Un vecchio detto calabrese dice che se tocchi la ferita dell’asino ( a contra) l’animale si lamenta , raglia e “sgrille” , cioè si agita, scalcia.
Solo che noi non sapevamo che avesse una “contra” e soprattutto pensavamo ( forse ci illudevamo) che fosse un cavallo. Evidentemente non era così . Affatto.
Ed appena se ne è data l’occasione il finto cavallo ha ragliato.
Tra l’altro noi non pensavamo che fosse un asino, anche, perché vestiva in giacca e cravatta. Solo dopo abbiamo saputo del detto di Stephen King.
Bene, comunque. Ora la frittata è fatta. L’asino ha scalciato e noi ne siamo rimasti colpiti. Lievemente, per fortuna.
Ma abbiamo scoperto il nervo scoperto e non potremo certo stare zitti. Non è nelle nostre corde.
Certo staremo attenti ai calci del finto cavallo, guarderemo negli occhi questi animali che approfittano della zampe per tirare calci , gliele legheremo, ma non staremo in silenzio. Affatto!
Anzi se necessario , e questo è solo un anticipo, denunceremo questi asini e le loro malefatte, subendo, anche le loro vigliacche reazioni.
Non ci lasceremo intimidire. Da nessuno!
Continueremo per quanto ci sarà possibile a denunciare gli errori o le vere e proprie porcherie alle quali assisteremo
Non staremo con le mani in mani a vedere Amantea che muore , la correttezza che scompare, la giustizia che si sfilaccia fino a non tenere più la società amanteana.
Non siamo Robin Hood, non siamo Zorro, non siamo Maciste, ma non manchiamo né di forza morale, né di dignità e di coraggio.
Il vecchio tratto della SS18 che da Acquicella porta ad attraversare il ponte azzurro sul Catocastro è stato trasferito molti anni fa nella competenza del comune di Amantea e riteniamo di ricordare bene senza che fosse preventivamente messo in sufficiente sicurezza.
E’ da supporre, pertanto, che la manutenzione di tale tratto di strada si appartenga al comune di Amantea e non all’ente provincia, competente, invece , per la ex strada statale 278 di Potame poi dal 2002 diventata strada provinciale 257.
Non si tratta di una mera esercitazione amministrativa. Affatto.
Il problema riguarda, come si rileva dalla foto, il fatto che il parapetto lato valle che sta crollando.
Le barre verticali si sono talmente arrugginite che si sono staccate dai supporti.
In conseguenza si sono inclinate e sono pronte a cadere sulla strada comunale.
E questo sarebbe il meno, considerato il traffico scarso che transita su tale strada.
Ben più grave sarebbe la caduta del parapetto sulla sottostante strada provinciale.
Nè ci sembra in condizioni di sicurezza il parapetto lato monte.
Ricordiamo che la strada ss18 venne realizzata negli anni venti e la provinciale sp 257 agli inizi degli anni settanta ( compreso il parapetto) e cioè circa 45 anni fa senza che esso , ci sembra, sia stato mai sostituito.
Non si disdegni l’ente di sostituirlo o quantomeno di rimuoverlo o metterlo in sicurezza.
“Andate, andate a vedere!“ Mi dice un commerciante del mercato indicando il mercato degli agricoltori.
Alla mia faccia sorpresa, la integrazione.
“Ci sono i vigili urbani ! Ne abbiamo chiesto inutilmente la presenza e l’intervento tante volte, qui al mercato, ma solo ora sono arrivati . Assistono i NAS”.
Continua la mia sorpresa ma rinvio i chiarimenti ed entro nel mercato.
“Ci sono i NAS-mi informa un commerciante – e stanno sequestrando tutto!”
Faccio qualche passo ed incontro un contadino che sta caricando la mercanzia rimastagli.
E’ triste, ha le lacrime agli occhi.
Mi accoglie che un commento esaustivo :“ Un buon inizio d’anno”.
Gli hanno sequestrato salumi , formaggi e sott’oli.
Giorni e giorni di duro lavoro volati via.
Ma è la legge, la dura legge.
Ne vedo un altro di questi piccoli produttori agricoli le cui madri , mogli e figli hanno le mani d’oro e sfornano gustosi salumi, formaggi , olive e melanzane sott’olio.
Anche a suo carico un sequestro.
Anche lui è triste ed arrabbiato.
Ed eccoli in fondo nella zona a sud, insieme con la Polizia municipale .
C’è il comandante Caruso e quattro vigili oltre che i due agenti dei NAS.
Ancora un altro sequestro ad un altro contadino.
Ancora un altro produttore a carico del quale viene eseguito un altro rilevante sequestro di merce.
Altre persone arrabbiate.
Sono i primi consumatori dei loro stessi prodotti, secondo una tradizione calabrese se non millenaria quanto meno secolare, e sanno che si tratta di merce sana , fatta con tecniche antiche e che offrono totale garanzia igienica sanitaria.
Sono piccoli produttori che integrano il reddito aziendale grazie a queste produzioni e non comprendono perché da loro si pretendano comportamenti tipici delle medio e grandi aziende senza alcuna tolleranza normativa per i piccoli , per le produzioni artigiane.
Un cittadino criticamente osserva : “Purtroppo non avremo mai i risultati delle indagini sanitarie di stamani. Un limite gravissimo della nostra legislazione sanitaria. Sarebbe invece corretto che anche i NAS pubblicassero gli esiti su un loro sito perche accedendovi si sapesse da quali prodotti e di da quali aziende ci si debba tutelare e anche quali consumare.”
“Non basta” aggiunge un altro “ Ora spetta a tutti gli altri produttori agricoli della provincia di Cosenza.”
Sarà sicuramente così.