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Redazione TirrenoNews

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L’avvocato Nicola bruno soddisfatto per la pronuncia del Tribunale di Paola di assoluzione del suo cliente Presta Mario scrive che:

“Il tribunale di Paola, con la sentenza n° 577/2017, dello scorso 11 luglio, ha messo la parola fine alla vicenda giudiziaria che ha portato, nel 2010, al sequestro preventivo del complesso turistico "Atlantis Park", ubicato nel comune di Longobardi ed al rinvio a giudizio, tra l'altro, per il reato di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo, di Presta Mario, nella qualità di legale rappresentante della "Cordari s.r.l." che gestisce il suddetto complesso.

Massima soddisfazione è stata espressa dal difensore Nicola Bruno: "Il tribunale ha accolto la richiesta di questa difesa di "assoluzione di Presta Mario" dai "reati a lui ascritti perchè il fatto non costituisce reato", disponendo "l'immediato dissequestro delle strutture con restituzione all'avente diritto".

L'impianto difensivo si è basato sulla buonafede dell'imputato: "Nella suddetta vicenda giuridica -continua l'avvocato Nicola Bruno- la buonafede di Presta ha acquisito rilevanza giuridica, escludendone la punibilità, atteso che un fatto esterno (bando di gara) ha determinato nell'imputato uno stato soggettivo di convincimento della liceità della condotta in relazione alla situazione concessoria".

"Dopo 7 anni di processo, una vicenda giudiziaria, a dir poco, pirandelliana -ha dichiarato la difesa- ha avuto il suo epilogo con l'assoluzione piena dell'imputato ed i cittadini di Longobardi e dei comuni limitrofi potranno continuare a trarre assoluto beneficio, anche sotto il profilo dei livelli occupazionali, dalle strutture turistico-ricreative, ubicate su una terrazza naturale sul mare, nel territorio di Longobardi.

Tutto comincia nel 2002, allorchè il comune di Longobardi decide di far luogo alla concessione in uso dell'area demaniale marittima, sita in località Cordari (anche se la competenza era della regione in materia concessoria fino al 2005), mediante pubblica gara e, all'uopo, approva il relativo bando. Alla gara partecipano nove concorrenti e risulta aggiudicataria una ditta che poi rinuncia.

Il comune decide di utilizzare "a scorrimento" la graduatoria della gara già espletata, cosicchè stipula il contratto-concessione n° 4/2003 dell'area con Presta Mario, risultato secondo.

Realizzato il progetto, Presta richiede il permesso a costruire che il comune rilascia, dopo aver convocato la conferenza dei servizi, cui partecipano tutte le amministrazioni interessate, esprimendo parere favorevole.

Dopo diversi anni che l'opera è stata realizzata, inopinatamente, è stato disposto il sequestro preventivo degli immobili e Presta Mario è stato imputato per i reati di cui agli articoli 40 c.2 c.p., 54 - 1161 cod. nav. ed articolo 44 c.1, lett. "c" D.P.R. n°380/2001.

Finalmente, il tribunale di Paola, con la decisione, resa nei giorni scorsi, ha reso giustizia all'immobiliarista calabrese emigrato negli U.S.A., negli anni '70, il cui unico sogno era quello di dare un contributo allo sviluppo socio-economico della sua terra, cui si sente ancora molto legato, insieme con i soci Presta Natale e Presta Giampiero.

L'unico errore commesso da Presta è stato quello di fidarsi della pubblica amministrazione".

Un calabrese ex docente dipendente dell’Istituto Superiore di Codogno e dell’Istituto Merli - Villa Igea di Lodi, nel periodo dal settembre 2011 al febbraio 2017, aveva totalizzato oltre 1500 giornate di assenza (fra malattia, congedo biennale per assistenza a familiare e aspettativa per motivi familiari), coincidenti, praticamente, con gli interi periodi di lezione dell’anno scolastico.

 

In realtà, anche grazie ad una attività di osservazione e pedinamento svolte in Calabria, si è scoperto che l’ex docente svolgeva in Calabria prevalentemente l’ attività di avvocato.

All’esito delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lodi, si appurava che, negli oltre 5 anni oggetto d’indagine, l’interessato aveva partecipato a circa 250 udienze presso il Tribunale di Vibo Valentia, a 123 udienze presso il Giudice di Pace dello stesso luogo ed a 3 udienze al Tar di Catanzaro, negli stessi periodi in cui egli risultava assente per malattia od altro titolo.

 

E così la Compagnia della Guardia di Finanza di Lodi ha proceduto alla notifica di un’ordinanza di arresti domiciliari - emessa dal gip al Tribunale di Lodi per finalità cautelari su richiesta della locale Procura della Repubblica - nei confronti di Alfredo Mercatante, di San Costantino Calabro.

La continua attività forense nei periodi di presunta malattia o di assenza a diverso titolo veniva, altresì, confermata dalle risultanze di documentazione amministrativo-contabile, quali agende, documenti attestanti trasferte e spese di viaggio, rinvenute e sottoposte a sequestro nello studio legale di pertinenza del professionista.

Nel complesso, si reperivano elementi per sostenere un utilizzo strumentale di certificati medici di dubbia attendibilità: sugli stessi, infatti, veniva apposta come diagnosi “lombosciatalgia acuta”, patologia che dovrebbe esaurirsi in un mese al massimo, mentre, nel caso di specie, persisteva da vari 5 anni.

 

Inoltre, l’avvocato, sia durante i periodi di assenza per malattia che durante il ricorso al congedo biennale per l’assistenza al padre, risultava aver effettuato numerosi spostamenti sull’intero territorio nazionale per fare fronte agli impegni assunti come legale.

Erano passate da poco le 07.00 di stamattina quando la Polfer è stata allertata per un pacco sospetto.
Immediato l'intervento degli artificieri per verificare il contenuto del pacco sospetto lasciato lungo i binari della Stazione ferroviaria di Cosenza.

 

Immediato il transennamento della zona

 

Immediato anche la richiesta di intervento degli artificieri della Polizia.

Gli artificieri prontamente intervenuti hanno poi appurato che l'involucro conteneva solo effetti personali.

E’ probabile che sia stato dimenticato da qualche passeggero in transito.

 

Poiché sono tempi difficili in questi casi si ingenera una psicosi collettiva.

E comunque sempre meglio un falso allarme.

 

Foto esclusiva di TirrenoNews

 

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