
Redazione TirrenoNews
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Sono ben 708 in Toscana, al 31 agosto, i portatori del ceppo batterico Ndm (New Delhi Metallo beta-lactamase) ricoverati negli ospedali toscani, sui quali sono state applicate misure igieniche di contenimento.
Da stamani, sul sito dell’Ars è pubblicato il monitoraggio sulla diffusione del batterio
La situazione che si sta verificando in Toscana con la diffusione del superbatterio New Delhi, una variante particolarmente resistente della Klebsiella pneumonie, «è nuova per il nostro Paese e si presenta come un ampio e persistente fenomeno epidemico che coinvolge diverse strutture sanitarie, con un alto numero di pazienti colonizzati o infetti», rilevano gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità ( Iss) in una nota.
Le morti provocate dal virus sono 31.
Cresce allora la paura.
Tra novembre 2018 e il 31 agosto 2019 in Toscana il batterio, che nei pazienti con sepsi ha una mortalità del 40%, è stato isolato nel sangue di 75 pazienti ricoverati con patologie gravi.
Tra questi ci sono stati 31 decessi ma, è stato spiegato da fonti della Regione, questo non vuole dire, al momento, che ci sia un nesso causale automatico con la presenza del ceppo batterico: l’infezione potrebbe essere una concausa o non aver provocato la morte.
I dati della sorveglianza nazionale coordinata da Iss, in linea con i dati forniti dalla regione Toscana, evidenziano, «a partire dal secondo semestre 2018, un aumento significativo delle batteriemie da ceppi che producono NDM in questa regione».
Non sono noti i dati delle altre regioni.
E’ molto probabile che il superbatterio New Delhi sia presente anche nelle altre regioni italiane ed i dati non siano noti per la minore efficienza del sistema di allerta delle altre regioni.
Un'indagine durata quattro mesi durante i quali gli inquirenti hanno vagliato ogni pista e ogni ipotesi.
Un giovane di 24 anni, di origini ecuadoriane, è stato arrestato dalla polizia di Como con l'accusa di avere violentato una ragazza comasca di 18 anni, all'inizio dello scorso mese di maggio.
Gli agenti hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, dopo quattro mesi di indagini.
Secondo le indagini, il giovane aveva conosciuto la ragazza qualche giorno prima e, la sera del primo appuntamento, dopo una serie di avances rifiutate, ha abusato di lei in una zona isolata del centro cittadino.
La ragazza aveva subito denunciato lo stupro in Questura.
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Lamezia, operazione Crisalide 3 contro cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri
Venerdì, 13 Settembre 2019 09:54 Pubblicato in Basso TirrenoLamezia Terme - Dalle prime luci dell'alba i Carabinieri di Catanzaro e di Lamezia Terme sono impegnati in un’operazione contro la 'ndrangheta della piana lametina.
Gli uomini dell'Arma stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 28 persone, tra affiliati e contigui della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri,
gruppo criminale operante nel traffico di stupefacenti nonché già responsabile, tra l'altro, di una aggressiva e violenta attività estorsiva nei confronti di commercianti e imprenditori di Lamezia Terme.
Il provvedimento cautelare é stato emesso su richiesta della Procura del capoluogo calabrese, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri, che ha coordinato le indagini dei Carabinieri.
I dettagli dell'operazione saranno illustrati nel corso della conferenza stampa che si terrà oggi 13 settembre alle 11 presso la Procura di Catanzaro.
Dall'operazione Crisalide nel 2017 allo scioglimento del consiglio comunale
Nel maggio del 2017 i carabinieri avevano dato esecuzione ad un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 52 persone ritenute affiliate alla cosca 'ndranghetista "Cerra – Torcasio - Gualtieri". Associazione di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina.
Questi i reati contestati nell'operazione, denominata "Crisalide" che aveva permesso di documentare l’operatività della cosca dedita ad un controllo asfissiante del territorio mediante attività estorsive e danneggiamenti ai danni di imprenditori e commercianti ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Lo scorso anno la Procura distrettuale aveva infatti chiuso le indagini per 64 persone, tra le quali c’erano anche i nomi degli ex consiglieri comunali Pasqualino Ruberto e Giuseppe Paladino, nonché il padre di quest’ultimo, Giovanni.
Processo, in abbreviato che si concluse con 43 condanne e nove assoluzioni. Il processo con rito ordinario è ancora in corso a Lamezia.
Per i giudici di Catanzaro non ha retto l’ipotesi di concorso esterno che la Dda aveva contestato all’ex consigliere Ruberto e a Giovanni Paladino, padre di Giuseppe, ex presidente del Consiglio comunale (a processo con rito ordinario).
I due, sono stati assolti “perché il fatto non sussiste” (per entrambi il pm aveva invece chiesto 8 anni e 8 mesi).
Proprio il loro coinvolgimento nell’inchiesta aveva portato la Prefettura di Catanzaro a inviare la commissione d’accesso al Comune lametino la cui relazione finale aveva poi portato allo scioglimento dell’amministrazione guidata dal sindaco Paolo Mascaro.
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