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Teatro alla Scala: applausi a Mattarella dai ceti dominanti
Martedì, 10 Dicembre 2019 13:18 Pubblicato in ItaliaAl Teatro la Scala di Milano la sera del 7 dicembre è andata in scena, inaugurando come al solito la nuova stagione lirica, la Tosca di Giacomo Puccini.
Era presente nella tribuna d’onore il Capo dello Stato Mattarella accompagnato per l’occasione dalla figlia Signora Laura, e nelle tribune laterali circondato da gente altolocata, da uomini politici attualmente al Governo e da vari esponenti dei ceti dominanti.
E il popolino?
Quello che si alza presto la mattina per prendere il tram, quello che lavora otto ore al giorno?
Quello non c’era. Non ci poteva essere.
Non c’erano gli operai, i cassintegrati, i precari, i disoccupati, quelli in cerca di prima occupazione, quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza, le casalinghe, i portinai, i facchini, i netturbini, le cassiere.
Un operaio o un lavoratore precario non può prendersi il lusso di pagare il biglietto d’entrata al Teatro 3000 euro, cifra che corrisponde più o meno a tre stipendi di un lavoratore normale.
La prima è riservata a persone alto borghesi, agli industriali, agli uomini di Governo, ai vari Magistrati di grido, agli esponenti dei ceti dominanti, ai ricchi, a quelli che mangiano giornalmente ostriche e caviale, a quelli che indossano vestiti griffati.
Questi e solo questi hanno lungamente applaudito il Capo dello Stato.
Molti giornalisti hanno commentato positivamente la lunga ovazione ricevuta, oltre quattro minuti, pochi l’hanno commentata negativamente tra cui il filosofo che la sera vediamo spesso in televisione nei vari talk show Diego Fusaro e il giornalista Daniele Capezzone.
Macabro spettacolo, non vi era la sera del 7 dicembre alla Scala di Milano neppure un operaio, neppure un fattorino.
Spettacolo riservato solo ed esclusivamente a persone alto borghesi che vivono al centro delle grandi città, che si spostano con Ferrari e Lamborghini, che si cibano di ostriche e caviale, alla faccia della povera gente che non arriva neppure alla fine del mese e si deve accontentare della generosità dei volontari della Caritas e dei centri del Banco alimentare.
I lavoratori, quelli veri, erano fuori al freddo tenuti a bada dalle Forze dell’Ordine per evitare eventuali disordini e contestazioni, che non ci sono stati, perché non hanno nessun diritto di accedere allo spettacolo.
Niente parolacce, niente insulti, niente lancio di uova marce, niente carica della Polizia.
Quindi per Fusaro e Capezzone il nostro Presidente della Repubblica, uomo di grande levatura morale, è stato applaudito e celebrato soltanto da una minoranza di borghesi e di radical chic che non rappresentano la maggioranza del popolo italiano.
E quei lunghi applausi non sono rappresentativi del vero sentimento diffuso nel paese con le gravi crisi in atto dell’Alitalia e delle acciaierie di Taranto, con ponti che crollano, autostrade chiuse, fiumi che straripano, terremotati che ancora dopo tanti anni non sono rientrati nelle loro case gravemente danneggiate, alluvioni che danneggiano le colture, sardine che protestano nelle varie piazze italiane contro Salvini, il razzismo e il fascismo, tasse che aumentano, spazzatura che invade strade e marciapiedi, autobus urbani che bruciano, diplomati e laureati che abbandonano i loro cari e i loro affetti e migrano all’estero.
Geniale la vignetta postata dal social in cui si vede raffigurata una coppia molto ricca e ben vestita che, uscendo dal teatro, di fronte alla mano tesa di un mendicante, commenta con disprezzo:- Attenta cara, c’è un altro di quei fascio populisti-.
Ndr Grande Francesco. Uno dei pochi che ama la verità!
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Sono stata costretta a leggere sui giornali e sui siti web una nota anonima, cioè non firmata, secondo un vezzo troppo comodo perchè rende impossibile capire cosa e chi ci sia dietro e dare risposte, anche giudiziarie, edita da Vivi Amantea e nella quale mi si attacca pur essendo palesemente incolpevole di quanto ascrittomi.
Non ci sto più. Ora basta.
E mi vedo costretta a reagire .
Mi sembra inaccettabile che l'assessore Giusta si impegni a fare le luminarie e Vivi Amantea accusi supposte mie responsabilità.
E tutto questo pur avendo firmato la proposta di delibera di giunta per le luminarie presentata dal dr Caruso ma che poi non ha avuto l'esito sperato.
Ed è inverosimile che gli anonimi di Vivi Amantea non si informino su quanto( purtroppo) succede nel nostro comune e di chi sono le responsabilità di cosa avviene.
