Stamattina al comune non erano disponibili politici.
Parliamo del sindaco Mario Pizzino, del vice sindaco Andrea Ianni Palarchio, della presidente del consiglio e delegato al carnevale Ciccia Caterina, dell’assessore Luca Ferraro, dell’assessore Emma Pati e dulcis in fundo dell’assessore Concetta Veltri.
Erano tutti a Campora San Giovanni ad onorare i bambini delle scuole con le belle tuniche romane che sfilavano sul corso.
E tutti loro, meno Veltri e Ferraro, sfoggiavano splendidi sorrisi.
Niente ad Amantea.
Niente ad Amantea anche se un tempo le scuole del capoluogo erano parte attiva del carnevale.
Si è rotto qualcosa nel sistema di rapporto scuola-società
Gli amministratori, infatti, sono estranei a questi fatti anche se ne approfittano per una foto.
Ma a Campora tutta ed alla scuola in particolare occorre dire grazie
Anticipiamo anche il grazie per il bel carro che, ci dicono, sarà inviato ad Amantea a nobilitare il carnevale amanteano, quest’anno in tono nettamente minore rispetto agli anni passati
Ma, e ne siamo certi, nel capoluogo non mancheranno i medesimi sorrisi.
Speriamo che ad Amantea Concetta Veltri e Luca Ferraro sorrideranno !!!
Se dovessimo misurare lo stato di salute dell’economia amanteana avremmo mille parametri uno confermativo dell’altro, ma tutti in negativo.
C’è stato un tempo in cui la economia amanteana era in forte espansione perché sfruttava una economia nazionale analoga ed attraeva investimenti e rimesse.
Gli emigranti inviavano i loro risparmi dando luogo innanzitutto a depositi e poi ad acquisti di terreni ed abitazioni.
Era il tempo in cui la gente aveva voglia di mare , di evasione, di futuro .
E molti costruivano alberghi e compravano seconde case.
Era il tempo in cui Amantea aveva tanti turisti .
Era il tempo in cui non si pagava l‘imu e le tariffe comunali erano molto contenute.
Era il tempo in cui la gente voleva case, case e negozi.
La popolazione cresceva e gli emigranti rientravano .
Poi tutto cambiò.
Tutto tranne l’appetito legato al possesso di terreni ed alla loro vendita.
Il possesso di un terreno agricolo era una vera e propria rendita , come lo era il possesso di un magazzino commerciale in una via commerciale.
Ora non si costruiscono più case come prima.
Ora dappertutto trovi cartelli vendesi, fittasi.
Sia di magazzini commerciai sia di case.
Ma il segnale più brutto ed indicativo della grave situazione economica del paese è il fatto che mentre prima c’è stata la corsa a fare diventare edificabile il proprio pezzo di terreno, oggi si tenta di fare il contrario.
E solo per non pagare l’IMU.
Non è che non si voglia pagare questa imposta , ma visto che i terreni non si vendono perché non si vogliono più nuove case, non resta che far diventare agricolo il terreno prima edificabile.
Pregiatissimi, so bene che siete di fronte e problemi difficili se non irrisolvibili, ma so, anche, che nessun altro se non l’ amministrazione può e deve tutelare l’immagine della nostra città!
Per questa ragione vi invio copia dell’articolo postato il 1 febbraio 2018 da Quicosenza a firma della giornalista Maria Teresa Improta dal titolo “Trote ‘mutanti’, radioattività e un sarcofago di cemento. Dubbi sull’inquinamento ad Amantea”
Questo il testo dell’articolo:
Rifiuti interrati sin dal 1986 e un’elevata mortalità. Ancora sospetti sull’imprenditore che smantellò la Jolly Rosso
Enormi buche, profonde fino a venti metri, riempite con tonnellate di materiali tossici e radioattivi. Rifiuti interrati ripetutamente dal 1986 al 2009 sotto uliveti, coltivazioni di grano, avena, ortaggi e foraggio per il bestiame.
Il tutto a ridosso del fiume Oliva con una certificata contaminazione estesa per diversi chilometri quadrati di terreni e acque sotterranee con evidenti pericoli per la salute dei residenti tra i Comuni di Amantea, Aiello Calabro, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello.
Questo quanto accertato dalla sentenza della Corte d’Assise di Cosenza che si è pronunciata con l’assoluzione di tutti gli imputati (i proprietari terrieri Vincenzo Launi, Giuseppina Marinaro, Antonio Sicoli, Arcangelo Guzzo e l’imprenditore Cesare Coccimiglio).
Un verdetto che il pm Maria Francesca Cerchiara ha impugnato nei giorni scorsi chiedendo di ricorrere in Appello per individuare i responsabili del disastro ambientale e dell’avvelenamento delle acque nella valle del fiume Oliva emersi nel corso del processo.
Nello specifico si fa riferimento alla posizione dell’imprenditore oggi ottantaduennne Cesare Coccimiglio per il quale la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a sedici anni di reclusione.
Nell’atto in cui si chiede di ricorrere in Appello il pm rileva come Coccimiglio, noto per essere stato chiamato a smantellare e smaltire i fusti della nave Jolly Rosso spiaggiatasi sul lungomare di Amantea in località Formiciche nel dicembre del 1991, fosse l’unico a poter operare indisturbato nella zona grazie alla sua attività di produzione di calcestruzzo e movimentazione terra disponendo di ben 40 camion, 15 escavatori e circa un centinaio di operai.
A lui furono affidati sia l’ammodernamento della strada provinciale 53 sia la ricostruzione della briglia di contenimento del fiume Oliva.
E proprio in queste due zone oggetto di lavori pubblici commissionati al Coccimiglio sono emerse raccapriccianti ‘anomalie’.
Le trote del fiume, adulte e giovani, presentano mutazioni morfologiche non riscontrabili in natura. Il livello di radioattività registrato è di 132 (il limite massimo è di 5,96 Bq/Kg), il più alto mai riscontrato in provincia di Cosenza dall’Arpacal che riguarda il Cesio 137 radionuclide di origine artificiale.
Inoltre alla base dell’avambriglia nel 2010 fu notata la fuoriuscita di materiale oleoso e iridescente”.
E’ di tutta evidenza che la affermazione che esistano “evidenti pericoli per la salute dei residenti tra i Comuni di Amantea, Aiello Calabro, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello”, porta a credere che evidenti pericoli per la salute esistano per chiunque venga ad Amantea , magari d‘estate per fare i bagni nel mare dove sversa il fiume.
E che dire poi del fatto che nel fiume esistano “ trote, adulte e giovani, che presentano mutazioni morfologiche non riscontrabili in natura”
Ed infine che cosa pensare della affermazione che”Il livello di radioattività registrato è di 132 ( che cosa?) (il limite massimo è di 5,96 Bq/Kg), il più alto mai riscontrato in provincia di Cosenza dall’Arpacal che riguarda il Cesio 137 radionuclide di origine artificiale”.
Chiunque abbia avuto modo di leggere questo articolo per le prossime ferie sceglierà u luogo diverso da Amantea ed ancora più di Coreca e Campora SG
Io , dati alla mano, nei prossimi giorni sconfesserò quanto affermato dalla giornalista , ma ritengo sia questo un compito tipico dell’amministrazione comunale, minoranza, compresa, tanto più in un momento difficile come quello che sta vivendo la nostra città.
Per questo chiedo di sapere se codesta amministrazione intenda tutelare l’ immagine di Amantea e quindi la sua economia ed il suo turismo?
Attendo urgente risposta.
Giuseppe Marchese