lo ricordiamo, poi….fate come volete.
I Nas hanno sequestrato un caseificio e denunciato il titolare senza credere che fosse un miracolo.
A Serre in provincia di Salerno i carabinieri dei Nas di Salerno, in un'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica della città campana, hanno ispezionato e sequestrato un caseificio che produceva mozzarelle senza approvvigionarsi di latte. Un miracolo!
Hanno trovato ingenti quantitativi di cagliata proveniente dall'est Europa e vari tipi di prodotti caseari provenienti da altri caseifici e dalla grande distribuzione alimentare.
Alcuni di questi prodotti - hanno riferito gli investigatori - erano scaduti e altri in stato di alterazione.
Nell'operazione sono stati sequestrati anche 700 chili di prodotti caseari non tracciati e di prodotti in corso di lavorazione.
Secondo gli investigatori, vista l'assenza di latte da utilizzare come materia prima nel caseificio si produceva mozzarella mescolando alla cagliata i latticini ritirati dal mercato, aggiungendo prodotti chimici (come acido citrico e ipoclorito di sodio, anch'essi trovati dai carabinieri nel caseificio) per rendere le mozzarelle artificiosamente più presentabili e gustose.
Sempre secondo i carabinieri l'affumicatura di alcuni prodotti avveniva utilizzando il retro di un furgone in disuso nel quale venivano sistemati gli alimenti e poi convogliati i fumi prodotti in fusti metallici bruciando cartone stampato e altro materiale di rifiuto.
Il titolare del caseificio è stato denunciato alla magistratura per detenzione di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione e destinati alla frode commerciale in quanto preparati con ingredienti non più genuini e provenienti da attività produttive altrui.
All'imprenditore si contestano anche i reati ambientali relativi allo smaltimento dei rifiuti e all'attività di affumicatura degli alimenti. (ANSA).