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renzi3Il Presidente del Consiglio Dott. Matteo Renzi sconfitto sonoramente alle urne dagli italiani nel referendum costituzionale da lui voluto si è finalmente dimesso da Capo del Governo.

 

Deve lasciare Palazzo Chigi che ha occupato abusivamente per lunghi 1000 giorni.

Era stato messo in quel posto non dagli italiani, ma dai poteri forti che ancora oggi comandano in Italia, purtroppo.

 

Cantava Mina tanti anni fa: "La musica è finita, gli amici se ne vanno…. Nemmeno una parola, l’accenno di un saluto".

Su carta intestata di Palazzo Chigi ha scritto Ciao, avrebbe dovuto scrivere addio.

Ti dico addio nascondendo la malinconia sotto l’ombra di un sorriso.

Ora cosa farà? Davvero vorrà abbandonare la politica e ritirarsi a vita privata? Succederà a se stesso?

 

Sono sicuro che, conoscendo abbastanza bene questo personaggio, non abbandonerà la politica e non si ritirerà nella sua amata Pontassieve a giocare con i figli alla Play Station, perché ha in mente un progetto molto, ma molto ambizioso: fare piazza pulita dei suoi oppositori interni.

Non accetterà mai l’incarico dal Presidente della Repubblica di formare un nuovo governo con la stessa maggioranza parlamentare, perderebbe definitivamente la faccia. Diventerebbe lo zimbello della satira in tutte le rete televisive italiane ed estere. Sarebbe paragonato a quell’ambizioso Amintore Fanfani, toscanaccio come lui, che venne apostrofato con l’appellativo di :- Rieccolo-. Se davvero Renzi ha in mente di fare piazza pulita all’interno del suo partito, il Presidente Mattarella dovrebbe almeno affidare l’incarico ad un uomo politico a lui fedele che duri almeno fino a settembre prossimo in modo che lui possa convocare un congresso, vincerlo e poi ricandidarsi a Premier alle elezioni. Renzi è giovane, è un politico molto ambizioso, solo questo sa fare, lui che non ha mai lavorato. La sconfitta al referendum non lo ha abbattuto, lo ha galvanizzato.

 

E’ convinto che il 40% dei voti ottenuti appartengono al suo partito. Sbaglia.

Dentro quel 40% c’è di tutto, anche chi non voterà mai Pd. La commozione, le lacrimucce la notte del 4 dicembre non sono state vere. Renzi ha finto quando lo spoglio delle schede elettorali non era ancora terminato ha rassegnato le dimissioni.

Le dimissioni vere si danno al Capo dello Stato non in televisione.

Renzi è un bravo attore, un prestigiatore, un furbacchione che con la sua parlantina ha preso in giro milioni di italiani facendo credere che ha abbassato le tasse, che la disoccupazione è diminuita, che le cose in Italia vanno a gonfie vele e che senza di lui l’Italia andrebbe in rovina. Non dice che i senzatetto sono aumentati, che i giovani sono più poveri dei nonni, che 5 milioni di italiani vivono in povertà, che il debito pubblico è alle stelle. Renzi, il rottamatore, che avrebbe dovuto mandare tutto l’establishment a casa, che ha cavalcato i miti dell’anticasta, ora ha paura, ha la certezza che questa volta a casa dovrà andare proprio lui.

Gli amici si sono defilati.

 

Fino a quando aveva il vento a suo favore era incensato, riverito, lodato, ora, che è caduto nella polvere, gli amici l’hanno lasciato solo.

Sono rimasti fedeli quei parlamentari che hanno una sola legislatura e non vogliono andare al voto e che rappresentano solo se stessi e che sono senza voti. Sono i quaquaraqua, i voltagabbana che hanno cambiato schieramento politico per avere qualche privilegio. Contano come il due di picche. Li abbiamo visti ieri salire al Quirinale. Il Presidente Mattarella, come vuole la prassi, li ha dovuti ascoltare, soppesare il loro parere con l’obiettivo di superare al più presto la crisi del 63° Governo Italiano indicando un nuovo Premier.

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Una vicenda che se non fosse drammatica farebbe ridere, anzi sganasciarsi dalle risate.

I comuni hanno l’obbligo di depurare le acque reflue prima di immetterle nei laghi, nei fiumi, sul suolo e nelle acque costiere e freatiche.

 

 

 

Già, perché le acque non trattate rappresentano un rischio per la salute dell'uomo ed inquinano.

