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Le politiche del 4 marzo? L’analisi di Peppe Furano

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Scrive l’amico Furano

“Un pò di numeri per chi vuole orientarsi per il voto del 04 marzo!

In riferimento alle prossime elezioni politiche del 04 marzo, tutti i sondaggi riportano che circa il 50% degli aventi diritto di voto non andranno a votare.

Tutti sono interessati a come viene diviso il 50% dei votanti, attenzione massima agli spostamenti dei decimali in più e in meno, scarsa valutazione sul 50% che non ha intenzione di votare.

Questa percentuale di astensione dovrebbe allarmare e preoccupare tutti i sinceri demarcatici di ogni schieramento.

Ma i partiti, che hanno governato da più di 20 anni, si curano poco dell'astensione alle elezioni a qualsiasi livello. Anzi!

I voti di chi non va a votare sarebbero per lo più voti di opinione e non controllabili, mentre una buona parte di quelli che vanno a votare sono controllabili con il voto di scambio.

Gratteri, procuratore capo a Catanzaro, giorni fa ha detto che in Calabria la ‘ndrangheta controlla il 20-30% dei voti.

Una simile sconvolgente rivelazione, fatta da un Procuratore capo, dovrebbe allarmare tutti i livelli Istituzionali. Invece un piccolo trafiletto sul ilfattoquotidiano, poco rilievo su tutti gli organi di informazione e nessun commento da parte dei tanti politici che per un mese hanno preso posizione su quell’innocente albero di natale di Roma, il famoso“spelacchio”.

Io, con strumenti che non sono certo quelli di Gratteri, ma del semplice cittadino che osserva e vive la realtà politico-sociale italiana, penso che ipotizzare che, in Italia, il 20% degli aventi diritto di voto esprima un voto per interessi diretti leciti e/o illeciti (carriere politiche, parlamentari, assessori, consiglieri, sindaci, assistenti, dirigenti a tutti i livelli nominati dai politici, tutte le immense clientele sottostanti lecite, quasi lecite e illecite, corruzione piccola e grande, privilegiati senza competenza ecc..).

Questo 20% di italiani, che ha diritto di voto e va a votare per interesse, diventa il 40% dei votanti se i votanti sono il 50% del corpo elettorale.

E’ ragionevole pensare che questo 40%, che vota per interessi diretti, si distribuirà tra i partiti che hanno governato in questi ultimi 25 anni e cioè tra i partiti che compongono le due coalizioni intorno al PD e FI.

Conclusione : le due coalizioni intorno a PD e FI hanno già nelle urne il 40% dei consensi. A questo 40% si sommerà circa un 20% dei votanti che sceglie le coalizioni intorno a PD e FI perché legittimamente e onestamente, senza alcun interesse diretto, condivide i valori e la visione di società che questi partiti rappresentano nei loro programmi e ritiene anche di non molta importanza che nelle liste dei partiti delle due coalizioni ci siano 76 inquisiti.

E inoltre perché ritiene che l’azione di governo, da questi espletata, quando ne hanno avuto l’occasione, in questi ultimi 25 anni, sia stata coerente e, per le loro valutazioni, anche apprezzabile.

Quindi, se va a votare il 50% degli aventi diritto, si può, ragionevolmente, ritenere che i partiti delle due coalizioni avranno un 60% dei voti assicurato.

Se si analizzano i risultati delle ultime elezioni regionali siciliane si può verificare che l’ipotesi sopra riportata è stata confermata perfettamente.

L’astensione è, in teoria e in elezioni libere dal voto di scambio, una scelta di tutto rispetto e capace di inviare a una classe politica autenticamente democratica un segnale preciso. Ma diventa, al contrario, nella situazione specifica italiana, un vantaggio inconfutabile per quei partiti che hanno ramificate e consistenti clientele.

Quindi se il 04 marzo andrà a votare il 50% o meno degli aventi diritto non potrà accadere che quello che è accaduto in Sicilia: una maggioranza di centro destra o un governo di grande coalizione con al centro FI e PD.

Senza volerlo, chi non va a votare perché critico e/o disgustato per come è stata governata l’Italia negli ultimi 20 anni, aiuterà le due coalizioni a continuare a governare (separatamente o insieme!) l’Italia nello stessomodo.

Capisco eventuali dubbi tipo: votare LeU a che serve se questi poi vanno con la coalizione del PD, votare M5S è una avventura.

Queste due obiezioni hanno un fondo di verità, ma sopratutto a quelli spaventati dall’avventura e che si sentono di sinistra voglio dire: ma è mai esistito un progetto “rivoluzionario”, nel senso che si propone di cambiare in profondità i rapporti economici di una società esistente, che non avesse i contorni dell’avventura?

Giuseppe Furano

Redazione TirrenoNews

Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.

 

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