
Redazione TirrenoNews
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Pedicini del M5S ci dice la verità sulla discariche irregolari e pericolose
Mercoledì, 31 Maggio 2017 18:26 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiCome non ringraziare chi, in un modo o nell’altro, tenta di abituarci alla verità, in particolare chi, come noi, amanteani, calabresi, siamo attenti alle fesserie propalate da tutti, dai politici alle associazioni ambientali e perfino a certa magistratura e non alle verità.
Ecco l’elenco aggiornato:
“Dagli ultimi dati ufficiali della Commissione Ue in Calabria ci sono 23 discariche irregolari da bonificare o da chiudere perché costituiscono un grave rischio per la salute umana e l’ambiente.
Per tali discariche è in corso il pagamento di una sanzione sancita dalla Corte di giustizia a dicembre 2014 (102 discariche in tutt’Italia).
Per le 23 discariche calabresi già in multa e per le altre 79 presenti in Italia, il nostro Paese sta pagando circa 40 milioni di euro all’anno, in quanto le sanzioni equivalgono a 200mila euro ogni sei mesi per le discariche non contenenti rifiuti pericolosi e 400mila euro ogni sei mesi per le discariche con rifiuti pericolosi.
Qui di seguito, i comuni, e tra parentesi le località, dove si trovano le 23 discariche irregolari della Calabria per le quali dal 2014 si stanno pagando le sanzioni (l’elenco è aggiornato a dicembre 2016):
Acquaro (Carrà);
Amantea (Grassullo);
Belmonte Calabro (S. Caterina);
Belmonte Calabro (Manche);
Colosimi (Colle Fratantonio);
Longobardi (Tremoli Tosto);
Mormanno (Ombrele);
Pietrapaola (Camigliano);
Sangineto (Timpa di Civita);
Tortora (Sicilione);
Verbicaro (Acqua dei Bagni);
Badolato (S. Marini);
Davoli (Vasi);
Magisano (Finoieri);
Martirano (Ponte del Soldato);
Reggio Calabria (Calderiti);
Petronà (Pantano Grande);
Sellia (Aria);
Taverna (Terrazzo);
Gerocarne (Lapparni);
Joppolo (Colantoni);
Pizzo (Marinella);
Sana (Calogero Papaleo).
“Tutto questo – ha commentato l’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini – è gravissimo e mette in luce l’inefficienza dei governi del Pd, del ministro dell’Ambiente Galletti e dei governi regionali. Un’inefficienza che provoca un serio danno economico all’Italia. Purtroppo, anche in questo caso a pagare saranno i cittadini e non i responsabili degli abusi commessi.
Oltre a ciò – ha aggiunto Pedicini – dobbiamo evidenziare le gravi bugie e i dati falsi forniti dal governo.
In più occasioni, il ministro dell’Ambiente ha diffuso pomposi comunicati stampa ufficiali in cui ha detto che si stava risolvendo l’emergenza.
Galletti, invece di fare annunci, acceleri al massimo le procedure per mettere a norma le discariche abusive e irregolari e faccia tutto quello che gli compete per evitare altre sanzioni da parte della Ue”.
Esce la verità che la discarica pericolosa di Amantea è quella di Grassullo
Nessun riferimento a quella di Oliva di cui ha parlato tutto il mondo fino a quando si è scoperto ( vida mò) che anche lì c’è una discarica di rifiuti urbani.
La cosa simpatica è che qualche giornale riporta la notizia e mette sul proprio sito la immagine dell’Oliva, non di Grassullo!.
Ne riparleremo. Parola di Tirreno news.
Giorgia Aloisio figlia di Amanteani campionessa di Karate
Mercoledì, 31 Maggio 2017 15:11 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaGiorgia Aloisio è figlia dell’architetto Vincenzo Aloisio e di Ivana Orlando, amanteani emigrati in Piemonte ed oggi residenti in Chivasso.
Giorgia ha conquistato le prime pagine dei giornali sportivi per avere conquistato l’argento nella competizione per la categoria A di karate superata in finale per il solo punteggio di 2 a1 dall’attuale campionessa italiana
Di lei si dice che “con un po’ di impegno in più potrebbe riprovarci per il prossimo campionato italiano”
Giorgia fa parte dell’ASD Doyukaj Chivasso che con i suoi atleti ha partecipato a due importanti manifestazioni di karate: l’Open di Toscana 2017 a Follonica e il Campionato Regionale PGS 2017 a San Maurizio Canavese.
