
Redazione TirrenoNews
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“Finalmente dopo 2 anni di lavoro da parte della Commissione Straordinaria di Liquidazione siamo venuti a CONOSCENZA che l'importo complessivo stimato della MASSA PASSIVA è di Euro 43.764.525, 85.
Di certo esistono dei RESPONSABILI di questo fallimento dell'ente ed è giusto che la CITTÀ conosca i VERI ARTEFICI del DISSESTO DEL COMUNE DI AMANTEA.
Solo pochi giorni fa, qualche politico dalla FACCIA D'ANGELO, via Facebook, dichiarava che "se AMANTEA si trova in questo stato la colpa non è delle ultime AMMINISTRAZIONI ma di chi NON HA GOVERNATO".
Siamo a livelli di TSO...
Ora è doveroso da parte del SINDACO e di tutta la GIUNTA rendere PUBBLICI i dati del DISSESTO con i relativi RESPONSABILI e procedere LEGALMENTE contro questi SIGNORI che hanno UTILIZZATO le CASSE COMUNALI come SERBATOIO DI CONSENSI dissanguando la CITTÀ DI AMANTEA.
Non DEVONO PAGARE i cittadini per questo SCEMPIO con TASSE E TRIBUTI ai massimi livelli per avere, tra l'altro, ZERO SERVIZI.
DEVE RISPONDERNE CHI HA TRATTO VANTAGGI DA QUESTA GESTIONE SCELLERATA.
LA CITTÀ ASPETTA UNA RISPOSTA DA PARTE DELL'AMMINISTRAZIONE PIZZINO”.
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Cosenza: operazione “Testa del Serpente”, in esecuzione 18 misure cautelari
Venerdì, 13 Dicembre 2019 09:36 Pubblicato in CosenzaL’operazione della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro ha smantellato due clan della ‘ndrangheta della città
COSENZA – Il blitz ribattezzato “Testa del Serpente” è scattato all’alba oggi, e la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza stanno dando esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei 18 soggetti appartenenti ai due principali clan di ‘ndrangheta operanti a Cosenza
I due clan sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di omicidio, estorsione (tentata e consumata, vari episodi), porto e detenzione abusivi di arma (diversi episodi), ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, usura (diversi episodi), lesioni, tutti aggravati dalle modalità mafiose. Sono state eseguite perquisizioni in tutta la città.
Sembrerebbe dai primi riscontri che tra i soggetti raggiunti dal provvedimenti ci sia Roberto Porcaro, ritenuto reggente del clan tra l’altro assolto nei giorni scorsi in Appello dall’accusa di essere stato il mandante nell’omicidio Bruni.
Per quanto riguarda l’altro clan, quello degli Zingari, sarebbero coinvolto Luigi, Nicola, Marco e Francesco Abbruzzese.
Inoltre sarebbero state accertate anche estorsioni ai danni di imprenditori di Cosenza.
I due clan inoltre pare avessero a disposizione diverse armi alcune già sequestrate in diversi blitz compiuti a Cosenza.
Per quanto concerne lo spaccio di droga, i proventi, anche del pizzo, sarebbero confluiti nella cosiddetta ‘bacinella’.
Sarebbe coinvolto inoltre un poliziotto.
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“Si deve prioritariamente costruire o ri- costruire la consapevolezza di come si vive gli uni accanto agli altri.
Si chiama SENSO CIVICO, non richiede investimenti ma soltanto il ripristino della LEGALITÀ.
Il rispetto rigoroso delle regole.
No al disordine nella circolazione degli autoveicoli e, in particolare, al " parcheggio selvaggio".
No ai passi carrabili fatti con le cassette della frutta.
No ai rumori che impediscono il riposo notturno.
No ai rifiuti abbandonati per strada ( su quest'ultima piaga l'Amministrazione, soprattutto in quest'ultimo periodo, sta dando il suo "generoso contributo").
Potrei continuare ma già vedere risolti questi problemi farebbe fare un salto di vivibilità alla nostra città con ricadute importanti anche sull' economia cittadina.
I vigili urbani devono stare per strada.
Si concentri in un solo giorno alla settimana il ricevimento del pubblico e tutti gli altri giorni, tutto il personale disponibile venga impegnato in una radicale e duratura azione di "bonifica" della vita cittadina.
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