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E’ questo il senso profondo dell’intervento letto da Antonella Guido Rizzo anche per nome e conto degli altri 5 ex vigili precari in occasione del comizio tenuto ieri sera da Francesca Menichino del M5s.

 

Un intervento che sembra porre in secondo piano quanto detto dalla consigliera di minoranza e che S&o è il seguente.

“ Carissimi, lo spirito con cui affronto oggi questo incarico di salire su questo palco è quello di sempre: il coraggio e la trasparenza che mi contraddistinguono.

Io e le altre in nome delle quali parlo lo facciamo per lanciare una sfida.

 

Si tratta di una scelta di coraggio.

Ho scelto come le altre di non abbandonare il mio paese.

E non cedo alla tentazione di non vedere e di non sentire anche se so che sarebbe stato tutto più facile.

I nostri sacrifici non sono serviti a nulla. I miei sogni sono stati avvelenati e distrutti da un sistema malato che lei, gentilissima professoressa, oggi sindaco del mio paese, professava, in tempo di elezioni, di voler cambiare.

 

Oggi, invece, noi poveri cittadini ci ritroviamo di fronte ad una concezione padronale della politica che occupa e gestisce il potere per il perseguimento di interessi di parte.

Alla faccia della legalità e della giustizia.

Tutto ciò ha portato al nostro personale declino.

Il declino di 6 famiglie di ex vigili precari ai quali è stato tolto il pane quotidiano.

Questo è quello che chiedeva ognuno di noi, il pane quotidiano.

Purtroppo, nostro malgrado, ci ritroviamo a casa, umiliati e nel mentre continuiamo ad assistere ogni giorno a passerelle di consiglieri ed assessori che vorrebbero il nostro saluto, perchè tanto” non è successo nulla di grave”.

 

Invece non ci sono più i presupposti e le condizioni per andare avanti, quando ti vengono tolte tranquillità, serenità, sorriso ed entusiasmo.

Avevamo creduto alle facili promesse elettorali, alle quali abbiamo dato fiducia , ma siamo stati traditi.

La politica affamata di potere ha prevalso su di noi, semplici cittadini che chiedevamo solamente che il posto di lavoro venisse difeso.

VERGOGNA

A voi tutti amministratori incapaci auguriamo un felice 2016

E speriamo che le vostre coscienze si sveglino e vi portino a pensare a quanti in questo splendido paese avete tolto la dignità, IL LAVORO

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Cominciamo il nuovo anno 2016 nel solito dilem ma:che fare?

Stare in silen zio come fanno tanti concittadini, chi per viltà accomodante , chi per indolenza spi rituale, chi per ignavia( come colui che liberò Barabba e condannò Cristo pur sapendolo innocente o come Esaù, che rifiutò la sua primogenitura barattandola con un piatto di lenticchie) , facendo finta di non vedere, di non sentire, di non capire e lasciando tutto come è, senza osare far nulla, quasi che le strade su cui cammina non siano le sue, il paese in cui vive non sia il suo?

O continuare ad osservare quanto lo circonda e, con l’occhio al domani, al futuro pieno di speranza( magari quello dei suoi figli, dei suoi nipoti), continuare a segnalare piccole, medie e grandi cose che non vanno o che comunque potrebbero andare meglio. Cose da rivedere, da correggere, migliorare, non per sèma per tutti?

La scelta è rilevante, molto rilevante.

Chi sta zitto e si fa i (c……) fatti suoi, (per Dante "che mai non fur vivi") passa per essere sereno, buono, destinato al paradiso, rispettato dai potenti e dai suoi simili.

Chi al contrario si permette di essere critico rischia moltissimo, nientemeno che il giudizio degli ignavi.

Si! Il mondo è cambiato ; un tempo erano giudicati gli ignavi ( Dante: vedi sotto), oggi quasi passano per eroi!

Noi osserviamo sommessamente che esiste anche una critica osservativa, una mera constatazione finalizzata ad attenzionare le cose che non sono opportune per la positiva immagine città , di una città che non può vivere di grispelle e monacelle ma che vuole crescere conservando il ruolo che la storia le ha assegnato o che ella ha saputo farsi assegnare

In questa ottica positiva ( ma senza lodi ad ogni costo) e non dissacrativa qualche elemento fotografico positivo ( come quelle che seguono) e negativo ( come quello in prima pagina).

