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Redazione TirrenoNews

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Un furgone rubato con all’interno capi di abbigliamento del valore complessivo di circa 20 mila euro è stato ritrovato sul lungomare nord di Paola, nel cuore della notte, alle ore 03:00 circa, dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza.

Gli autori del furto stavano effettuando operazioni di trasbordo della merce rubata, dal furgone alle autovetture, quando alla vista delle Fiamme Gialle di Paola, in servizio di controllo economico del territorio, sono fuggiti abbandonando il veicolo.

La presenza di un’altra automobile, ferma a pochi metri di distanza dal furgone e con all’interno una persona – sul sedile passeggeri –, ha subito insospettito i Finanzieri che hanno proceduto al controllo dei documenti del soggetto – risultato essere un cosentino pluripregiudicato per reati specifici contro il patrimonio, nonché all’ispezione del mezzo, rinvenendo nel bagagliaio oggetti atti ad offendere ed arnesi idonei allo scasso (cd. piedi di porco, chiavi, grimaldelli, cacciaviti e seghetti).

Entrambe le autovetture sono risultate prive di copertura assicurativa e sono state quindi sottoposte a fermo dai Finanzieri calabresi.

All’esito delle indagini, scattate immediatamente, il citato pluripregiudicato – risultato uno dei malviventi – è stato denunciato all’A.G. per furto aggravato, porto di armi od oggetti atti ad offendere e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli.

La refurtiva è stata restituita al legittimo proprietario.

Nella stessa notte, inoltre, è stato fermata un’altra persona trovata in possesso di 15 grammi di marijuana, sottoposta a sequestro.

Il detentore è stato segnalato alla Prefettura di Cosenza.

Riceviamo la nota dell’amico Giovanni Liscotti con il forte invito a pubblicarla(Buongiorno Giuseppe ti invio un piccolo trafiletto inerente l'oggetto che se ritieni opportuno puoi pubblicare (anzi pubblicalo). Cav. Giovanni LISCOTTI) e lo facciamo non per ricevere elogi( pur graditi, nel caso) ma per ringraziarlo, a nostra volta, per aver colto il senso finale del lavoro di tanti ad Amantea, che è quello di far conoscere per amare, di offrire cultura e di usare queste ricerche per fare turismo. Quanto finora pubblicato e soprattutto cheda ora on avanti pubblicheremo è a disposizione di tutti, dei cittadini, delle associazioni, ma soprattutto di quei politici illuminati( speriamo che siano tanti) che Amantea vorrà esprimere e portare al comune, per farla risalire dal baratro culturale, economico, etico, sociale nel quale è piombata:

“ECCO COME ERA SAN FRANCESCO D’ASSISI”

Ho letto l’articolo inerente l’oggetto sul sito Tirreno News ed immediatamente la mia mente è stata attraversata dal semplice pensiero di dire GRAZIE a quelle persone (a tutti probabilmente conosciute) che spesso in silenzio e senza alcuna indennità, ricercano, discutono, portano alla luce importanti documenti storici della Città di Amantea, mentre noi dimentichiamo spesso le nostre importanti origini culturali, facendole riaffiorare alla mente solo in queste occasioni o durante alcune manifestazioni.

Il mio pensiero è dettato dal fatto che pur essendo adottivo in questa città, cerco per il mio piccolo di dare un contributo nella storia che l’ha attraversata, con la costante presenza unitamente ad altri dell’associazione “Klampete – Rievocazioni Storiche” supportati dagli amici di Pizzo Calabro, Potenza, San Lucido, per ricordare il periodo dell’assedio (1806), mediante cortei e rappresentazioni, non solo in loco ma anche in altri paesi.

Ma a parte ciò, ritornando alle affermazioni del dott. Marchese nell’articolo primario, attendiamo con “ansia” la/e pubblicazioni/e sul castello ed altre zone della città vecchia, affinchè si possa trarre ulteriore spunto rievocativo e che tutto il lavoro certosino dei ricercatori e appassionati di storia, sia ben visibile ai visitatori, ponendolo in bella mostra nelle zone di interesse (mediante piccole/grandi stampe che raccontano in breve la storia del sito) oltre a sperare che tutte le compagini Amanteane siano coscienti di quello che hanno nel recuperare la propria storia e, quanto questo sia utile a tutti noi oltre che al turismo.

Amantea 30.05.2017                                              Cav. Giovanni LISCOTTI

L’ultimo articolo sul toponimo “Vetrioli” apre la strada ad una migliore conoscenza della nostra città e ella sua storia.

Continueremo a raccontarvi tante cose della nostra città che noi amanteani ignoriamo.

 

 

La differenza tra alcuni ( noi tra questi, ma per fortuna non siamo soli) e la gran parte della città è che noi, tra i pochi, abbiamo piena consapevolezza di questa nostra grassa ignoranza e ci sforziamo di scoprire sempre nuovi fatti, nuovi elementi, nuove storie e di porgerli a tutti.

Potremo apparire provocatori e forse un po’ lo siamo, ma lì obbiettivo è solo quello della conoscenza , conviti come siamo che conoscere significa amare.

In questo sforzo di ricerca e di nuova ed intensa attenzione per la storia delle nostra città siamo riusciti, con un lavoro certosino , un po’ di intuito ed una bella botta di fortuna, a trovare una stampa di Amantea, ancora sconosciuta quasi a tutti ( ne ho fatto dono solo ad un amico che ha la stessa mia passione e che per alcuni versi è co-protagonista di queste ricerche).

Dalla stampa abbiamo estratto, per ora, un pezzettino che mostra per la prima volta la chiesa di San Francesco d’Assisi, ancora sostanzialmente intatta .

La immagine conferma quanto da noi affermato circa l’orientamento est-ovest dalla chiesa.

La immagine , inoltre, completa la conoscenza della chiesa e dell’annesso convento di cui restano purtroppo scarse tracce.

Nei giorni scorsi ci siamo recati una ultima volta a vedere i ruderi con Robert Cirillo, Roberto Musì e Gregorio Carratelli e con loro abbiamo discusso di come accedere agli spazi a nord ovest definiti dalle volte ancora avvertibili e di come poter entrare nella chiesa stessa .

Quest’ultimo grazie ai suoi studi di ingegneria aveva intuito la presenza di un vero e proprio fabbricato ad ovest e di cui ora resta ben poco.

Una intuizione ora confermata dalla immagine che vi anticipiamo in attesa di mostrarvi tutta la stampa che ritrae la Amantea degli inizi del mille ed ottocento.

E non finisce qui, ovviamente.

Più avanti vi mostreremo anche la parte che ritrae il castello di Amantea come non lo abbiamo mai visto.

Cordialmente

Giuseppe Marchese

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