
Redazione TirrenoNews
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Amantea. Facciamo chiarezza sulle 19 notifiche
Venerdì, 16 Marzo 2018 15:07 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaIl PM della Procura di Paola sta indagando su fatti di rilevanza penale avvenuti nel comune di Amantea.
Ma non ha concluso le indagini.
Ora l’art. 405 del CPP “ Inizio dell'azione penale. Forme e termini.”
stabilisce che “ Il pubblico ministero, quando non deve richiedere l'archiviazione, esercita l'azione penale, formulando l'imputazione, nei casi previsti nei titoli II, III, IV e V del libro VI, ovvero con richiesta di rinvio a giudizio”.
Poi continua l’art 405 “Salvo quanto previsto dall'articolo 415-bis, il pubblico ministero richiede il rinvio a giudizio entro sei mesi dalla data in cui il nome della persona alla quale è attribuito il reato è iscritto nel registro delle notizie di reato. Il termine è di un anno se si procede per taluno dei delitti indicati nell'articolo 407 comma 2 lettera a)”.
Poi sempre il CPP nel successivo Art. 406. “Proroga del termine” stabilisce che “Il pubblico ministero, prima della scadenza, può richiedere al giudice, per giusta causa, la proroga del termine previsto dall'articolo 405. La richiesta contiene l'indicazione della notizia di reato e l'esposizione dei motivi che la giustificano.
La richiesta di proroga è notificata, a cura del giudice, con l'avviso della facoltà di presentare memorie entro cinque giorni dalla notificazione, alla persona sottoposta alle indagini nonché alla persona offesa dal reato che, nella notizia di reato o successivamente alla sua presentazione, abbia dichiarato di volere esserne informata.
Il giudice provvede entro dieci giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle memorie.”
Insomma.
Non si tratta di un rinvio a giudizio.
Non si tratta, come ci era stato detto, di un Avviso all'indagato della conclusione delle indagini preliminari di cui all’ Art. 415-bis e che avrebbe comportato l'avvertimento per l'indagato di presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, nonché di presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio, entro 20 giorni.
Si tratta quindi della conclusione delle indagini preliminari come dimostrato dalla presenza negli atti delle persone offese come previsto quando si procede per i reati di cui agli articoli 572 e 612-bis del codice penale.
In sostanza ora il giudice con ordinanza emessa in camera di consiglio e senza intervento del pubblico ministero e dei difensori deciderà se autorizzare o meno la proroga del termine.
Qualora riterrà che allo stato degli atti non si debba concedere la proroga, il giudice fisserà la data dell'udienza in camera di consiglio e ne farà notificare avviso al pubblico ministero, alla persona sottoposta alle indagini nonché, nella ipotesi richiamata, alla persona offesa dal reato.
Gli atti di indagine compiuti dopo la presentazione della richiesta di proroga e prima della comunicazione del provvedimento del giudice sono comunque utilizzabili sempre che, nel caso di provvedimento negativo, non siano successivi alla data di scadenza del termine originariamente previsto per le indagini.
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Come riceviamo pubblichiamo:
“Questa è la situazione incresciosa del lungomare di Amantea nell'area dei giochi per i bimbi. Prima che un bambino si faccia seriamente male, mi chiedo come mai il comune non è intervenuto? Forse non si vede che le altalene sono rotte e che non sono assolutamente idonei e sicuri, anzi, sono parecchio pericolosi?
Il tutto ovviamente l'ho segnalato alla Polizia Municipale rispondendo che sarebbero intervenuti per transennare con del nastro i giochi pericolosi e che lo avrebbero segnalato al servizio manutentivo.
I problemi che volevo esporre sono questi:
– I giochi non coprono i requisiti di sicurezza generali;
– Non viene fatta una regolare manutenzione;
– Non sono conformi alle norme tecniche di sicurezza EN1177 e UNI11123:2004 ed EN1176;
– Non esiste recinzione e, oltretutto, i cani lasciano i loro escrementi nelle vicinanze (quando non sopra) dei giochi;
– Non esistono info sui numeri utili per interventi sulle attrezzature e di pronto soccorso;
– Le superfici non sino idonee ad assorbire l’impatto di eventuali cadute e la pavimentazione non ha una sicurezza anitrauma (polyshock);
– I giochi hanno parti mancanti rotte ed o usurate;
– Le altalene hanno ganci di attacco alle sospensioni, alla struttura e al sedile non regolari e non ci sono ganci di chiusura a sedile;
– I bulloni di tutti i giochi non sono protetti.
Ora mi chiedo ma possibile che non se ne siano accorti prima?
Un Padre Marco Taruffi”
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La Procura di Catanzaro aveva chiesto l’arresto di Pino Galati.
Giovedì, 15 Marzo 2018 22:37 Pubblicato in Storia locale della CalabriaLa Procura di Catanzaro aveva chiesto l’arresto per l’ex parlamentare di Forza Italia, Pino Galati, eletto nel 2013 con il Pdl e ricandidato, ma non eletto, pochi giorni fa nel collegio di Avellino con la lista Noi con l’Italia.
Il gip ha rigettato la richiesta di misura cautelare e ha emesso un decreto di sequestro preventivo nell’ambito dell’inchiesta sulle distrazioni dei fondi comunitari destinati alla fondazione Calabresi nel mondo, società in house della Regione Calabria, di cui era presidente proprio l’ex deputato di Lamezia Terme.