Secondo la legislazione dell'UE, infatti, entro il 2005 doveva essere introdotto un trattamento secondario per tutte le acque reflue provenienti da agglomerati con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 15.000 e per gli scarichi in aree sensibili, quali acque dolci ed estuari, provenienti da agglomerati con un numero di abitanti equivalenti compreso tra 2.000 e 10.000.

E la Commissione europea in data 26 marzo 2015 ha sollecitato l'ITALIA a migliorare la raccolta e il trattamento delle acque reflue sotto pena di sanzioni eonomiche.

Tra gli agglomerati più grandi figurano Roma, Firenze, Napoli e Bari.

Alcuni agglomerati non rispettano inoltre l'obbligo di applicare un trattamento più rigoroso agli scarichi in aree sensibili.

Sono interessati una ventina di enti locali tra regioni e province autonome: Abruzzo, Basilicata, Bolzano, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trento, Umbria, Valle d'Aosta e Veneto. L'Italia non rispetta inoltre l'obbligo di eliminare il fosforo e l'azoto dagli scarichi in 32 aree sensibili.

Gli scambi di informazioni con l'Italia hanno confermato l'esistenza di quelle che la Commissione considera violazioni sistematiche degli obblighi UE.

La Commissione ha pertanto emesso un parere motivato.

Se non verranno adottate misure concrete per ovviare al più presto a tali carenze, la Commissione potrebbe adire la Corte di giustizia dell'Unione europea

Il 19 luglio 2012 la Corte di giustizia dell'Ue aveva statuito che le autorita' italiane violavano il diritto dell'Ue poiche' non provvedevano in modo adeguato alla raccolta e al trattamento delle acque reflue urbane di 109 agglomerati (citta', centri urbani, insediamenti).

A distanza di quattro anni la questione non e' ancora stata affrontata in 80 agglomerati, che contano oltre 6 milioni di abitanti e sono situati in diverse regioni italiane: Abruzzo (un agglomerato), Calabria (13 agglomerati), Campania (7 agglomerati), Friuli Venezia Giulia (2 agglomerati), Liguria (3 agglomerati), Puglia (3 agglomerati) e Sicilia (51 agglomerati).

La Commissione ha chiesto alla Corte di giustizia dell'Ue di comminare una sanzione forfettaria di 62 699 421,40 euro.

La Commissione propone inoltre una sanzione giornaliera pari a 346 922,40 euro qualora la piena conformita' non sia raggiunta entro la data in cui la Corte emette la sentenza.

La decisione finale in merito alle sanzioni spetta alla Corte di giustizia dell'Ue.

Se la Corte di giustizia dell'Ue comminerà le rilevanti sanzioni, chi le pagherà?

La regione? E cioè i calabresi tutti?

Ma non è giusto. Affatto. Le sanzioni dovrebbero essere fatte pagare a chi ha commesso l’omissione, ma come al solito, in Calabria, nessuno è mai responsabile di nulla.

E Renzi grida : Viva l’Italia!

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ok milly eLa ex Porno Diva Milly D'Abbraccio, icona del cinema hard degli anni '90, attraverso una serie di post pubblicati sui suoi profili social di Facebook ed Instagram, si è schierata apertamente a favore del 'Sì' nelle votazioni per il referendum costituzionale del 4 dicembre. Minacce ed accuse sono state rivolte all'artista per la posizioni assunta, e alle quali la Diva ha risposta con estrema durezza e decisione.

''Ho fatto questo lavoro perché capite solo quello voi italiani!'', è stato uno dei tanti sfoghi postati dalla ex porno attrice come reazione alla valanga di offese ricevute. I commenti che sono seguiti, successivamente, hanno definitivamente convinto Milly D'Abbraccio nel rilasciare un' intervista che le permettesse di chiarire una volt per tutte la sua posizione per 'Sì' ed il suo sostegno a Renzi.

Dichiarazioni che non si limitano alle solo critiche ricevute, ma che scavano più a fondo nelle ragioni che hanno portato gli italiani a preferire il ''No'' e che sorprendono per l'inaspettato desiderio di voler intraprendere una carriera politica a fianco di Renzi, nei cui confronti e nei cui ideali si rispecchia, e di cui loda l'autorevolezza e il decisionismo.

Un passato da femminista, da radicale, da socialista ed un approdo al ''modello Renzi'', che stando alle sue parole, con un netto e singolo 40%, è stato preferito alla frammentaria alternativa dell'opposizione, composta da un diviso 68% ,e di cui dubita fortemente la coesione nell'avallo di un nuovo governo. Un pensiero articolato ma lineare quello di Milly D'Abbraccio, che viene espresso con affermazioni dure, che non lasciano spazio a fraintendimenti, e che segnano il pensiero di un personaggio pubblico che ha deciso di esprimersi senza veli e senza censure agli occhi del suo pubblico.

