Se Parigi val bene un messa, pasquetta va bene una foto. Dove farla? Dappertutto!
Ed allora ecco il rilevato ferroviario per capire meglio, dall’alto, cosa sia successo alla spiaggia dopo le ultime potenti mareggiate in attesa dell’ estate che fa capolino anche se ancora non abbastanza.
Uno sguardo ed una foto al centro storico, al fiume,ancora in piena, alla chiesetta di San Giuseppe,ai campi abbandonati,al mare ancora mosso,alla spiaggia, a sud ed a nord del fiume.
Ed eccovi quella a sud del Catocastro, tra il ponte ferroviario ed il pontino, sufficientemente riformatasi dopo la potente mareggiata scorsa quando le onde portavano tu tutto fin oltre il piccolo sottopasso che oggi resta l’unico accesso alla spiaggia.
E proprio li vicino di vede il solito misterioso fusto azzurro portato al mare, una tenda ed un fuoco.
Lì nei pressi della tenda ci sono due giovani, un ragazzo ed una ragazza che evidentemente amano il mare, la natura e che sono giunti con una jeep parcheggiata lì nei pressi.
Una giornata diversa lasciando tutto il resto del mondo che, come diceva il poeta nella sua canzone, “ è noia”.
Riceviamo e pubblichiamo
L'Orchestra di Fiati Mediterranea Città di Amantea e la Confraternita Maria SS. Addolorata sono liete di invitarVi al concerto su "Le Sette Parole dell'Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo" di Lorenzo Maria Falduti (arr. Angelo De Paola) con la partecipazione del Piccolo Teatro Popolare "IL COVIELLO" Sabato 30 Marzo 2013 alle ore 18:30 nell'Auditorium del Campus Temesa di Amantea (CS).
A dirigere saranno i Maestri Angelo De Paola e Giuseppe Gloria con la presenza del Baritono Francesco Laino, del Soprano Rosa Antonuccio e del Tenore Thomas Baldanza.
Le Sette Parole di Nostro Signore Gesù Cristo sulla Croce su testo di Pietro Metastasio furono poste in musica per «due Tenori, due Bassi e Coro con accompagnamento d’Organo» dal Canonico Lorenzo Maria Falduti. Strumentato ed orchestrato per banda dal Maestro Angelo De Paola (su commissione del Dr. Nazareno Scerra) utilizzando un manoscritto a firma del copista Giovanni Licastro datato Delianuova (RC) 15 marzo 1931, rappresenta il primo esempio di oratorio sacro per fiati e coro ed è stato presentato al pubblico per la prima volta dall’Orchestra di Fiati Mediterranea Città di Amantea il 10 Aprile 2006 a Polistena (RC) e successivamente in tour per la Calabria.
E’ la Domenica delle Palme. La gente davanti al sagrato della Chiesa dei Cappuccini aspetta che il prete esca per benedire le palme e gli ulivi. E nel mentre si aspetta si parla di un evento occorso in Amantea.
Si parla di uno sconosciuto si è introdotto in una casa ed ha preso tutto a picconate. Sembra che nessuno se ne sia accorto nonostante l’evidente rumore prodotto, che nessuno lo abbia visto né quando entrava , né quando usciva.
La casa è in via Roberto Mirabelli.
I danni sono stati visti solo dal proprietario quando è rientrato nell’appartamento.
Non solo, ma si racconta che la stessa persona sia proprietaria di un bar, sempre in Amantea, e che anche questo sia rimasto danneggiato da uno conosciuto vandalo che lo ha messo a soqquadro usando una spranga di ferro.
Uno vicino a me, a voce un po’ alta, ricorda che la stampa non cita i nomi e nemmeno le iniziali e siccome chi parla sembra non sapere niente chiede se si sappia chi è stato.
Risponde una risatina sommessa e si vede qualche sguardo sorpreso (con la classica alzata di sorpresa delle palpebre superiori come a dire, se l’unico che non ha capito).
“Ma se lo sanno tutti? “ risponde uno dei presenti. “ Mica è la prima volta. È una storia vecchia, che dura da tempo, una storia di famiglia, tra padre e figlio, una storia di soldi”
Ed ecco che l’ignaro batte le mani , sgrana gli occhi e comprendendo dice :” Ma è ………….”
Non viene data alcuna risposta.
Il prete non esce ancora ed allora sempre il ritardatario ricorda che la stampa non spiega il perché di questi fatti e chiede se si conoscano le ragioni.
Questa volta nessuno gli da retta e non solo perché intanto è uscito il prete per benedire le palme e gli ulivi, ma perché questo signore sembra non voglia capire.
Anche lui alza il ramo d’ulivo dietro al quale sembra nascondere il viso, quasi come se si vergognasse ad essere l’unico che non sa quasi niente di questo paese, del suo paese, al punto da dover leggere i giornali.