
Redazione TirrenoNews
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All'Italia il record per persone a rischio di povertà
Mercoledì, 11 Settembre 2019 20:15 Pubblicato in Amantea FuturaE va sempre peggio. Ditelo al PD, ditelo al Papa, ditelo al M5s.
Ditelo anche a Conti! Chissà se ne parla la costituzione.
Ditelo anche a Mario Oliverio. Chissà che decida di liberare la calabria della sua presenza politica..
Dall’8,5% della Provincia autonoma di Bolzano al 52,1% della Sicilia e al 46,3 di Calabria e Campania: sono questi i numeri che attribuiscono all’Italia il record europeo di disparità in materia di quote di persone a rischio povertà misurate a livello di regioni.
È quanto emerge dal primo 'European regional social scoreboard’realizzato dal Comitato europeo delle Regioni (CdR) per monitorare le situazioni e i progressi delle oltre 280 regioni Ue in ambito sociale.
Il capitolo dedicato alle persone a rischio povertà ed esclusione sociale (dati Eurostat 2017) evidenzia la singolare situazione dell’Italia a cui appartengono sia il primo posto della classifica Ue (Bolzano), che l’ultimo (Sicilia).
Servono «azioni mirate a livello locale» poiché «è evidente come, da sola, la politica di lotta alla povertà a livello nazionale non sia sufficiente» recita il rapporto.
Dal documento emerge anche come siano italiane tre delle cinque regioni con le performance peggiori in Ue. Solo la bulgara Severozapaden (46,7%) separa la Sicilia dal terzultimo posto di Campania e Calabria, entrambe al 46,3%. La media europea è del 22,8%.
Dati poco confortanti per l’Italia emergono anche se si guarda all’evoluzione storica dei dati.
Tra le regioni europee, la Provincia autonoma di Trento ha avuto il maggiore aumento, in termini di punti percentuali, di persone a rischio povertà ed esclusione tra il 2014 e il 2017: dal 13,6% al 19,3%.
Seguono Abruzzo (da 29,5% a 34,8%) e Marche (da 19,6% a 24,9%).
«Gli squilibri locali e regionali sono forse il più importante ostacolo alla realizzazione di un’Unione veramente coesa», ha dichiarato il presidente del CdR, Karl-Heinz Lambertz.
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Londra, City sotto assedio tra Brexit e offerte di acquisto
Mercoledì, 11 Settembre 2019 18:21 Pubblicato in MondoIn questo vuoto di potere , mentre il paese è sull’orlo di un precipizio sconosciuto chiamato Hard Brexit, gli stranieri si sono lanciati all'assalto dei centri nevralgici di Londra
La city di Londra è sotto assedio, schiacciata tra Brexit e le mire dei capitali stranieri.
L'Inghilterra è oggi un paese in stallo totale, dove non c'è più un Parlamento, chiuso fino a metà ottobre da Boris Johnson con una forzatura istituzionale, e dove non c'è nemmeno un Primo Ministro, uscito con le ossa rotte dal Parlamento che lo ha azzoppato.
In questo vuoto di potere , mentre il paese è sull’orlo di un precipizio sconosciuto chiamato Hard Brexit, gli stranieri si sono lanciati all'assalto dei centri nevralgici di Londra: la scalata di Hong Kong, ex colonia britannica, alla Borsa, al cuore della city e della finanza europea.
Il London Stock Exchange fa gola a tutti: a inizio estate la corazzata Blackstone, il fondo di investimento più grande al mondo, si è lanciato in una scalata alla Borsa con una proposta di matrimonio tra LSE e il gruppo di informazioni Refinitiv, cosa che farebbe del colosso finanziario americano il primo azionista di Londra.
Ora sulla scena compare la Cina.
L'assedio alla roccaforte economica d'Europa si è intensificata con il crollo della sterlina: la moneta di Sua Maestà, che gli inglesi hanno preteso di non abbandonare quando la Ue ha lanciato l'Euro, è stata per anni un baluardo contro la colonizzazione.
Ma la durante l'estate, complice il terremoto Brexit, è scesa ai minimi da 20 anni: con un Pound che valeva 1,5 euro era impossibile tentare scalate al fortino Inghilterra.
Ora, con un cambio sulla parità, è di fatto saltata una grossa barriera.
Mentre il mondo bancario inglese traballa, tra lo scandalo PPI e Brexit, e dunque non può fare da argine all'invasione, gli stranieri si stanno prendendo pezzi di finanza e di paese.
Nel mondo delle tecnologie digitali l'arrembaggio straniero è imponente: sul Fintech alla fine dell'anno gli stranieri avranno investito 11 miliardi di sterline, la cifra più alta di sempre. In cima alla lista c'è Deliveroo, la app per le consegne di cibo a casa che sta diventando una banca per l'enorme quantità di pagamenti digitali che gestisce ogni giorno.
La debolezza delle banche tradizionali, alle prese con continue falle nei bilanci da rattoppare, sta aprendo la strada ai capitali stranieri, smaniosi di conquistare pezzi pregiati di Londra e del paese.
Dailsole24ore 11 settembre 2019 di Simone Filippetti
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Giappone. Lʼacqua radioattiva di Fukushima sarà scaricata nel Pacifico
Mercoledì, 11 Settembre 2019 17:59 Pubblicato in MondoAgenpress – La società Tokyo Electric Power, che gestisce la centrale nucleare giapponese di Fukushima gravemente danneggiata dal sisma e dallo tsunami di marzo 2011, scaricata direttamente nell’Oceano Pacifico acqua radioattiva.
Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente Yoshiaki Harada, sottolineando che si tratta dell’unica opzione possibile.
A Fukushima, dopo il disastro dell’11 marzo del 2011, il gestore dell’impianto Tepco ha costruito 960 serbatoi d’acciaio per stoccare l’acqua usata per raffreddare i tre reattori (200 metri cubi al giorno).
Al momento i serbatoi contengono 1,1 milioni di tonnellate d’acqua contaminata.
Secondo Tepco, la loro capacità massima è di 1,37 milioni di tonnellate, che sarà raggiunta fra 3 anni, appunto, nel 2022.
Dopo il sisma Tepco ha stoccato nella zona destinata alle riserve nella centrale più di un milione di tonnellate di acqua contaminata, proveniente dai condotti di raffreddamento dei reattori e non ha più spazio per immagazzinarne altra.
“L’unica soluzione è quella di versarla in mare e diluirla”, ha detto il ministro durante un briefing informativo a Tokyo.
“Il governo ne discuterà, ma vorrei offrire la mia semplice opinione”.
A rendere radioattiva l’acqua, utilizzata per raffreddare i reattori danneggiati della centrale di Fukushima (e che viene poi stoccata in grandi serbatoi costruiti accanto all’impianto), è il trizio.
Si tratta di un isotopo dell’idrogeno a bassa radioattività, per questa ragione difficile da rilevare. La sua radiazione non riesce a penetrare la pelle umana, ma può essere dannoso se ingerito o inalato.
Viene tuttavia considerato poco pericoloso per l’uomo, perché viene espulso rapidamente attraverso le urine e il sudore.
Dimezza la sua carica radioattiva in 12 anni.
Il governo è in attesa di un rapporto degli esperti, poi prenderà una decisione definitiva su come smaltire l’acqua radioattiva.
Il segretario di gabinetto giapponese Yoshihide Suga, in una conferenza stampa separata, ha precisato però che i commenti di Harada sono “la sua personale opinione”.
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