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Dopo Scilla ecco le altre 5 case della salute pronte per il loro percorso attuativo

 

 

Sono Mesoraca, Cariati, Siderno, Chiaravalle e San Marco Argentano.

Restano fuori Trebisacce e Praia a Mare, perché dotati di ospedale e che hanno ottenuto un pronunciamento da parte del Consiglio di Stato per la loro riapertura.

Ne abbiamo parlato (e scritto) ricordando che nei Fondi POR-FESR 2007/2013 e poi sui fondi PAC (Piano di Azione e Coesione), era stata postata la somma di 67 milioni di Euro.

Oggi, dopo la firma delle convenzioni da parte di Salvatore Lopresti responsabile dell’Unità di progetto regionale, il dirigente generale del dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria, Paolo Praticò ha confermato i fondi per le convenzioni già firmate per un valore pari a euro 48.952.332,43 a cui si aggiunge un ulteriore milione di euro per i Fondi destinati al gruppo di lavoro ed agli esperti che dovranno occuparsi delle analisi relative alla fattibilità economica e sociale, di quelle sui costi-benefici e della fattibilità finanziaria per le fasi di costruzione e gestione.

 

Amantea è fuori. Almeno per il momento.

Stiamo aspettando la conferma della prima valutazione positiva avuta dal dr Fatarella ad una casa della salute anche per Amantea ed ovviamente previa una proposta tecnica allo studio da prima di Natale 2015

Una conferma che potrebbe aversi a fine febbraio 2016. Sperabilmente.

 

Abbiamo ricordato che :

Scilla che vanta 5.063 abitanti

Mesoraca che vanta 6.624 abitanti

Cariati che vanta 8.626 abitanti

Siderno che vanta 18.120 abitanti

Chiaravalle Centrale che vanta 5.839 abitanti

San Marco Argentano che vanta 7.417 abitanti

Praia a mare che vanta 6.715 abitanti

Trebisacce che vanta 9.025 abitanti

 

Amantea che vanta 13.996 abitanti.

 

E per Amantea non sono stati, e quindi non sono previsti oggi, i necessari finanziamenti.

Tutto in salita, quindi, per la nostra città, che come tante altre volte nella sua millenaria storia deve lottare per sopravvivere ed ancora oggi è in attesa del suo eroe, poco importa che si chiami Robin Hood o Don Chisciotte .

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Sembra si sia addormentata la vicenda dei vigili di Amantea. Probabilmente gli unici in Italia a non essere stati stabilizzati.

 

Parliamo di Vigili precari, alcuni dei quali muniti di laurea, ma che non hanno superato il concorso apposito bandito dall’amministrazione comunale. E si tratta, come noto, di un posto di categoria “B”, al quale, cioè, si accede con il diploma .

 

O meglio, soltanto una di loro lo ha superato, guarda caso quella che ha prestato servizio per minor tempo delle altre, quasi a voler significare che la esperienza derivante dalla prestazione del servizio non determina il possesso o lo sviluppo delle conoscenze utili a prestare il servizio medesimo.

 

Ovvia la domanda che si sono posti tutti : ma i vigili precari, allora, erano quasi tutti inidonei alle mansioni svolte , come accertato dalla commissione di concorso?

Possibile che i vari comandanti succedutisi non se ne siano accorti, rimuovendoli dall’incarico?.

E possibile, ancora, che gli amministratori succedutisi negli anni non se ne siano accorti ed abbiano per un decennio rinnovato l’incarico ai medesimi precari? Domande destinate a restare senza risposta.

 

Sono anche questi gli interrogativi che si pongono i vigili precari rimasti senza lavoro e che hanno perso la speranza di essere utilizzati dal “loro” comune.

Quasi persa la speranza. Perché , in verità, non demordono e stando a quanto si dice hanno dato incarico a legale di fiducia di proporre ogni possibile azione a tutela di quello che ritengono sia un loro sostanziale diritto.

Quali le forme della tutela non sono però note. Anzi, in verità, sono ancora oggetto di approfondita valutazione. Potrebbe essere un ricorso al tribunale amministrativo catanzarese , o forse un ricorso al Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Paola, se non altro.

 

Già! Perché si tratta di una vicenda che viene da lontano e che forse andrà anche lontano.

“Siamo delusi. Fortemente delusi. Anche perché si trattava di un posto part-time. E perché la dotazione organica della Polizia Municipale amanteana è assolutamente insufficiente per un comune di quasi 15 mila abitanti, al punto che è raro vedere in giro, a piedi intendiamo, i nostri amici vigili urbani. La carenza si avverte soprattutto nella frazione di Campora San Giovanni. Quando c’eravamo noi la situazione era ben diversa.”. Questo è il senso del loro pensiero comune.

 

Ed anche la gente sussurra che “Per fortuna che si vedono in strada i “vigilini” delle strisce blu!”. Almeno loro, anche se non bastano, ovviamente.

