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bracereL’Italia è sotto la morsa del gelo. E’ tornata la neve e i fiocchi bianchi hanno coperto le montagne e le colline della Calabria. Anche Roma si è svegliata sotto la neve. E’ uno spettacolo vedere Piazza San Pietro e il Colosseo sotto la bianca coltre di neve. I turisti sembrano felicissimi. A Torino è stata rinviata la partita di calcio Juventus – Atalanta per impraticabilità del campo, causa una copiosa nevicata prima dell’inizio della gara. Anche il nostro Monte Cocuzzo è bello a vedersi. E’ tutto bianco. La neve tanto attesa dagli amanti dello sci è tornata ad imbiancare tutto il territorio silano. La perturbazione è iniziata la scorsa settimana e secondo i meteorologi proseguirà per alcuni giorni. L’ondata di freddo proveniente dalla Siberia ha iniziato già a farsi sentire anche a Cosenza e dintorni. La temperatura si è abbassata notevolmente di diversi gradi. In alcune località della Sila ha raggiunto i -15 gradi. E la colonnina di mercurio tenderà a scendere ancora. Se la neve e la pioggia sono necessarie per l’agricoltura e per l’approviggionamento idrico, il repentino abbassamento della temperatura potrebbe danneggiare gli ortaggi, ma principalmente gli alberi da frutta che in alcune zone sono già con le gemme gonfie. Le gelate notturne potrebbero causare gravi danni come è capitato a gennaio dello scorso anno. Questa ondata di freddo siberiano di notevole portata ha colpito tutto il territorio nazionale e durerà per molti giorni. A Trieste la bora soffia ad oltre 150 Km all’ora. Dicono gli esperti fino ai primi di marzo e le regioni più colpite saranno quelle del Sud. La circolazione sulle nostre strade è regolare. Necessarie le catene a bordo o pneumatici da neve. Ieri sera siamo stati fermati dalla Polizia di Stato allo svincolo di Falerna ed hanno verificato se nella autovettura ci fossero davvero le catene. Una precauzione che servirà ad evitare i gravi disagi causati lo scorso inverno da alcuni automobilisti imprudenti. Qualche disagio viene segnalato nelle strade interne collinari e silane. Io, che sono una persona anziana, soffro il freddo e sono stato costretto a restare chiuso in casa. Non avendo molto da fare ho preso un vecchio libro in mano, “Cuore”, di Edmondo de Amicis, e ho incominciato a leggere alcune pagine. Ecco cosa scriveva il de Amicis sabato 10 dicembre di tantissimi anni fa quando la neve non faceva tanta paura e non arrecava tanti danni:- Addio passeggiate! Ecco la bella amica dei ragazzi. Ecco la prima neve. Fin da ieri sera vien giù a fiocchi fitti e lunghi come fiori di gelsomino. Era un piacere questa mattina alla scuola vederla venire contro le vetrate e ammantarsi sui davanzali; anche il maestro guardava e si fregava le mani e tutti eran contenti pensando a fare alle palle, e al ghiaccio che verrà dopo, e al focolino di casa. Che bellezza, che festa fu all’uscita! Tutti a scavallar per la strada, gridando e sbracciando, e a pigliare manate di neve e a zampettarci dentro come cagnolini nell’acqua. Tutti i nostri zaini in pochi momenti furono bianchi… Tutti parevano fuori di sé dall’allegrezza… Il calabrese che non aveva mai toccato la neve se ne fece una pallottola e si mise a mangiarla come una pesca. Anche le maestre uscivano dalla scuola di corsa ridendo. Centinaia di ragazze passavano strillando e galoppando su quel tappeto candido… E i maestri e i bidelli gridavano:- A casa, a casa! -, ingoiando i fiocchi di neve e imbiancandosi i baffi e la barba. Ma anch’essi ridevano a quella baldoria di scolari che festeggiavano l’inverno -.

