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Redazione TirrenoNews

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Avrebbe tentato di violentare una giovane 14enne, strattonandola nei pressi di un tunnel pedonale, e strappandole via la parte inferiore del costume da bagno.

 

Il fatto è avvenuto a Fuscaldo, sul litorale cosentino.

Vittima una turista che a sera stava tornando in un campeggio dopo essere stata in spiaggia.

 

La ragazza sarebbe riuscita a sottrarsi all’aggressore grazie alla sua pronta reazione che lo ha messo infuga.

 

 

I carabinieri della Compagnia di Paola hanno così rintracciato e arrestato il presunto violentatore, un 50enne del posto già noto alle forze dell’ordine.

 

 

L’uomo ora dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate.

Mentre i nostri governanti con gli altri Capi di Stato europei si riuniscono a Trieste, Berlino, Parigi, Bruxelles e altrove e parlano, parlano, parlano senza pervenire a nessuna conclusione per poi presentarsi spocchiosi in conferenza stampa ad affermare che i rapporti bilaterali sono eccellenti e che tutto in Europa e in casa nostra va a gonfie vele, l’Italia è invasa giornalmente da migranti, scippatori, rapinatori, sfruttatori, aggressori, delinquenti, spacciatori di morte.

Insomma l’Italia è allo sfascio e la nave sta andando a picco.

Se ne è accorto finanche il “Corriere della sera” che è sempre stato a favore dei Governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni.

E la penna magica del grande giornalista Ernesto Galli della Loggia denuncia finalmente il naufragio della nave Italia che lentamente ma inesorabilmente va a picco.

E invece di prendere severi e urgenti provvedimenti per evitare il naufragio in corso il Governo italiano e la burocrazia perseguitano gli onesti, chi cerca di fare il proprio lavoro, chi si sostituisce allo stato, alle Regioni e a Comuni per risolvere alcuni problemi.

Un salumiere viene condannato perché ha offerto gratuitamente un panino ad un affamato.

Un commerciante viene condannato perché a proprie spese ha fatto coprire una buca con cemento che si trovava nel marciapiede davanti il suo negozio.

Fino ad oggi chi ha osato scrivere queste cose e criticare il Governo veniva etichettato come fascista, sfascista, populista, nemico dell’Italia.

Non si sono accorti che l’Italia viene giornalmente invasa da stranieri e che i Prefetti delle nostre Regioni meridionali non sanno più dove metterli, che i nostri porti sono intasati da navi straniere e per giunta militari che scaricano senza sosta ogni giorno migliaia e migliaia di nuovi arrivati, donne e bambini di ogni età senza accompagnatori, che il debito pubblico è aumentato vertiginosamente, che milioni di italiani vivono in povertà, che la pressione fiscale è alle stelle, che la disoccupazione giovanile è arrivata ad un livello tragico, che migliaia di lavoratori hanno perso il posto di lavoro, che i terremotati dello scorso anno non hanno ancora una casa, un alloggio decente.

Addirittura ad Amatrice e negli altri paesi distrutti dal sisma non sono state rimosse le macerie. Pietre e calcinacci delle case e degli edifici crollati sono ancora sulle strade.

E i nostri governanti queste cose le ignorano e in Parlamento parlano di Jus soli, di legge elettorale, di fascismo, di Chioggia, dove il titolare di uno stabilimento balneare ha fatto scrivere alcune massime fasciste.

Ma chi ha l’acqua alla gola, chi non ha il pane quotidiano, chi ha perso il lavoro, chi ha figli piccoli e la sera ritorna a casa senza portare un tozzo di pane, chi ha avuto la casa distrutta, chi ha perso tutto, se ne frega del fascismo, della legge elettorale, del Jus soli e delle beghe personali tra Letta e Renzi, della Merkel e di Macron e del Presidente degli Stati Uniti e del libro di Matteo Renzi. Queste cose al popolino non interessano e poi si lamentano che alle elezioni nazionali, regionali e comunali il popolo diserta le urne.

Oggi, però, grazie al Corriere della Sera e al giornalista Galli della Loggia, possiamo leggere tutte queste cose e apprendere il disastro causato dai nostri governanti che ci hanno venduto all’Europa per un piatto di lenticchie, mentre la Francia, la Spagna e la Germania fanno la voce grossa e chiudono i loro porti e le loro frontiere.

Solo noi dobbiamo accogliere i migranti provenienti dall’Africa che sbarcano nei nostri porti.

E così a poco a poco rischiamo di perdere il controllo del territorio. Vedi le proteste dei cittadini di alcuni Comuni italiani che scendono in piazza e protestano bloccando strade, autostrade,ferrovia contro l’occupazione delle case e degli alberghi da parte dei migranti.

E mentre i nostri Governanti discutono l’Italia brucia dal Nord al Sud. In Sicilia, in un posto meraviglioso San Vito Lo Capo, vasti incendi hanno costretto migliaia di vacanzieri ad abbandonare gli alberghi e le residence.

Anche vastissime zone della nostra Calabria sono andate a fuoco dove hanno perso la vita alcuni contadini e proprietari terrieri che cercavano di spegnere gli incendi. Ultimamente le colline di Vadue di Belmonte Calabro e di Camoli di Amantea per diversi giorni sono state bruciate. Un giorno sono intervenuti due canadair per spegnere gli incendi.

Ieri la collina “Timponi Ferri” che si trova a ridosso dell’abitato di San Pietro in Amantea è stata completamente divorata da un incendio pauroso.

