Grazie Ministro Lorenzin.
Si, la TAV deve essere fatta. E forse anche il ponte sullo stretto di Messina, eccetera.
Quello che è inutile è curare sono le malattie degli italiani
Lo dispone il decreto ministeriale pubblicato sulla G.U. del 20 gennaio 2016 e relativo alla prescrivibilità degli esami di laboratorio e strumentali.
Il cosiddetto taglia esami.
Lo spieghiamo con le parole di un medico calabrese, il dottor Giacinto Nanci il quale ha scritto ai suoi pazienti.
"La ministra Lorenzin ha emanato il decreto taglia esami. A causa sua il vostro medico di famiglia nei prossimi giorni sarà costretto a dirvi: questo esame lo devi pagare, questo altro lo devi rinviare, questo altro ancora non so neanche come te lo devo scrivere.
Sì purtroppo c’è anche il fatto che questo decreto è in contrasto con altre leggi che sanciscono vostri diritti, cioè una legge dice che vi posso prescrivere l’esame e il decreto dice che non lo posso fare”.
Ci siamo chiesti se il paziente ammalato è in grado di sopportare quelle che giudica angherie dei politici italiani dei quali si pensa che i medici siano la longa manus.
Ed infatti ecco il primo caso
«E' successo ieri a Monte di Procida”
Parliamo di un paziente che ha picchiato il proprio medico che - assecondando le direttive del decreto Lorenzin - non aveva potuto prescrivergli una risonanza magnetica.
Ma la tensione tra i pazienti sta crescendo un po' ovunque.
Scrivono Saverio Annunziata e Giuseppe Tortora, dirigenti nazionali del Sumai di Medicina generale: «Stiamo raccogliendo numerose testimonianze di colleghi che sono letteralmente infuriati per l'entrata in vigore del decreto Lorenzin che di fatto riduce notevolmente l'erogabilità di molte prestazioni».
Dice Annunziata «Ci troviamo di fronte a una strisciante privatizzazione della sanità con il pericolo reale che la prevenzione così sbandierata in questi ultimi anni sarà completamente impedita ai pazienti bisognosi, mentre i benestanti dovranno pagarsela di tasca propria o stipulando un'assicurazione. Ad esempio, indagini strumentali come Tac, Risonanze, potranno essere prescritte solo in presenza di un tumore già accertato o di un intervento chirurgico o di un trauma subito; nel caso di un sospetto diagnostico (vedi prevenzione) l'esame dovrà essere negato ed il cittadino se lo dovrà pagare. Analogamente per gli esami di laboratorio, potranno essere prescritti solo in presenza di patologie già accertate».
«Inoltre, - continua Annunziata- è sconcertante constatare che se da un lato vengono assegnate numerose esenzioni ticket, certificando di fatto l'indigenza del paziente ( 70% dei pazienti) , dall'altro si fanno pagare a questi cittadini, che molto spesso vivono di misere pensioni, esami costosi».
Aggiunge, poi, Giuseppe Tortora «Dopo un mese di gennaio trascorso con una grande richiesta di esami strumentali e diagnostici, dovuti al fatto che per quattro mesi i centri convenzionati avevano raggiunto i tetti di spesa oggi i medici si trovano di fronte a un decreto che parla di appropriatezza, mentre di fatto impone soltanto tagli. Non è possibile che siano solo i medici di famiglia a rispettare queste regole quando arrivano sulle loro scrivanie richieste continue da parte di strutture pubbliche e non, di esami non più erogabili in base al decreto Lorenzin».
Ai pazienti l’invito a riflettere.
Qualcuno,invece, suggerisce di denunciare i medici di famiglia o chi per esso per omissione di atti d’ufficio.
Lasciamo, cioè, alla saggezza della magistratura di valutare se la omissione o l’abuso si appartenga al medico ad alla ministra.
E comunque di quanto sta succedendo è bene ricordarsi alle prossime elezioni senza dimenticare che i politici hanno una sanità speciale che ovviamente ha dei costi che paghiamo noi!
Per fortuna l'ufficio comunale non ha sottoscritto il nuovo contratto con l' Adiss Multiservice cooperativa sociale per la gestione del PAC Anziani dopo la sentenza n 96/2016 della sezione due del Tar di Catanzaro.
