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Tutta Amantea continua ad interrogarsi sull’incendio del ristorante di Maurizio sul lungomare.

 

Un corto circuito, come qualcuno dice? Un corto circuito avvenuto quando tutte le apparecchiature erano spente , magari per uno sbalzo di freddo od un colpo di vento?. Un corto circuito che tranquillizzi e che non lasci pensieri? .

Uno di quei corto circuiti che scoppiano ad Amantea bruciando auto o magari carri carnevalizi.

Un corto circuito che crei un incendio che bruci solo una delle due statue di corsari con le quali Maurizio accoglieva i suoi ospiti, liquefacendola e lasciando l’altra vicinissima praticamente intatta.

 

Un incendio che non bruci gli alberi immediatamente vicini al camino ed alle cucine (anche le tovaglie da tavolo sono rimaste intatte) forse partito dal lato del vicoletto che porta dal lungomare alla stradetta sottoferrovia , ed alla SS18, ed alla zona del campus.

Ma le nostre forse sono solo fantasie , elucubrazioni, paure recondite.

Di vero c’è solo la forza d’animo di Maurizio che già stamattina presto ha cominciato.

Anzi ha ricominciato.

 

Ha cominciato a demolire quel poco che è rimasto dopo il violento incendio, ad accatastarlo per portarlo via.

Evento umano od evento naturale che sia , da calabrese “tosto” Maurizio, non si lascia abbattere, non si dichiara vinto.

A lui la nostra solidarietà, la nostra attenzione, il nostro rispetto. 

 

 

La stradetta verso 007

 

la via di fuga verso est

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La procura di Cosenza accelera sulle indagini che riguardano l’ASP cosentina ed invia un avviso di conclusione delle indagini.

Parliamo di quattro importanti figure quali:

-il direttore amministrativo dott Aldo Senatore;

-l’ex direttore sanitario dottLuigi Palumbo, che ha svolto anche temporaneamente le funzioni di direttoe generale dell’ASP cosentina;

-la dirigente del distretto tirreno dottoressa Giuliana Bernaudo;

-il dott Carmine Bruno responsabile del procedimento.

I fatti contestati risalgono al dicembre 2014 .

Sembra ci si riferisca a quanto connesso con la delibera del direttore generale n 2524 del 2 dicembre 2014.

 

Sembra ci si riferisca all'assunzione di una collaboratrice in materie giuridiche per l'attivazione di uno sportello di informazione e orientamento.

L'incarico, fu cassato con una delibera dopo qualche settimana, e sarebbe stato a titolo gratuito. Secondo l'accusa, però, non sussistevano però le esigenze da parte dell'Asp e l'affidamento dell'incarico sarebbe avvenuto senza tener conto del personale già in servizio.

Da qui l’accusa di abuso d’ufficio.

Ricordiamo comunque che si tratta di una comunicazione scritta che mira a garantire il diritto di difesa costituzionalmente garantito con l’invito ad esercitare la facoltà di nominare un difensore di fiducia.

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lagoGli amministratori e i dipendenti del comune di Lago, unitamente a quelli di Amantea, Cleto e Longobardi si ritroveranno il prossimo 25 gennaio, a partire dalle ore 15.30 presso la sala consiliare del centro nepetino, per discutere e confrontarsi su quanto regolato dalla legge 190/2012 e sulle tematiche dell’anticorruzione nella gestione della cosa pubblica.

 

L’incontro, introdotto dalla presenza di Nicola Falcone che ha effettuato molte ricerche sull’argomento, ha anche finalità formative, tanto che ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.

«Per avversare il malaffare amministrativo – evidenza il sindaco di Lago Vittorio Cupelli – esiste un articolato quadro di norme del Codice penale che rappresenta, nel complesso, la via giudiziaria contro il fenomeno corruttivo nella Pubblica Amministrazione. Dal 2012 il legislatore ha imboccato un’ulteriore “via”, mediante leggi dirette a rafforzare le logiche di prevenzione della corruzione.

 

La legge 190 del 2012 e le normative derivate inducono gli enti a strutturare un percorso possibilmente “auto-organizzativo” attraverso l'adozione di proprie misure di prevenzione. Da qui la necessità di interagire tra comuni vicini, allo scopo di scambiarsi idee ed opinioni, per dare forma e sostanza ad un percorso che sia quanto più condiviso e lineare.

Il presupposto logico alla base di questo modus operandi è che le misure di tipo penale e repressivo non siano più sufficienti ad affrontare il dilagare del fenomeno corruttivo, perché giungono solo a posteriori. Urge dunque prevenire. La Legge 190 è la fonte primaria della moderna prevenzione alla corruzione: sollecita una pluralità di ruoli volti al controllo; rafforza la funzione della Corte dei conti e concede più azione alla Prefettura; pone l'esigenza di un Piano nazionale anticorruzione; obbliga le singole ad adottare un proprio piano triennale di prevenzione della corruzione; promuove l’adozione di un codice “interno” di comportamento; introduce prescrizioni specifiche, come la tutela delle segnalazioni di illeciti da parte degli stessi dipendenti. Agli stessi impiegati, infatti, si pone il divieto di ricevere regali.

La norma in sé, pur difficilmente evitando comportamenti di corruzione perché, presumibilmente, chi è intenzionato a accettare tangenti non si fa certamente intimorire da potenziali sanzioni disciplinari, aggredisce la zona grigia delle condotte.

I dipendenti, inoltre, sono tenuti a segnalare al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito di cui siano venuti a conoscenza e devono astenersi su decisioni e attività amministrative in presenza di interessi propri o di parenti.

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