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A distanza di meno di un mese dal Venerdì 22 gennaio 2016, quando a Reggio Calabria, il Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata, Prefetto Umberto Postiglione, alla presenza del Componente del Consiglio direttivo dell’ANBSC il Procuratore Nazionale Antimafia dott. Franco Roberti, ha proceduto alla consegna dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ecco che entra in campo anche il comune di Amantea..

In quel caso gran parte dei beni sono andati al comune di Reggio Calabria.

Ma ci sono tanti altri beni ancora disponibili e rientranti nella competenza dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata per la Calabria.

Alcuni sono anche nel territorio di Amantea.

E ieri mattina davanti ad una di esse diverse macchine dei carabinieri.

Nessun comunicato è stato emanato né dall’Arma dei carabinieri , né da parte dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati, né da parte del comune di Amantea pur interessato al destino dei beni esistenti nel territorio di Amantea

E’ facile, comunque, supporre che si sia proceduto ad un accertamento della possibilità di loro utilizzo quale nuova caserma e sede della stazione carabinieri di Amantea.

La supposizione diventa quasi certezza alla luce delle disponibilità finanziarie disposte dal governo per il necessario adeguamento degli immobili alle nuove destinazioni d’uso, ivi compresa la messa in opera dei sistemi di sicurezza

Non tutti gli immobili però saranno destinati all’Arma dei carabinieri.

Qualcuno sarà destinato ad altre esigenze pubbliche ed in particolare sociali.

Invero, nessun decreto specifico di destinazione e di assegnazione fino ad ora è stato emanato, ma la visita preventiva si colloca proprio in questa ottica

L’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati, infatti, dovrà avere prima il via libera da parte dell’Arma dei carabinieri conseguente all’accesso di questi giorni.

Basta aspettare con pazienza e prima o dopo parte delle ville sulla SS18 diventeranno sede dei Carabinieri.

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Sono decenni che le amministrazioni comunali che si sono succedute sembrano aver dimenticato lo stato di grave pericolo delle case di Corso Umberto primo.

 

Era, infatti, il 1989 quando si pose in opera una paratia con pali a grosso diametro sulla attuale Via Nazionale e successivamente si provvide ad espungere in parte le acque che avevano pervaso i terreni sottostanti Corso Umberto Primo, al punto da abbassare le fondamenta di una delle case fronteggianti il corso e da indurre il crollo del manufatto del vecchio ufficio postale.

 

Ora, dopo quasi 30 anni , finalmente, una prima attenzione.

L’amministrazione , infatti, allarmata per il persistente ribaltamento della stecca di case poste su Corso Umberto Primo e per il persistente distacco delle stesse dal marciapiede, ha commissionato un approfondito Studio Geologico di tutta l’area che insiste tra Corso Umberto Primo e Via Nazionale, compreso, ovviamente, il Supportico Piazza.

Sono stati eseguiti 3 Sondaggi Geomeccanici a carotaggio continuo spinti fino alla profondità, rispettivamente, di 15-20-15 ml dal p.c, nonché 9 prove SPT ed inoltre sono state definite le velocità sismiche dei terreni ed individuate le eventuali cavità sotterranee.

 

In buona sostanza il dissesto è caratterizzato dalla presenza di una frana per slide con meccanismo di tipo “scorrimento rotazionale” condizionato dalla variazione piezometrica della falda e dalla scarsa a regimazione delle acque meteoriche.

In sostanza i tecnici nel denunciare la gravità della frana hanno proposto la realizzazione di trincee drenanti, di opere di regimazione delle acque meteoriche mediante canali di scolo e canali, il rifacimento della rete fognante e della rete idrica, il rifacimento della pavimentazione stradale per evitare che le acque meteoriche abbiano vie preferenziali di ingresso nelle zone potenzialmente in frana.