Sarebbe stato un pasticcio!.
La vicenda riguarda il progetto del PAC anziani affidata alla gestione consorzio cooperative sociale SCS onlus ma impugnato davanti al Tar di Catanzaro alla Adiss Multiservice cooperativa sociale ed alla quale il tribunale amministrativo calabrese ha dato ragione.
Ma il consorzio cooperative sociali Nestore SCS onlus ha impugnato la sentenza davanti alla terza sezione del Consiglio di Stato chiedendo in via urgenza la sospensione degli effetti della senteza appellata.
Ed il presidente visto che l'appellante ha stipulato il contratto con il comune di Amantea dando avvio al servizio ed assumendo 27 dipendenti e che è prossima la stipulazione del contratto con la Adiss Multiservice, rilevato che è necessario garantire l'ordinato svolgimento del servizio in questione in quanto trattasi di asistenza domiciliare a persone anziane non autosufficenti, e considerato che nel bilanciamento dei contrapposti interessi, appare prevalente la tutela dell'esigenza di mantenere inalterata la situazione di fatto e di diritto fino alla trattazione collegiale dell'istanza ha sospeso gli effetti della sentenza appellata fissando nel contempo la decisione collegiale nella udienza 25 febbraio 2016.
In sostanza e fino a tale data il servizio continuerà ad essere svolto dalla Nestore.
Poi la gestione spetterà a chi deciderà il Consiglio di Stato.
Cosa facevamo lunedì scorso, 25 gennaio, nel tardo pomeriggio ad Amantea?
Ognuno di noi dovrebbe fermarsi e pensarci un attimo prima che il ricordo diventi troppo lontano.
Ognuno di noi era intento alle proprie cose nella normalità della vita quotidiana.
Qualcuno però si preparava a fare scoppiare una bomba nel centro abitato di Acquicella, nel parcheggio di una pizzeria mentre qualcun altro residente in quella zona stava per accompagnare la propria figlia a danza.
L'ordigno, non si sa bene cosa, è esploso alle 19:15 ed è stato solo un caso che nessuno sia passato di lì in quel momento.
Oggi ho visto quel padre che aveva ancora dentro di sè la paura e la rabbia per quello che è accaduto.
Noi del M5s ne abbiamo parlato, condannato, e ci siamo interrogati cercando i perchè, le dinamiche, le iniziative da prendere.
Ma questo non basta.
L'indignazione che si prova bisogna manifestarla e farlo subito.
Indignarsi perchè qualcuno pensa di potersi permettere di mettere a rischio la vita dei cittadini senza temere le Istituzioni e la Legge.
Indignarsi e raccogliere e stimolare l'indignazione degli altri.
Altrimenti rischiamo tutti di rimanere paralizzati nella paura, nel silenzio e nella rassegnazione.
Come se fosse inevitabile che la criminalità o chiunque sia stato si senta libero di fare quello che vuole anche mettendo a repentaglio in qualsiasi momento l'incolumità e la sicurezza di cittadini innocenti ed incolpevoli.
Non è così, non può essere così e lo vogliamo dire chiaro chiaro.
Quello che è successo è gravissimo, è l'ennesimo atto di violenza accaduto nella nostra città, ed è ancor più grave per la modalità con cui è accaduto e per la potenziale pericolosità.
Non mi interessa fare polemica e invito tutti a fare fronte comune per potere pensare che la lotta alla delinquenza, alla malavita e alla mafia sia la lotta di tutti, senza distinzioni, e di tutta la Città di Amantea.
Composta inevitabilmente da Cittadini e Istituzioni.
I Cittadini manifestino la loro indignazione e abbiano il coraggio di dire se hanno visto. Noi siamo con loro, pronti a denunciare con loro.
Le Istituzioni, noi compresi, si assumano le loro responsabilità nel concreto, non con frasi o comportamenti di facciata.
Ricordando che la criminalità si combatte ogni giorno, anche con atti amministrativi molto semplici, o quando si raccoglie il consenso elettorale.
Perchè non ci sono vie di mezzo: o si sta da una parte o si sta dall'altra.
M5s Amantea