Adesso tutto ciò non può accadere, perché le cose sono cambiate e la società di oggi non è più quella ai tempi di De Amicis, perché appena incominciano a cadere i primi fiocchi di neve i sindaci e i dirigenti scolastici fanno chiudere le scuole. Addio risate! Addio baldorie! Addio palle di neve! E le mamme che invitano i propri figli a stare chiusi in casa perché fuori fa freddo e nevica e potrebbero prendere il raffreddore. Attento che cadi! Guarda dove metti i piedi! Hai indossato i dopo sci? E il cappellino di lana? E il cappotto pesante? E i guanti dove li hai messi? Come cambia il mondo e come cambiano gli usi e i costumi. Non ci sono più scuole sepolte dalla neve, nude e tetre come spelonche, dove i ragazzi soffocano dal fumo e battono i denti dal freddo. E non ci sono più scolari che scendono dalle montagne portando nelle mani sanguinanti di geloni un pezzo di legno per riscaldare la scuola. Altri tempi.

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impresaNegli anni della crisi gli italiani hanno dovuto rispolverare il coraggio di fare impresa, e data la scarsità di lavoro dipendente, hanno innescato un vero boom di liberi professionisti legati a nuove tipologie di lavori. Stando ai dati di Confcommercio, negli ultimi anni è cresciuto del 51,6% l’esercito dei nuovi professionisti indipendenti, mentre fanno registrare segni positivi di incremento anche i liberi professionisti (+14,8%) e quelli iscritti agli ordini (+5,8%).

La tendenza, vista la difficoltà nel trovare occupazione da lavoro dipendente, è quella di crearsi una propria professione, e a salire alla ribalta sono figure regolamentate, ma che non hanno un ordine, come le guide turistiche, informatici, i wedding planner, amministratori di condominio, consulenti tributari, designer, grafici e i formatori. Cresce negli italiani la voglia e necessità di inventarsi un proprio lavoro indipendente per garantirsi un’occupazione e un reddito accettabile, e grazie alla continua crescita e possibilità che il web offre, sono diverse le nuove figure professionali ricercate da privati e aziende. Internet offre diverse soluzioni sia per chi cerca un primo reddito, sia per coloro che vogliono arrotondare lo stipendio e fare soldi da casa. Grazie alle risorse e indicazioni offerte da portali editoriali esperti del settore come Intraprendere.net è possibile trovare il modo per fare soldi da casa, o per avviare una nuova professione, attraverso una serie di utili idee e consigli che permettono di generare un reddito primario o secondario. Data entry, finanza e investimenti, vendita online, professioni digitali, sharing economy, abilità personali, questi sono solo alcuni dei campi in cui Intraprendere mette a disposizione guide e indicazioni su come iniziare a guadagnare online seriamente.

Tornando ai dati pubblicati da Confcommercio, a livello geografico, il boom di nuove libere professioni si registra principalmente nel Mezzogiorno, dove si è registrato un calo degli occupati di oltre mezzo milione, tra il 2009 e il 2015, a cui si contrappone un aumento dei professionisti indipendenti del 73%. La ricerca pone in evidenza come siano più di 1,3 milioni i liberi professionisti, pari al 6% dell’occupazione complessiva, con un reddito medio pro capite di 38mila euro. La maggioranza di essi è iscritta ad un albo professionale o ad un ordine (983mila), con un reddito pro capite di 45mila euro, mentre le nuove professioni arrivano a toccare quota 344mila con un reddito medio pro capite di 16.500 euro.

Per quanto concerne i redditi dei liberi professionisti, la ricerca Confcommercio segnala che nel periodo 2008/15 si è avuta una contrazione del 13%, con i non ordinistici che fanno segnare un calo maggiore (-23%). Dagli stessi dati emerge come siano coloro che operano nella consulenza gestionale e nei servizi informatici ad avere maggiori guadagni annui.

L’Italia si pone sempre di più come un paese in cui le partite IVA la fanno da padrone, ora però la nazione ha di fronte un compito importante, quello di valorizzare queste professionalità. Questo è possibile solo attraverso la risoluzione dei problemi legati all’accesso di burocrazia e fisco, due punti fondamentali che altrimenti continuerebbero a relegare tali figure lavorative ad un ruolo marginale nel mercato del lavoro.