Le foto sono di questi giorni.( Dante dopo le fotyo)

Dante Alighieri, durante la narrazione fantastica del suo viaggio nel regno dell'oltretomba all'interno della Divina Commedia, li colloca nell'Antinferno.

Li descrive aspramente come coloro che durante la loro vita non hanno mai agito né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte.

Dante li inserisce qui perché li giudica indegni di meritare sia le gioie del Paradiso, sia le pene dell'Inferno, a causa proprio del loro non essersi schierati né a favore del bene, né a favore del male. Sono costretti a girare nudi per l'eternità inseguendo una insegna – che corre velocissima e gira su se stessa – punti e feriti da vespe e mosconi. Il loro sangue, mescolato alle loro lacrime, viene succhiato da fastidiosi vermi.

Il disprezzo del poeta verso questa categoria di peccatori è massimo e completo. Tanto accanimento si spiega, dal punto di vista teologico, perché la scelta fra Bene e Male, deve obbligatoriamente essere fatta. Dal punto di vista sociale, inoltre, nel Medioevo lo schieramento politico e la vita attiva all'interno del Comune erano quasi sempre considerate tappe fondamentali ed inevitabili nella vita di un cittadino. Se l'uomo è un essere sociale, chi si sottrae ai suoi doveri verso la società non è degno, secondo la riflessione dantesca, di alcuna considerazione.

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Bene, un grande ri sultato ot tenuto dai Militari del la Guardia Costiera di Vibo Valentia .

Ci sembra addirittura il primo sequestro di un motopesca trovato ad esercitare attività di pesca a strascico in piena zona di tutela biologica di Amantea.

Tra l’altro la pesca a strascico è responsabile anche dell’inquinamento delle acque marine.

Ma ecco il comunicato stampa:

“I Militari della Guardia Costiera di Vibo Valentia hanno proceduto, nel tardo pomeriggio di ieri, al sequestro di un motopesca e delle reti presenti a bordo intento ad esercitare attività di pesca a strascico in piena zona di tutela biologica di Amantea, un’area soggetta a particolari restrizioni e nella quale è tassativamente vietato usare reti di tipo strascico.

Le attività marittime in tale zona sono regolamentate dall’Ordinanza n.11/2009 del 22.04.2009 della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, che ha disciplinato quanto contenuto nel D.M. 22.01.2009 del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. La zona di tutela biologica di Amantea rappresenta, dal punto di vista biologico, una “nursery”, cioè un’area destinata all’accrescimento dei giovani esemplari delle specie ittiche e si estende per circa 7 miglia dalla linea di costa. Al suo interno è vietata la pesca a strascico e l’utilizzo di attrezzi con più di cinque ami per la pesca sportiva. Consentite, invece, per le unità da pesca regolarmente iscritte e in possesso della prevista licenza, l’utilizzo di reti da posta, nasse e dei palangari.

Il GIP di Paola, dott. Carmine DE ROSA, ha emesso il provvedimento eseguito ieri su impulso della stessa Procura della Repubblica, guidata dal dott. Bruno GIORDANO, dopo che i militari della Capitaneria avevano denunciato il peschereccio nello scorso mese di settembre per il reati di deturpamento di bellezze naturali e di luoghi soggetti alla speciale protezione dell’autorità.

Sempre al momento dell’accertamento, erano inoltre stati applicati una sanzione amministrativa di 4.000,00 euro, il sequestro degli attrezzi da pesca e del prodotto ittico e l’applicazione dei punti al comandante ed alla licenza di pesca, una sanzione accessoria quest’ultima, prevista dal d.lgs. 04/2012 per il compimento di illeciti che violano gravemente le norme sulla pesca specificatamente indicate dalla normativa dell’Unione Europea.

Un segnale di presenza costante – “spiega il C.F. (CP) Antonio LO GIUDICE – Comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina” - quello delle nostre unità nelle acque del Tirreno cosentino e delle nostre pattuglie lungo i 220 km di costa del Compartimento Marittimo, che vuole, con questa continua attività repressiva, evidenziare l’attenzione del Corpo per l’ambiente marino e sottolineare una tutela dei pescatori che rispettano le regole e non vedono di buon occhio comportamenti illeciti da parte di pochi Motopesca che credono di sfuggire ai controlli”.

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