
Redazione TirrenoNews
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Il religioso, già finito nei guai per avere palpeggiato una ragazza.
Ora è stato sospeso dal vescovo di Albenga.
Dalla cocaina non si salvano nemmeno i preti!
Un prete vittima di una overdose di cocaina durante una gita a Cremona con i ragazzi dell’istituto Don Bosco di Alassio (Savona).
Il fatto è accaduto a giugno, ma è trapelato solo nelle scorse ore.
Il prete dopo il malore era stato soccorso dai ragazzi di cui era responsabile.
Trasferito in ospedale, il sacerdote è stato poi interrogato dagli agenti della squadra Mobile di Imperia che dopo avere appurato che aveva fatto uso di droga lo hanno segnalato alla prefettura per possesso di stupefacenti per uso personale.
Il religioso proprio in questi giorni sta iniziando un percorso rieducativo con il personale del Nucleo Operativo Tossicodipendenze.
Il parroco, come riporta il quotidiano il Secolo XIX che stamane ha anticipato la notizia, già parroco nell’entroterra di Diano Marina, era già assurto agli onori della cronaca qualche anno fa perché a Loano aveva palpeggiato una ragazza incontrata per strada.
Sulla vicenda è intervenuto il vescovo di Albenga Imperia, monsignor Guglielmo Borghetti che ha sospeso il sacerdote sollevandolo da ogni incarico, anche quello di docente di musica.
Il prete ha iniziato un percorso riabilitativo: presto andrà in una delle strutture di recupero per sacerdoti operanti in Italia.
Epicentro al largo del Tirreno cosentino
La magnitudo è stata di ML 4.2
L’epicentro si è verificato al largo della costa nordoccidentale della Calabria (Cosenza) alle 04:57:47, ad una profondità di 267 km.
Ne parla l’INGV.
Non si segnalano danni a persone o cose.
Cautelativamente la circolazione ferroviaria è stata sospesa in alcuni tratti
La sospensione ha interessato i tratti tra Cetraro e Longobardi (linea tirrenica) e tra Paola e Bivio Pantani (linea Paola-Cosenza)
Dopo le verifiche all’infrastruttura da parte dei tecnici di Rfi la circolazione è stata riattivata.
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Batterio New Delhi, allarme in Toscana: 64 casi
Lunedì, 09 Settembre 2019 07:55 Pubblicato in Italia17 le morti sospette. I sintomi e le ipotesi di contagio
Il batterio New Delhi fa sempre più paura, creando un certo allarme in Toscana: sono 64 i casi registrati, 17 le morti sospette.
E si studiano i sintomi e le ipotesi di contagio.
La Regione Toscana fa chiarezza sui numeri dell'infezione da batterio New Delhi negli ospedali del territorio regionale, con particolare concentrazione in quelli dell'Area Vasta Nord Ovest.
«I pazienti che dal novembre 2018 al monitoraggio di fine luglio sono stati infettati dal New Delhi sono 64 - informa una nota.
La mortalità osservata finora nei casi infetti è di 17 su 44, pari quasi al 40%.
Si tratta di un dato in corso di aggiornamento», precisa la Regione, perché «i dati di mortalità arrivano dopo i casi di notifica delle infezioni.
Ad oggi, quindi, è possibile dare il dato di mortalità (17) solo su 44 infetti».
E tuttavia disponibile «un dato aggiornato per quanto riguarda il Cisanello di Pisa, l'ospedale che concentra il maggior numero di casi di infezione: nell'ultimo monitoraggio, su 31 infetti (dato ad oggi), si registravano 10 casi mortalità, pari al 32%».
«La cautela nel comunicare il numero dei decessi - sottolineano dagli uffici dell'assessorato competente - è dovuta alle condizioni generali di questi pazienti: non è detto che la causa della morte sia stata necessariamente il batterio New Delhi.
Si chiama "New Delhi" (o più correttamente New Delhi metallo beta-lattamasi), il batterio scoperto nel 2009 in un paziente svedese che tornava dall'India, da qui il nome, particolarmente resistente agli antibiotici.
Si tratta certamente di un batterio pericoloso soprattutto in pazienti fragili, già colpiti da altre patologie o immunodepressi, come i sessantaquattro casi registrati.