Al riguardo la Procura aveva chiesto il sequestro a Galati di beni per un importo di oltre un milione, la cifra indicata come danno per la Regione. Richiesta che è stata però rigettata.
Ma la regione non controlla niente? Eroga soltanto?
Ed ecco tutte le assunzioni contestate alla Fondazione “Calabresi nel mondo”
Un capitolo a parte, infatti, viene dedicato proprio a questo filone: “La natura clientelare delle assunzioni”.
Un’accusa rivolta proprio all’ex presidente ed ex parlamentare lametino Pino Galati e così scrivono gli inquirenti: “L’intera gestione della Fondazione Calabresi nel Mondo è avvenuta in maniera del tutto funzionale alla soddisfazione di esigenze personali e private del Galati”.
Proprio secondo l’accusa, infatti: “Galati ha camuffato le assunzioni presso la S.O.I. celandola dietro esigenze dei progetti, per i quali, tuttavia, era prevista una procedura pubblica, tramite short list”.
Ma è passando in rassegna le assunzioni che gli inquirenti evidenziano quella che poi definiscono la natura “clientelare”, […] L’esistenza di una cointeressenza (un legame politico elettorale) fra il Galati e la maggior parte dei beneficiari dei contratti con la Fondazione Calabresi nel mondo.
La vicinanza politica (documentata dai ruoli rivestito in seno ai consessi locali) rileva il legame tra gli assunti e il Galati.
Di adamantina evidenza è in particolare la connessione fra le cariche possedute (od aspirate nel caso di candidati) presso il Comune di Lamezia Terme (città del Galati) e l’assunzione presso la Fondazione Calabresi nel Mondo”.
A spiccare, tra i nomi, anche quelli di ex consiglieri comunali, o componenti della giunta dell’allora sindaco Speranza, o quelli di parenti o persone vicine ad esponenti politici.
Ecco l’elenco:
Giuseppe Bianco del ’71, nipote di Antonio Giuseppe Bianco, segretario generale della Fondazione;
Saverio Brutto (’89), figlio di Tommaso Brutto, consigliere comunale di Catanzaro legato a Galati da rapporti politici;
Michelangelo Cardamone (’75), ex Assessore Lamezia Terme nel 2015 nella giunta Mascaro
Caterina Maria Barbara (’84), compagna di Stanizzo Pietro
Fiorella Ceccacci (’65), Deputato dal 2008-2013
Maria Falvo, figlia di Peppino Falvo (nato l'8 agosto 1952)
Francesco Giuseppe Cicione (’73), Vice sindaco Comune di Lamezia nella Giunta Speranza
Giuseppina Crimi (’72), - Assessore alle elezioni Lamezia Terme 2010 nella Giunta Speranza
Fabio Davoli (’69), Vice segretario Calabresi nel Mondo
Giovambattista De Sarro (’84), fratello di Francesco De Sarro, consigliere comunale del Comune di Lamezia, eletto nel 2015
Giandomenico Ferrise (’83), figlio di Aldo Ferrise, assessore comune di Lamezia Terme nel 2010
Iannazzo Santo Alessandro, candidato alle elezioni comunali di Lamezia nel 2015
Basilio Giordano (’52), di Frascineto Senatore dal 2008 al 2013
Giuseppe Marrazzo (’70), cognato di Fabio Davoli
Luigi Muraca (’64), Consigliere comunale Lamezia Terme
Vincenzina Palmieri (’75), Moglie di Tranquillo Paradiso consigliere comunale Lamezia Terme eletto nel 2015 nella giunta Mascaro
Praticò Agazio (’68), Consigliere Comunale Catanzaro
Paolo Strangis (’76), Cognato di Francesco Cicione, vicesindaco Lamezia elezioni 2010
Giovanni Talarico (’58), Candidato elezioni Lamezia Terme 2015
Pompeo Torchia (’83), di Miglierina, politico, ex componente del Collegio dei Revisori dei conti della Fondazione.
Isabella Vento (’86), figlia di Maurizio Vento già coordinatore provinciale di Forza Italia
Domenico Zaffina (’71).Candidato elezioni Lamezia Terme
Pietro Stanizzo Delegato Forza Italia Giovani dal 2014
In riferimento alla posizione di Maria Falvo figlia di Peppino Falvo si precisa che non si tratta dell'attuale consigliere comunale di Gizzeria nato il 25 marzo 1970 ma un suo omomino (data di nascita 8 agosto 1952)
Poi Basilio Giordano di Frascineto e Pompeo Torchia di Miglierina, politico, ex componente del Collegio dei Revisori dei conti della Fondazione.
Assunzioni che, secondo gli inquirenti, sarebbero state manipolate “[…] con profitto derivante dal prestigio connesso al potere ed al consolidamento del bacino elettorale”, inquirenti che hanno specificato come sarebbe stato simulato il loro impiego nella Struttura operativa interna, la cui nomina era affidata alla scelta fiduciaria del presidente, ma impiegandoli in realtà in progetti finanziati con fondi comunitari.
Intanto ammontano a 1.211.433,82 euro i beni sequestrati nell’ambito delle indagini sulla presunta distrazione di fondi destinati all’associazione “Calabresi nel mondo”.
Il sequestro riguarda i beni riconducibili ai tre indagati: l’ex parlamentare Giuseppe Galati, l’ex funzionario della Regione, Giuseppe Antonio Bianco, e Mariangela Cairo, segretario generale della fondazione “I Sud del mondo” e collaboratrice della fondazione “Calabresi nel mondo”.
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