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Redazione TirrenoNews

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E’ ufficiale: Jole Santelli lascia la carica da vicesindaco

Lunedì, 09 Dicembre 2019 18:11 Pubblicato in Cosenza

COSENZA – Così come confermato alla nostra testata giornalistica, la parlamentare di Forza Italia Jole Santelli ha deciso di rassegnare le dimissioni da vicesindaco della città di Cosenza.

Ancora non si è espressa sulla motivazione precisa di questa sua scelta; per ora non ha voluto rilasciare dichiarazioni nel merito, ma è confermato l’abbandono della sua carica da vicesindaco.

 

Il nome della Santelli, numero due del sindaco, sulla cui candidatura la Lega ha posto un veto, sarebbe già emerso nel corso del vertice che si è svolto ad Arcore venerdì al quale hanno partecipato Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.

Mario Occhiuto, perciò, dovrà correre da solo alle elezioni del 26 gennaio e soprattutto non ha celato la sua delusione, tanto che ieri in un post sul suo profilo Facebook, l’ha resa pubblica, parlando di tradimento di persone amiche: “una manovra di palazzo” l’ha definita il sindaco aggiungendo “il dispiacere e l’amarezza del tradimento da parte di persone che ritenevi amiche e che hai sempre gratificato e che trovi oggi impegnate, con manovre davvero misere, nel tentativo di sostituirti”

Calabria Verde, salvate il Generale Mariggiò (e Palla Palla)

Lunedì, 09 Dicembre 2019 17:57 Pubblicato in

Da Iacchite - 9 Dicembre 2019

Calabria Verde è nuovamente sotto attacco da parte della procura di Catanzaro.
Questa volta la conferma non viene dai soliti rumors ma bensì da una lettera (che assume la connotazione di “aperta“) che il Generale Mariggiò (tuttora commissario di Calabria Verde) aveva scritto nei mesi scorsi ai capi delle procure di Catanzaro e di Salerno nella quale in maniera abbastanza forte metteva in evidenza comportamenti “scorretti” che sarebbero scaduti nella illegalità da parte dei magistrati e forze dell’ordine che indagano nei suoi confronti.

La lettera è stata pubblicata qualche settimana fa da uno dei peggiori media di regime che infestano tuttora il panorama calabrese e sono al servizio di corrotti e traffichini.

Tralasciando il modus operandi di un ex (a questo punto) Generale dei Carabinieri, che con la sua lettera pubblica viene meno a qualsiasi giuramento nei confronti del suo Corpo di riferimento, si possono ipotizzare diversi scenari che giustificano questo comportamento così particolare da parte di un uomo delle istituzioni.

Prima ipotesi

Attacco stile Oliverio&Adamo nei confronti della magistratura, come per mettere le MANI AVANTI, perché – come confermato dallo stesso Generale nella sua lettera – ci sono delle indagini che colpiscono il Mariggiò e pertanto anche il presidente Oliverio (caso La Rupa, Manutenzione Automezzi, Illegittimità di vari incarichi, disastro ambientale, transazione imprenditore napoletano Matacena e cosi via…).

Ciò che colpisce di più è il modo con il quale il Generale inveisce sui magistrati e sulle forze dell’ordine. Infatti l’imputato Mariggiò senza mezzi termini mette in evidenza la malafede della Finanza e dei pm, l’incompetenza degli organi inquirenti e la ricerca di quest’ultimi di una vetrina mediatica per ottenere promozioni e prestigio… Da quale pulpito viene la predica, verrebbe istintivamente da replicare.

Ma c’è di più: Mariggiò arriva finanche a sfidare Gratteri (tanto ormai gli buttano merda addosso tutti, perché non dovrebbe farlo anche lui?) imitando in tutto e per tutto Palla Palla e Capu i Liuni… Certo, questa lettera potrebbe essere dettata dalla “paura” e pertanto la miglior difesa è l’attacco, con il solito corollario di “vittimismo pallapalliano”.

Seconda ipotesi

Il Mariggiò, da Generale dei Carabinieri, sa il fatto suo. Non si spaventa di nessuno e mette in evidenza le porcherie delle procure di Catanzaro e Castrovillari… Risulta così agli occhi della gente un uomo sicuro di quello che ha fatto, secondo la sua testa discretamente bacata… Perché poi dovrebbe spiegare ai cittadini come mai asseconda ancora i desiderata di un truffatore conclamato come Oliverio e di un ladro di stato come Adamo…

Terza ipotesi

La terza ipotesi è quella che preferiamo. Sembra di rivivere il film “Salvate il soldato Ryan”… in questo caso Mariggiò, uomo di legge e di politica.