Una proposta simile a quella fatta quasi 30 anni fa , ma mai posta in opera e della quale non si è tenuto conto quando venne realizzato l’acciottolato attuale di Corso Umberto Primo : della serie quando la forma vince sulla sostanza!

E contemporaneamente una serie di micropali a valle dei fabbricati più dissestati in modo da rafforzare i terreni di fondazione degli edifici ( si parla di circa 9/10 ogni metro di cordolo, con profondità di infissione > 16 m dal p.c.) ed una serie di paratie di pali di grande diametro collegate in testa da paratie in c.a.. . Un grande lavoro.

 

I tecnici sono convinti che in tal modo si ridurrà il rischio che oggi preoccupa gli abitanti della zona.

Una preoccupazione forte, e di più! Una preoccupazione che è vinta dall’amore per il luogo e per la propria casa dove ci sono memorie e ricordi che, diversamente, si perderebbero. D’altro canto questa situazione perdura da molto tempo ed è diventata una seconda pelle, glabra quanto volete, ma sempre pelle alla quale ci si è abituati. Anche se tutti sperano che nulla succeda e che comunque si abbia il tempo di scappare e di salvarsi!

All’amministrazione di valutare la opportunità ,alternativa e forse dolorosa, di trasferire gli abitanti della zona in luoghi più sicuri in particolare quando i costi delle opere di messa in sicurezza siano superiore a quelli di realizzazione dei nuovi fabbricati e di demolizione degli attuali. La vita è ben più cara delle memorie.

 

Quello che però appare incredibile è che l’autorità di bacino con delibera n 7 del 29.1.2004 dispose il declassamento da R4 ad R2 della frana del rione Piazza di Amantea senza che l’amministrazione comunale obiettasse alcunché ed oggi si ritrovi a dover intervenire temendo il crollo della case!!!!!

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Un compito difficile quello che aspetta gli amministratori comunali.
Difficile e delicato.

 

Perché prima ancora di decidere per il futuro del carnevale di Amantea occorre definire almeno due cose

La prima è se Amantea, nei prossimi anni, deve crescere rapidamente, recuperando i ritardi che si sono accumulati fino a diventare abnormi ed apparentemente inamovibili, o se, al contrario, la città deve continuare a morire lentamente ma inevitabilmente.

 

La seconda è la verità sul carnevale.

Oggettivamente la prima scelta è facile e dipende dal coraggio di osare o dal timore di osare.

La seconda, invece, è difficilissima perché “Si può scegliere tra una bugia che fa vivere o una verità che fa morire (Tobias Grüterich)”.

D’altro canto è noto che “Il filosofo ritiene che la verità non esista, il politico – che non sia necessaria. (Patricie Holečková)”

 

In politica , ed Amantea, non fa eccezione, le lotte tra le posizioni e gli uomini che le combattono sono sempre arcane.

Passerà la idea di cambiamento del Sindaco Monica Sabatino ?

Ciccia Caterina potrà dire le cose che non ha detto?

Emergerà una verità simile ad un quadro astratto?.

Od avrà il sopravvento una bugia dai dettagli talmente nitidi da poter essere scambiata per una fotografia?

 

Molti aspettano questa delicata scelta.

Noi, e lo abbiamo detto, invochiamo, in primis, che il comune recuperi a sè il carnevale e lo muova in una direzione innovativa e vincente , magari facendo tesoro della nostra antica proposta di attuare una scuola per cartonisti sfruttando le significative qualità di molti amanteani che ne hanno dato prova e conservando i carri per le manifestazioni estive.

 

Un comune che si apra alla collaborazione con i comuni viciniori e la frazione Campora San Giovanni per dar luogo al carnevale più lungo Italia e da esporre sulla SS18 ai nostri turisti ed ai passanti.

Idee che abbisognano della assunzione di responsabilità da parte dell’ente locale perché permettono un carnevale che aiuti davvero la economia cittadina e comprensoriale, anche d’estate.

Amantea aspetta fiduciosa una scelta opportuna, non opportunistica.

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