- Qual è stata la sua reazione alle accuse?

Questa accuse fatte sui miei profili social mi hanno dato l'impressione che esista un'Italia che non ami l'Italia.

Quando ho letto queste accuse ho capito che il problema non sono i politici, il parlamento o il referendum: il problema sono gli italiani.

Gli italiani oramai sono ignoranti in politica. 

L'elettore medio che va a votare non ha nessuna cognizione di quella che è la politica, non sa nulla, non ha ideali politici, è una pecora. Il 68% dei 'No' che si è espresso alle urne è un insieme composto prevalentemente dal voto dei giovani. Noi anziani abbiamo votato paradossalmente per il 'Sì', per il cambiamento. Questo è drammatico. Negli anni '60, nel '68, erano i giovani a fare la rivoluzione. Erano i giovani a buttare le bombe molotov nelle scuole, nei licei, nelle piazze. Ed io c'ero, li vedevo.

Erano i giovani che ribaltavano le istituzioni degli anziani. Oggi invece è il contrario. I giovani hanno detto di 'No'',mentre le persone mature hanno scelto il ''Sì''.

Questo fa riflettere, e fa capire che non ci sono più ideali politici. Di conseguenze non essendoci più ideali politici, quando si vota le persone non hanno più nessuna cognizione di voto, e tutto questo è una tristezza, un vuoto che l'Italia ha per il proprio paese. 

- Alcuni l'hanno ''accusata'' di essere di sinistra.

Sono commenti senza senso. Non consideriamo poi che sono una libera professionista. Non esercitando la politica per mestiere, sono libera di scrivere ciò che voglio.

Riconoscendo un valore importante, in quanto personaggio pubblico, alle mie dichiarazioni, mi hanno fatto intendere di essere importante quasi come fossi una parlamentare.

Io non ci sono in parlamento, ma ci vorrei essere, poiché a modo mio ho ho fatto la mia politica attraverso i social.

Io ho provocato, ho detto che ho fatto la porno diva perché gli italiani capiscono sono ''quella''.

Io sono di sinistra adesso perché ho un leader che mi rappresenta, ma in passato sono stata socialista. Addirittura, quando ero ragazzina mi associavo alle femministe, poi sono stata radicale e poi ho abbracciato i socialisti. Ora sono renziana, ma di sicuro non di destra. Non mi ci rispecchio.

- Come interpreta la vittoria del ''No''?

Il ''No'' è una delusione, è una chiusura dell'Italia.

Ho sentito politici che parlavano di un ritorno alla Prima Repubblica.

Stiamo tornando indietro, non stiamo facendo un passo avanti.

In realtà Renzi non ha perso, ma ha dimostrato di aver conquistato da solo il 40% per cento. Ciò dimostra che il modello Renzi ha vinto e che l'italia vuole questo modello. Se si presentasse domani alle elezioni, sono sicura che avrebbe tanti di quei voti che nessuno mai potrebbe immaginare. Il 68% risultante dal n, è composto una coalizione di partiti in cui nessuna componente è d'accordo. Stando così le cose, che succederà per il prossimo Governo?

Quando Renzi era al governo, lui decideva. ''E' un dittatore'' dicevano, ma è quello che vi vuole per l'Italia. Da noi, se fai parlare tutti non combini niente. Io non amo Mussolini, né il fascismo, tanto meno il nazismo, ma devo dire che l'Italia ha funzionato solo quando ''c'era lui''. Questo vuol dire che, siccome gli italiani sono dei caproni, c'è bisogno di uno che prenda le decisioni fa per tutti. Quindi Renzi va benissimo.

Gli italiani sono un popolo di pecore, e lo dimostra il fatto che stanno sempre a lamentarsi. Per loro, sono tutti papponi, tutti puttanieri, tutti inciucisti, ma quando negli effetti hanno l'opportunità di cambiare, di una svolta, ecco che tornano indietro non prendendo nessuna posizione. Il marcio non è in parlamento, ma nella società, nella popolazione. Nell'impiegato che fa timbrare il cartellino e che non va al lavoro. Il parlamento è lo specchio di quello che è la popolazione, cioè il nulla. Quindi, di che ci lamentiamo?

Chris Barlati.

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