Tutto il verde è andato completamente distrutto perché un piromane tranquillamente ha dato fuoco dal retro della sua abitazione alla zona verde del paese dove l’Amministrazione Comunale lo scorso anno aveva realizzato una pista per fare trekking.

Nessuno è intervenuto e il piromane, fino ad ora, è rimasto impunito.

Indagato anche Franco Iacucci

Domenica, 16 Luglio 2017 10:00 Pubblicato in Cosenza

Non finisce mai di sorprendere la vicenda di Calabria Verde.

 

Con Franco Iacucci arriva a 18 il numero degli indagati.

Ne da notizia Paolo Orofino su “Il Quotidiano del sud” di ieri 15 luglio evidenziando che il neo presidente della Provincia di Cosenza è stato interrogato per 3 ore negli uffici della procura di Catanzaro.

 

Una articolo a sorpresa.

Nessun altro quotidiano ad oggi , infatti, tratta della vicenda, quasi che si trattasse di un tabù.

Eppure , stando a quanto scrive Orofino , Iacucci sarebbe stato tirato in ballo da Furgiuele in merito all’incarico conferito all’agrotecnico Gennarino Magnone, che figura fra gli indiziati.

Ma scrive Orofino che :”Furgiuele, si ricorda, ha svelato tutta una serie di retroscena. In più ha citato nel suo racconto altri autorevoli esponenti politici e del Pd. Nei verbali ci sarebbe anche il nome di un noto avvocato calabrese. Non si esclude, quindi, che presto o tardi, la soglia della procura di Catanzaro, possa essere varcata pure da nuovi soggetti chiamati a rispondere su determinati punti”.

 

Ma eccovi l’articolo integrale de “Il Quotidiano del sud”:

Inchiesta su Calabria Verde: interrogato per tre ore in Procura il presidente della Provincia di Cosenza

CATANZARO – Franco Iacucci, presidente della Provincia di Cosenza, è stato interrogato in Procura nella veste di indagato. Ciò nell’ambito dell’inchiesta su Calabria Verde. Dopo il coinvolgimento di Gaetano Pignanelli in un fascicolo parallelo sull’azienda ex Afor incardinato presso la procura di Castrovillari – notizia riportata dal Quotidiano diversi mesi addietro – un altro stretto collaboratore del governatore Mario Oliverio, finisce sotto la lente della magistratura.

 

E per il governatore la cosa comincia a diventare quantomeno imbarazzante. Iacucci, infatti, è stato chiamato in causa per fatti che si sarebbero verificati nel periodo in cui ricopriva il ruolo di capostruttura del presidente della Regione, prima di essere eletto al vertice dell’amministrazione provinciale cosentina.

Iacucci, che è pure sindaco di Aiello Calabro (Cosenza), è stato interrogato per oltre tre ore negli uffici della Procura di Catanzaro, alla presenza del suo avvocato Gregorio Barba. L’interrogatorio, iniziato nel primo pomeriggio, è stato condotto dal pm Alessandro Prontera, titolare del maxi-fascicolo, assieme al procuratore aggiunto di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, che ha aperto il caso dopo due articoli del nostro giornale, entrambi pubblicati nell’autunno del 2015.

«Il mio assistito – ha detto l’avvocato Barba – che peraltro aveva formalmente chiesto all’autorità giudiziaria di essere ascoltato dopo alcune recenti notizie di stampa, ha risposto e chiarito su tutte le questioni sollevate dal pm». Il legale ha inoltre espresso piena fiducia nei confronti degli inquirenti.

Il presidente della Provincia di Cosenza è stato iscritto nel registro degli indagati due mesi fa. L’elenco delle persone sottoposte ad indagine nel procedimento su Calabria Verde è stato aggiornato lo scorso mese di maggio, in funzione delle dichiarazioni di Paolo Furgiuele, ex manager di Calabria Verde, finito agli arresti e poi liberato dopo la sua decisione di collaborare con la procura. Gli indiziati, al momento, sono almeno diciotto. Iacucci è stato tirato in ballo da Furgiuele in merito all’incarico conferito all’agrotecnico Gennarino Magnone, che figura fra gli indiziati. Quest’ultimo, secondo la ricostruzione degli investigatori, non avrebbe il necessario titolo di studio per poter svolgere la mansione affidatagli nel 2015 da Furgiuele. L’ex direttore generale di Calabria Verde, nel corso di uno dei suoi lunghi interrogatori, ha sostanzialmente riferito ai magistrati, che il nominativo di Magnone, per l’incarico incriminato, gli era stato indicato da Iacucci. Ma le domande del pubblico ministero rivolte al presidente della Provincia di Cosenza, secondo indiscrezioni trapelate, avrebbero riguardato pure ulteriori argomenti. Furgiuele, si ricorda, ha svelato tutta una serie di retroscena. In più ha citato nel suo racconto altri autorevoli esponenti politici e del Pd. Nei verbali ci sarebbe anche il nome di un noto avvocato calabrese. Non si esclude, quindi, che presto o tardi, la soglia della procura di Catanzaro, possa essere varcata pure da nuovi soggetti chiamati a rispondere su determinati punti.

L’inchiesta su Calabria Verde va, dunque, avanti. Dopo la chiusura di una prima tranche dell’indagine, si sta sviluppando la seconda e più corposa parte del procedimento penale: al vaglio dei pm abbiamo profili di peculato, incarichi, gare d’appalto milionarie, distrazioni di fondi europei e interferenze della politica nella gestione dell’azienda sub-regionale, che dà lavoro a circa settemila dipendenti

PAOLO OROFINO

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