Nella lettera, il buon commissario fa dei nomi quando invece sarebbe proprio il caso di non farli (parla dell’ex direttore generale Furgiuele, che gli riferisce delle indagini in corso su di lui, così come gli hanno ordinato Oliverio e Adamo…), rimprovera Gratteri colpito dal “presenzialismo mediatico” e descritto quasi come se fosse in preda ad estasi mediatica, ed infine preannuncia nuovi guai giudiziari ad Oliverio (in questo caso non serve un profeta…).

Quindi sembra proprio che il Generale mandi qualche messaggio a qualcuno avvertendolo “Caro amico, o mi tiri fuori da questo casino o faccio cadere il palazzo con tutti i cortigiani”. E i segnali ci sono tutti…

La sua presunta illegittimità ad operare (garantita dopo tre anni da un parere legale a pagamento di un avvocato già conosciuto per relazioni alquanto bizzarre), il mancato allontanamento di Furgiuele e le dichiarazioni riservate dello stesso al Generale, il mancato allontanamento dell’altro truffatore, Campanaro, e la necessità di ridimensionare la grana Cooperfin (tentativo andato a vuoto) ed infine tutte le porcherie fatte in nome e per conto di Oliverio (ultima quella di portare 150 forestali per riempire la sala della kermesse dei circoli Pd per la richiesta di ricandidatura del presidente…).

Voi dite che questi “messaggi” del Generale funzioneranno? Innanzitutto Mariggiò resta al suo posto e non si dimette, come pure aveva preannunciato. Poi ci sarà da vedere come va a finire questa storia di Oliverio che si ricandida alla Regione e infine rimane da verificare se Gratteri sarà messo in condizione di “attaccare” o, come al solito, sarà costretto a raccogliersi la coda tra le gambe e… presentare qualche altro libro.

Il primo gennaio prossimo uscirà nelle sale cinematografiche italiane il nuovo e tanto atteso film del comico Checco Zalone intitolato “Tolo Tolo”.

Ancora, quindi, non abbiamo avuto l’opportunità di vedere il film, ma abbiamo già capito di cosa il film tratta ascoltando la canzone “L’immigrato” che Checco ha lanciato per propagandare il suo nuovo film che avrà, senza dubbio, un successo strepitoso e un incasso da favola.

 

E già infuriano le polemiche sui social network, perché Checco viene accusato di razzista, fascista, non per il film ma per il video clip che ha lanciato. Alcune scene non sono piaciute al pubblico della rete. Per alcuni è razzista, per altri è antisalviniano. E intanto milioni di persone hanno visto il video e ora attendono con impazienza di vedere il film. L’obiettivo è stato raggiunto. Il successo assicurato. La canzone non è originale, è una parodia della canzone di Toto Cutugno “L’Italiano”. Protagonista è un uomo di colore, un immigrato che Checco ha utilizzato per mettere in scena la grave questione che vive oggi il popolo italiano: l’immigrazione. Tutto messo in scena con quella solita ironia bonaria che il comico solo lui sa fare. Ecco perché il pubblico lo ama e corre in massa ai botteghini per vedere i suoi film. Ci sono alcuni incontri che il comico fa con un immigrato, incontri che anche noi durante il giorno facciamo spesso nelle nostre città. Il primo incontro lo fa all’uscita di un supermercato mentre Checco spinge il carrello della spesa. Si avvicina l’immigrato e si offre di spingere lui il carrello pieno. Il secondo lo fa presso un distributore di benzina e l’immigrato si offre lui a mettere la benzina nel serbatoio. Il terzo incontro lo fa alla fermata della macchina ad un semaforo. Sempre lui, l’immigrato, si offre a pulire con uno straccio il parabrezza pretendendo in cambio qualche soldino:- Mi dai due euro per un panino?-. Ma la vera sorpresa è quando Checco alla fine della giornata ritorna a casa. E qui Checco al suo rientro trova l’immigrato che è diventato l’amante della moglie. Commenta sbalordito:-Sembra proprio che ti sei integrato-. Il video continua con Checco che si affaccia dal balcone di casa in stile Mussoliniano con posizione eretta, mani appoggiate sui fianchi, il petto in fuori, le gambe divaricate, la mascella protesa in avanti , testa in alto e attorniato da immigranti. Alla fine tutti e tre, Checco, la moglie e l’immigrato, si ritrovano coricati nello stesso letto.

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