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Lissone, 24 febbraio 2018 - Costretta a dormire all’addiaccio, rannicchiata sul sedile posteriore di una vecchia Fiat Punto, nonostante una grave malattia invalidante che l’affligge ormai da parecchi anni.

 

Un’incredibile storia quella di Elena Caccialanza, 77 anni originaria di Lodi ma da tempo residente in Brianza assieme al figlio Massimo Carati con il quale condivide questi momenti di estrema indigenza.

Due bravissime persone che con grande riservatezza e dignità cercano di sbarcare il lunario. Da quasi una settimana mamma e figlio sono costretti a dormire in macchina dopo essere stati scacciati per morositàdal centro residenziale di via Botticelli a Lissone.

«Purtroppo - ha dichiarato Massimo Carati - non siamo riusciti a fronteggiare il debito che si era accumulato negli ultimi mesi. Il direttore ci ha posto delle scadenze che non potevamo sottoscrivere e così ci siamo ritrovati per strada. La mia più grande preoccupazione è la mamma che ha subito una doppia embolia polmonare e che quindi ha bisogno di cure, medicine e soprattutto di un ambiente caldo dove riposare. L’automobile non è certo la soluzione migliore».

Appartenenti a due famiglie lombarde doc, Elena Caccialanza e Massimo Carati chiedono un tetto sotto il quale potere dormire tranquilli: «Abbiamo sempre pagato fintanto che lavoravo. Oggi possiamo contare solamente sulla minima pensione di reversibiltà di mia mamma. Settecento euro che servono solo per pagare le medicine assai costose e l’unico pasto che possiamo permetterci nell’arco della giornata».

I guai per Elena e Massimo sono iniziati nel 2015 quando furono costretti a lasciare il piccolo appartamento in affitto dove abitavano a Concorezzo. Massimo aveva un lavoro come custode addetto alla sicurezza. Una occupazione sfumata a causa della chiusura della ditta dove lavorava: «Inizialmente i servizi sociali del comune ci hanno trovato una sistemazione provvisoria presso alcuni ostelli di Monza. Poi mia mamma, a causa della malattia, è stata ricoverata in una struttura a Casalbeltrame presso Novara ed io ho resistito dormendo in auto.

Racimolavo qualche soldo grazie ad una borsa di lavoro regionale come informatico a 300 euro mensili. Nel luglio scorso mia mamma è stata dimessa ed è tornata a vivere con me. Il comune di Concorezzo ci ha pagato i primi due mesi al centro di via Botticelli a Lissone. Per alcuni mesi abbiamo regolarmente pagato i 720 euro mensili .

Purtroppo mia mamma è caduta procurandosi la frattura di una gamba. I pochi soldi che avevamo se ne sono andati per l’acquisto delle costose medicine e per la riabilitazione».

Anche la burocrazia sta mettendo i bastoni tra le ruote : «Ci siamo rivolti al comune di Lissone - ha affermato l’uomo alla disperata ricerca di un lavoro - in attesa del cambio di residenza. I servizi sociali ci hanno risposto che ci vuole del tempo prima che possano prenderci in carico. Anche la possibilità di andare a dormire in un dormitorio ci sta creando problemi perchè bisogna aspettare i tempi burocratici delle vaccinazioni obbligatorie. Intanto non sappiamo proprio dove andare a dormire».

Quella di mamma Elena e del figlio Massimo non è che la punta emergente di una povertà che anche in Brianza si sta allargando a macchia d’olio. Si fa un gran parlare degli aiuti giustamente distribuiti agli immigrati ma con altrettanta equità bisognerebbe provvedere alle necessità di tante altre persone che, certamente con minore visibilità, sono costrette a chiedere aiuto per superare un momento di grave difficoltà. In questi casi i servizi sociali non possono certo trincerarsi dietro le carte e la burocrazia ma dimostrare tutta la loro incisività a risolvere l’emergenza

Da Il Giorno

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