Redazione TirrenoNews
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Mai così difficile ad Amantea trovare un avvocato libero per difenderti!
Mercoledì, 14 Marzo 2018 23:21 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiPer fortuna che da 9 mesi non vengono più elevate contravvenzioni per i photored e gli autovelox e che pertanto gli avvocati non sono impegnati nella difesa degli amanteani anche per queste cause.
Lo diciamo perché ci sembra che mai in due giorni siano emersi 58 necessità di difesa.
Parliamo degli avvisi di ultimazione delle indagini notificati( o notificandi) a politici, dipendenti e cittadini
Anche se taluni ( politici) sostengono che si sia trattato di un innovativo avviso di “prosecuzione” delle indagini che non ha alcun riscontro nel codice di procedura .
E lo sostengano con tale forza e convinzione da farlo credere perfino a chi ha ricevuto l’avviso con invito a nominarsi un avvocato.
Avviso che evidentemente non hanno nemmeno letto.
Ma parliamo degli altri 39 avvisi, notificati o notificandi, e relativi alle case popolari, anche questi con invito a nominarsi un avvocato.
Si tratta delle risultanze della lunga indagine effettuata dalla Guardia di Finanza ed i cui risultati erano attesi da chi aspettava l’assegnazione di un alloggio.
Insomma non solo poche 58 persone che devono dare incarico ad un legale di fiducia per evitare che ne sia direttamente nominato uno d’ufficio dalla Procura.
E non basta.
Ci dicono che il comune stia notificando inviti a regolarizzare la propria situazione contabile con l’ex IACP oggi Aterp.
Molti amanteani si chiedono come sia possibile che possano esserci ben 39 occupanti abusivi di alloggi popolari.
Possibile che nessuno abbia controllato?.
E si chiedono come possano esserci 39 occupazioni abusive ed illegittime.
In verità ci dicono che in gran parte si tratta di irregolarità nate da passaggi di alloggi di padre a figlio o comunque tra congiunti.
Sembra inoltre che si siano occupazioni fatte da soggetti che non abbino i requisiti per la assegnazione degli alloggi popolari.
Sembra cioè che possa trattarsi di bolle di sapone che si squaglieranno ai primi raggi di sole.
Una sola cosa è certa ed è che gli alloggi popolari di Amantea sono scarsi rispetto a quelli degli altri comuni!
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Si dimette il premier slovacco Robert Fico dopo l’uccisione del reporter
Mercoledì, 14 Marzo 2018 22:49 Pubblicato in MondoTre settimane fa l’omicidio del giornalista Jan Kuciak, che indagava sui presunti legami tra politica e `ndrangheta
Il premier socialdemocra tico slovacco Robert Fico ha annunciato le dimissioni, nella bufera dopo l’omicidio del giornalista Jan Kuciak, che indagava sui presunti legami tra politica e `ndrangheta. Ieri si era dimesso il ministro dell’Interno Robert Kalinak, dopo le manifestazioni di protesta e le pressioni degli alleati della coalizione Most-Hid.
«Oggi ho offerto le mie dimissioni al presidente della Repubblica» Andrej Kiska, ha dichiarato il premier.
«Se il presidente le accetta sono pronto a dimettermi domani», ha aggiunto.
L’uccisione del reporter
L’omicidio è avvenuto nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 febbraio.
Con Kuciak è morta la sua fidanzata Martina.
Il ragazzo aveva in bozza un articolo che legava esponenti del governo slovacco di Fico a presunti elementi della ‘ndrangheta, ma sette italiani sospetti sono stati rilasciati per mancanza di prove.
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La Chiesa scopre che i cattolici non fanno più politica
Mercoledì, 14 Marzo 2018 22:40 Pubblicato in CalabriaParliamo del recente appello di monsignor Vincenzo Bertolone presidente della Conferenza episcopale calabra che in una intervista a Famiglia Cristiana invita «I cattolici a tornare a fare politica» .
