
Siamo tutti innamorati dei luoghi natii. Il che poi significa in via astratta il paese, ed a volte, per le grandi città, il quartiere o la via. E comunque tutti qui luoghi dove siamo cresciuti, dove abbiamo giocato, dove ci siamo innamorati. Il che è certamente un bene, salvo che per il fatto che spesso vediamo i luoghi natii con gli occhi del cuore, il che ci rende difficile vedere il vero, quel vero che viene ammantato dal sogno delle memoria, addolcito dal ricordo di altro che la nuda immagine osservata dai nostri occhi.
E’ un po’ come il volto della persona cara che osserviamo con gli occhi del cuore in luogo di quelli della testa.
Ma amare significa vedere bene la realtà, cogliere se il volto amato presenta segni di sofferenza, tristezza, dolore. Capire quante rughe sono nate dall’ultima volta che abbuiamo guardato intensamente
Una città , un quartiere, un luogo si ama anche segnalando le cose che non vanno. Saremmo cioè ipocriti ed illusi a leggere soltanto con gli occhi del cuore.
Posto così le cose Amantea è una città giovane, in crescita, sorridente, con il viso pulito, l’anima netta, gli occhi splendenti, o, piuttosto, è una città vecchia che mostra i suoi limiti. La mancanza di attenzione da parte della sua gente, cittadini ed amministratori in primis?
Guardate alcune di queste foto e valutate.
Se Parigi val bene un messa, pasquetta va bene una foto. Dove farla? Dappertutto!
Ed allora ecco il rilevato ferroviario per capire meglio, dall’alto, cosa sia successo alla spiaggia dopo le ultime potenti mareggiate in attesa dell’ estate che fa capolino anche se ancora non abbastanza.
Uno sguardo ed una foto al centro storico, al fiume,ancora in piena, alla chiesetta di San Giuseppe,ai campi abbandonati,al mare ancora mosso,alla spiaggia, a sud ed a nord del fiume.
Ed eccovi quella a sud del Catocastro, tra il ponte ferroviario ed il pontino, sufficientemente riformatasi dopo la potente mareggiata scorsa quando le onde portavano tu tutto fin oltre il piccolo sottopasso che oggi resta l’unico accesso alla spiaggia.
E proprio li vicino di vede il solito misterioso fusto azzurro portato al mare, una tenda ed un fuoco.
Lì nei pressi della tenda ci sono due giovani, un ragazzo ed una ragazza che evidentemente amano il mare, la natura e che sono giunti con una jeep parcheggiata lì nei pressi.
Una giornata diversa lasciando tutto il resto del mondo che, come diceva il poeta nella sua canzone, “ è noia”.
Riceviamo e pubblichiamo
L'Orchestra di Fiati Mediterranea Città di Amantea e la Confraternita Maria SS. Addolorata sono liete di invitarVi al concerto su "Le Sette Parole dell'Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo" di Lorenzo Maria Falduti (arr. Angelo De Paola) con la partecipazione del Piccolo Teatro Popolare "IL COVIELLO" Sabato 30 Marzo 2013 alle ore 18:30 nell'Auditorium del Campus Temesa di Amantea (CS).
A dirigere saranno i Maestri Angelo De Paola e Giuseppe Gloria con la presenza del Baritono Francesco Laino, del Soprano Rosa Antonuccio e del Tenore Thomas Baldanza.
Le Sette Parole di Nostro Signore Gesù Cristo sulla Croce su testo di Pietro Metastasio furono poste in musica per «due Tenori, due Bassi e Coro con accompagnamento d’Organo» dal Canonico Lorenzo Maria Falduti. Strumentato ed orchestrato per banda dal Maestro Angelo De Paola (su commissione del Dr. Nazareno Scerra) utilizzando un manoscritto a firma del copista Giovanni Licastro datato Delianuova (RC) 15 marzo 1931, rappresenta il primo esempio di oratorio sacro per fiati e coro ed è stato presentato al pubblico per la prima volta dall’Orchestra di Fiati Mediterranea Città di Amantea il 10 Aprile 2006 a Polistena (RC) e successivamente in tour per la Calabria.