“E la carenza- continuano i vigili precari- si vede sempre più anche dai comportamenti degli utenti della strada”. “Anzi -concludono- prima o dopo avverrà qualche incidente che darà la misura della assenza del controllo della città. Nessuna colpa agli ex colleghi, per amore del cielo, ma la scelta delle opere pubbliche in luogo del personale non è stata e non è accettabile. Ad Amantea ormai il lavoro si trova solo emigrando!”.

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Spes ultima dea, dicevano gli antichi romani. Parliamo, cioè, della speranza di ritornare ad avere il carnevale di Amantea come era negli anni passati, ricco di straordinari carri, di bellissimi gruppi, vivamente partecipato, capace di attrarre spettatori sorridenti da ogni dove della Calabria, di essere e dare un volto qualificato e propositivo al nostro territorio.

 

Una speranza fondata sull’amore per la città.

Si! Perché tra i tanti dubbi relativi alle ragioni dell’innegabile fallimento di questa edizione esiste una sola certezza.

Il carnevale di Amantea non appartiene a nessuno. È di tutti.

 

E non solo di Amantea e degli amanteani, Campora compresa ed in primis, ma anche Belmonte Calabro, Longobardi, Lago, Fiumefreddo Bruzio, Serra d’Aiello, Cleto, Aiello Calabro, Falconara Albanese.

E proprio perché si tratta, da tempo, in verità, di un carnevale del comprensorio è necessario, indispensabile, che esso sia sorretto dalle stesse amministrazioni comunali.

Già, perché i carri e le maschere possono ( forse devono ) parlare delle diverse realtà locali, ognuna delle quali distinta dalle altre, devono essere esemplificativi delle diverse qualità artigianali ( pensate soltanto ai vestiti) , in quella che può essere una gara al divertimento, alla gioia, alla simpatia .

 

Un carnevale senza vinti o vincitori. Un carnevale diverso!

Pensate, solo per esempio, se dopo il carnevale ogni comune esponesse i propri carri sulla Statale 18 e tutto venisse , pubblicizzato come il “carnevale più lungo del mondo” , coi i suoi 15 km da Campora a Falconara!

15 km di sorrisi. Almeno 10 aree dove fermarsi per mostrare ai bambini i carri del carnevale di Calabria e le foto dello stesso, i giovani sorridenti, le foto dei gruppi mentre ballano; la Calabria vera e migliore.

Ma c’è molto altro da fare per avere un carnevale diverso, a cominciare dalla scuola per cartonisti.

 

Tutto possibile. Difficile ma possibile e per questo da fare insieme.

Ed insieme significa con l’impegno ed il governo della amministrazione comunale che deve assumere a sè tutte le responsabilità del caso.

Troppo facile vantarsi del carnevale quando va bene e defilarsi quando va male.

Tanto più quando il fallimento di questa edizione era nelle corde.

Un fallimento annunciato.

 

Non è certamente un caso che proprio ex ( bravi ) carristi abbiano portato in scena il funerale del carnevale, sdrammatizzandone la morte quasi ad indicare la possibilità della sua resurrezione. Non a caso ad accompagnare la cassa anche qualche politico amanteano più realista e che ha avuto il coraggio di segnalare e segnalarsi avendo colto il malessere imperversante sin da subito.

E sono convinto che il comitato Brusco che tanto ha fatto per il carnevale di Amantea e che ha le sue responsabilità , non da solo, certamente, ha compreso di dover restituire il carnevale alla città e per essa all’amministrazione comunale.

Una provocazione , forse, ma pur necessaria.

Ma una provocazione che, se colta positivamente, può far risorgere il carnevale dl Basso Tirreno Cosentino.

Non è tempo di caccia ai responsabili ( forse lo siamo tutti) ma certamente non è tempo di perdonismo.

Ormai tutti sono delusi e domani diventeranno arrabbiati.

Abbiamo sentito i ragazzi della scuola di ballo di Lago domandarsi, profondamente delusi, “ E’ questo è il carnevale di Amantea………?”

Abbiamo sentito un professionista amanteano dire “ Siamo riusciti a farci superare anche nel carnevale dai nostri “amici” paolani!

 

Ci hanno detto di aver visto centinaia di amanteani al carnevale di Nocera Terinese.

Ed altrettanto al carnevale congiunto di Fiuemefreddo e Longobardi.

Possiamo anche ricordare che un politico amanteano alle 14 di martedì grasso ha sollecitato la presenza ad Amantea del carro di Campora. Non solo la presenza non si è avuta ma la risposta è stata forte e non presta adito a speranza di pace e di collaborazione, se prima non cambiano le cose.

Non so dirvi se esiste spazio per una pacificazione.

Certo è che siamo al punto più basso dagli ultimi venti anni e più e questo è inaccettabile .

Vale il caso di ricordare che “ i ciucci si ncugnunu e li varrili si rumpunu!

Ed a perderci è solo Amantea e la sua economia.

Basta allora.

La Giunta si incontri , sciolga le riserve ancora presenti tra gli amministratori, designi uno o più nuovi responsabili, dotati di ampi poteri , che si stimolino e si avvalgano di nuove energie, cominciando SUBITO il nuovo percorso per il carnevale 2017

La nostra città merita ben altro !

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