Come si può pensare che possa essere vivo e vitale il rapporto con una chiesa che si paga perfino una messa durante la quale viene citato il nome di un defunto”
Per non parlare del resto delle cerimonie religiose
Per non parlare della dichiarazione che “ Non c’è una tariffa, ma solitamente vengono dati ….euro”
Ma davvero l’arcivescovo di Catanzaro, che pur ha colto l’impoverimento culturale del dibattito politico in Calabria, pensa sia facile riportare i cattolici alla politica?
Non è strano che si sia accorto del fatto che i cattolici non siano più impegnati in politica, ma che ancora esistano “i cattolici” .
Comunque, vale la pena di riproporre l’intervista anche se prima occorre chiedersi dove sia quella azione cattolica che è stata per decenni l’ organismo indispensabile per la nascita del cattolico.
L’associazionismo cattolico è praticamente scomparso dal Parlamento in questa tornata elettorale (non ci sono parlamentari dell’Ac, delle Acli, di Sant’ Egidio, della Coldiretti, della Cisl). Come valutare questa assenza?
«Vale la pena chiedersi, con don Milani, che senso abbia avere le mani pulite e tenersele in tasca, quando invece quello che occorre è sentirsi responsabili ed agire di conseguenza. Di tutto.
Soprattutto in un momento storico, caratterizzato da forme di violenza, pure politica, e da una propaganda che stravolge la storia. Il Concilio Vaticano II ammoniva: “I cattolici esperti in politica (…) non ricusino le cariche pubbliche, potendo provvedere al bene comune e al tempo stesso aprire la via al Vangelo».
Si sente l’esigenza di un nuovo partito dei cattolici?
«Qualsiasi risposta potrebbe suonare illogica, dal momento che, se non esistono più i partiti, come potrebbe esistere un partito dei cattolici? Mi domando allora: e se invece si creassero le condizioni per vari approdi, nuovi e unitari dei cattolici? Non lo considererei personalmente un male, se nel solco del solidarismo sturziano e dell’’europeismo degasperiano. Ma ancor più di questo credo sia avvertito il bisogno di cattolici autentici impegnati in politica».
C’è un pericolo di estremismi che contraddicono i valori cristiani? Magari anche tra quanti a parole dicono di volerne difendere le radici?
«Nel 1964 Norberto Bobbio scriveva: “La nostra democrazia è minata. E i nostri rappresentanti mi fanno l’effetto di minatori incoscienti che si mettono a fumare sigarette in una miniera piena di grisou”. La Comunità ha smarrito il senso dell’unità e le istituzioni sono viste quasi ostili, inutili, distanti. Dovremmo, invece, essere consapevoli che abbiamo quella “Carta” che ci accomuna, tutti. Ora penso che la radicalità evangelica possa contribuire a ricostruire la speranza e l’idea stessa di Repubblica e democrazia».
Cattolici e politica. C’è bisogno di un nuovo impegno, una migliore formazione?
«… un partito solo dei cattolici: non serve e non avrà capacità convocatorie, perché farà quello per cui non è stato chiamato.
Ma, un cattolico può fare politica? Deve!
Ma un cattolico può immischiarsi in politica? Deve!”
Così Papa Francesco.
Un impegno, quasi una chiamata, ai quali un cristiano è tenuto a rispondere affermativamente per rigenerare l’impegno dei cattolici in politica, per recuperare il rapporto vitale tra legge e bene comune, per armonizzare l’interdipendenza tra diritti e doveri e promuovere la cultura attiva e responsabile della partecipazione alla vita pubblica e sociale.
Traguardi difficili, ma dai quali un cristiano non deve abdicare se non voler arrendersi di fronte alla triste evidenza descritta da Pier Paolo Pasolini: “In Italia il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili”»
Ndr. Possibile che monsignor Bertolone voglia rifondare la DC 24 anni dopo 18 gennaio del 1994 quando il partito venne sciolto e trasformato in Partito Popolare dall'allora segretario Mino Martinazzoli e quando iniziò la diaspora democristiana e la duratura unità politica dei cattolici si sfaldò definitivamente?.