E che cosa significa affermare " Voi nel commercio avete dimostrato davvero ZERO! " e poi dichiarare che " E nel Turismo ancora meno." Meno di ZERO!
Che c'entrano le luminarie non realizzate ed i lampioni con le lampadine fulminate con il turismo.
E' facile capire che qualcuno ce l'ha con la mia persona e mi trascina per i capelli in una vicenda nella quale c'entro ben poco.
Sono addolorata che Amantea non attiri più e che voi commercianti non abbiate più clienti che riempiano i vostri negozi.
Ma un tempo era proprio il commercio il maggior attrattore amanteano, non certamente la luminarie.
Se Amantea attira poco, magari è perchè la gente non trova parcheggi, non per le luminarie, ma di questo nessuno parla.
Addirittura ci accusate di indurre la vostra chiusura quando affermate che il sistema commerciale è eccessivo rispetto alla utenza ordinaria dichiarando "Ma vi rendete conto che se il commercio sarà costretto a contrarsi per essere funzionale alla sola Amantea, più di tre quarti dei negozi non servirebbe più? ", come se l'amministrazione comunale VI abbia indotto ad aprire nuovi negozi e nuovi esercizi pubblici.
Non scherzate.
Il vero problema è che Amantea è diventata sempre più povera , che non c'è più lavoro, ( l'ultimo ufficio pubblico fu quello del giudice di pace), che la sanità non da più lavoro( dov'è la casa della salute), che il comune non da più lavoro, che c'è stata una imponente flessione dell'edilizia perchè non si vendono più case e quindi non c'è lavoro per operai edili e per gli artigiani.
Si chiama recessione ed interessa tutta la Calabria.
E certamente non fa paura la vostra minaccia :" ... e se gli associati ci chiederanno di protestare noi lo faremo in tutte le forme consentite dalla legge ..." , ma perchè voi che scrivete allora non siete associati, come io sospetto!
Ed infine per quanto attiene alla vostra minaccia ".....se ci chiederanno le vostre dimissioni noi non esiteremo.....", la vostra nota in realtà già le contiene
Chiudo invitandovi a rileggere quanto scrivete !
Che significa "Noi siamo allo strenuo delle forze ( strenuo significa valoroso, audace, forse volevate dire STREMO)e non possiamo permetterci di aspettare ancora, abbiamo diritto di difendere le nostre attività e lo faremo.
Amantea, cari amici, si difende insieme . Attaccare politicamente od una parte scelta di essa non risolve i pur gravi problemi della nostra città.
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La Dda chiede il rinvio a giudizio di Orlandino Greco per voto di scambio
Lunedì, 09 Dicembre 2019 18:46 Pubblicato in PaolaSecondo la DDA i successi elettorali di Greco a Castrolibero nel 2008 e nel 2013 sarebbero stati ottenuti grazie al sostegno elettorale ricevuto, in cambio di denaro e assunzioni, dal gruppo criminale guidato da Michele Bruni, alias “Bella bella”, e dal clan “Rango-Zingari”
Dopo anni la Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio del consigliere regionale di centrosinistra Orlandino Greco, ex sindaco di Castrolibero, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale e voto di scambio.
Tra gli imputati figura anche Aldo Figliuzzi, ex assessore di Castrolibero la cui posizione, vista l’assenza durante l’udienza, è stata stralciata e sarà riunita al procedimento nella prossima udienza del 17 febbraio 2020.
Gli illeciti contestati agli imputati si riferiscono al periodo che va dal 2008 al 2013.
Secondo l’accusa, i successi elettorali di Greco a Castrolibero nel 2008 e nel 2013 sarebbero stati ottenuti grazie al sostegno elettorale ricevuto, in cambio di denaro e assunzioni, dal gruppo criminale guidato da Michele Bruni, alias “Bella bella”, e dal clan “Rango-Zingari”.
Nel corso dell’udienza, l’accusa – rappresentata dall’ex pm della Dda Pierpaolo Bruni, attuale procuratore della Procura di Paola – ha chiesto anche le condanne per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato:
Fabio Bruni, 6 anni e 2 mesi di reclusione;
Violetta Calabrese, un anno e 6 mesi;
Alessandro Esposito, 6 anni e 4 mesi di reclusione;
Mario Esposito, 6 anni 4 mesi;
Adolfo Fogetti, 3 anni e 6 mesi;
Ernesto Foggetti, 3 anni e 6 mesi;
Marco Foggetti, 4 anni e 8 mesi;
Massaro Marco, 3 anni e 8 mesi;
Giuseppe Prosperoso, 5 anni e 10 mesi.
Il prossimo 17 febbraio l’accusa si pronuncerà nei confronti di Figliuzzi e la parola passerà poi alle difese.
Oggi hanno parlato anche le parti civili costituite in giudizio, la Regione Calabria e il ministero dell’interno tramite l’Avvocatura dello Stato.
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