In entrambi gli appuntamenti agonistici i ragazzi del maestro Tony Simone e del suo team di tecnici hanno conseguito risultati eccellenti, costruiti giorno dopo giorno con un impegno serio e costante. A Follonica, teatro della sedicesima edizione del prestigioso Open di Toscana 2017, a cui hanno partecipato oltre 1.400 atleti appartenenti a 250 associazioni sportive italiane, francesi, olandesi, marocchine e nigeriane, il Doyukaj prende parte alle gare di kumite ottenendo risultati di grande rilievo nonostante l’altissimo livello tecnico degli avversari.
Il più grande applauso va fatto alla giovanissima Giorgia Aloisio
Giorgia che conquista l’argento nella categoria Esordienti A, superata in finale per 2-1 dall’attuale campionessa italiana.
A Giorgia ed ai suoi genitori giungano gli auguri e le felicitazioni del nostro sito e della intera città di Amantea che non li dimentica, anzi che è orgogliosa che una sua figlia raggiunga risultati eccellenti in uno sport che da noi non è prart8cato da ormai tanto tempo
Ad maiora, Giorgia!
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La DDA indaga i tre funzionari che scelsero la Cooperfin.
Martedì, 30 Maggio 2017 21:56 Pubblicato in Belmonte CalabroParliamo della inchiesta denominata Robin Hood.
L’operazione Robin Hood è quella che ha portato all’arresto di nove persone tra le quali l’ex assessore al Lavoro Nazzareno Salerno il quale avrebbe esercitato una pressione continua nei confronti dei dirigenti del proprio assessorato, per imporre scelte che gli avrebbero garantito ampia discrezionalità nella gestione del progetto Credito sociale e dei relativi fondi comunitari.
Questo anche grazie alla presunta complicità di Vincenzo Caserta, all'epoca direttore generale reggente del dipartimento di riferimento dell'assessorato, e di Pasqualino Ruberto, all'epoca presidente della fondazione Calabria etica.
Ora tre funzionari finiscono nel mirino della Dda di Catanzaro per le modalità di scelta della società deputata a gestire il “Credito sociale” per conto dell’agenzia guidata da Ruberto.
Ad essere indagati Maria Vincenza Scolieri, 41 anni, Cristiano Giacinto, 43, e Licia Soreca, 34 anni.
I tre nuovi indagati sono già stati convocati a rendere interrogatorio davanti al sostituto procuratore Graziella Viscomi.
Sono tutti accusati di abuso d’ufficio in concorso «in qualità di componenti la commissione esaminatrice nominata in relazione alla gara indetta dalla fondazione Calabria Etica, per conto della Regione Calabria, in relazione a un partner di service finanziario connesso alla gestione del fondo a favore di coloro che versano in una situazione di temporanea difficoltà economica di cui al progetto “Credito Sociale”, dunque di pubblici ufficiali o comunque incaricati di un pubblico servizio».
I magistrati della Procura di Catanzaro accusano che «nonostante la palese insussistenza dei requisiti per l’aggiudicazione della gara alla società Cooperfin spa e nonostante la specifica qualifica rivestita, che impone conoscenze e professionalità specifica», i tre componenti della commissione esaminatrice avrebbero omesso «ogni forma di controllo in relazione alla predetta società, unica partecipante alla gara e determinavano l’aggiudicazione del servizio in capo alla stessa».
La Cooperfin, secondo l’accusa, mostrava di non avere i requisiti per partecipare alla gara, in particolare di non avere ricevuto l’abilitazione ex articolo 107 Testo unico bancario e nonostante questo gli indagati «procedevano comunque all’aggiudicazione della gara» alla Cooperfin».
I militari del Nucleo investigativo di Catanzaro e le fiamme gialle del comando provinciale di Vibo Valentia hanno compreso che era necessario esternalizzare il servizio, sottraendolo all'ente in house della Regione, Fincalabra.
È sempre Salerno, rilevano gli investigatori, ad affidare la procedura per assegnare il servizio di esternalizzazione a Vincenzo Caserta, che gli inquirenti considerano la longa manus dell'ex assessore. A quel punto è Caserta ad affidare la gestione dello strumento di ingegneria finanziaria alla fondazione Calabria Etica (in realtà priva di competenze e dei requisiti per la gestione di uno strumento finanziario di microcredito).
In otto giorni da Calabria Etica il servizio passa alla esterna Cooperfin, grazie, secondo l’accusa e visti i recenti avvisi di garanzia, all’operato dei componenti della commissione esaminatrice.
In definitiva, per il giudice, la predisposizione del “bando” risulta “essere stato chiaramente il frutto di una collusione fra chi lo ha formulato (Ruberto), chi ne ha affidato indebitamente la predisposizione (Caserta), chi aveva interesse a che fosse la Cooperfin ad aggiudicarsi il servizio (Salerno) e chi ne ha beneficiato, non tanto aggiudicandosi il servizio, ma appropriandosi concretamente addirittura della maggior parte (ben l’80% circa) delle somme gestite (Marano).
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