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Sante Mazzei, Concetta Veltri, Miriam Bruno e Sergio Ruggiero scrivono al sindaco Sabatino. Ecco il testo della “Interrogazione a risposta scritta”

“I sottoscritti Consiglieri Comunali, dopo una attenta valutazione delle condizioni in cui versa il Corpo di Polizia Municipale del nostro Comune, anche in considerazione dell’accadimento intimidatorio cui è stata vittima l’Agente Anna Montemagno, con la presente rivolge alla S.V. le seguenti domande:

-se, oltre alla convocazione del Consiglio Comunale del 23/02/2015 con il quale si è giustamente inteso manifestare la solidarietà della Città all’Agente Montemagno, sono state intraprese da parte dell’Amministrazione comunale concrete iniziative per migliorare le condizioni complessive in cui opera il Corpo di Polizia Municipale;

-se è a conoscenza del fatto che l’organico del nostro Corpo di Polizia Municipale è sottodimensionato rispetto ai carichi di lavoro e rispetto alle previsioni di Legge, anche in considerazione del fatto che altre due Unità lasceranno il Comando.

-se non ritiene che la sede fissa di lavoro attualmente utilizzata dal Corpo di Polizia Municipale risulti inadeguata e addirittura pregiudizievole rispetto all’espletamento della Funzione svolta;

-se non ritiene di dover dare velocemente corso al Concorso per la stabilizzazione degli Agenti di Polizia Municipale precari, per la copertura di n. 7 posti di Agenti di P.M. a metà tempo, per come previsto dalle relative delibere di Giunta Municipale tuttora vigenti;

-se non ritiene di porre in essere ogni iniziativa utile e risolutiva affinché le azioni legali poste in essere dai suddetti Agenti precari non determinino un grave danno economico per il nostro Ente, rispetto al quale i componenti della Giunta Comunale, probabilmente, rischierebbero di assumere la responsabilità personale per un eventuale danno erariale.

Considerata l’importanza dell’argomento, gli scriventi rimangono in attesa di un Suo cortese riscontro.”

Si tratta di una interrogazione che non resterà certamente priva di effetti politici e giuridici

Intanto per la provocatoria domanda se la sede del Comando di Polizia non sia da ritenersi “ inadeguata e addirittura pregiudizievole per l’espletamento della Funzione; sicuramente la maggioranza ricorderà che la domanda è quantomeno intempestiva visto che il comando è allocato in via degli Stadi ormai da tanti anni e tale scelta si appartiene alle amministrazioni precedenti;

Poi mentre la Giunta autorizza la assegnazione di due vigili ad altri comuni sostenendo che tale assegnazione “ non determina disfunzioni od inefficienze al servizio di polizia urbana” la interrogazione ex adverso ritiene “l’organico del Corpo di Polizia Municipale sottodimensionato rispetto ai carichi di lavoro e rispetto alle previsioni di Legge, anche in considerazione del fatto che altre due Unità lasceranno il Comando”.

E ci fermiamo qui....

Ma sembra , comunque, che si parli di due diverse città!

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Un forte rumore ha svegliato stamattina i pochi abitanti di Catocastro.

Una casa del cinquecento è rovinosamente crollata ed ha anche danneggiato la struttura tubolare di sostegno del Collegio dei Gesuiti

Nessun ferito perchè ai primi segni premonitori risalenti al 27 febbraio 2008, più di sette anni fa, il comando di Polizia Municipale appose l’ordinanza che inibiva l’uso di alcune aree del centro storico.

Esisteva ,allora, un forte pericolo di crolli ed esiste ancora oggi.

Poi iniziarono i lavori di manutenzione del collegio gesuitico del 1600.

Lavori mai completati, anzi lavori che si sono fermati alla messa in opera di una faraonica struttura di tubi che avrebbe il compito di costituire un temporaneo momento di tutela del complesso.

Ora questo imponente crollo.

Viene giù un antico arco , ed insieme, la facciata di una casa cinquecentesca, un solaio e parte di un tetto.

Restano in piedi precariamente appesi al cielo due altissimi angoli della vecchia casa a tre piani

Dentro si vede un antico camino, bellissimo.

Ma le pietre ed i pezzi di muri hanno piegato parte dei tubi di sostegno del collegio gesuitico.

Non solo ma decine di mc di vecchie pietre hanno invaso la vecchia strada interna che portava i Monaci gesuiti dal ponte levatoio sul torrente Catocastro fino al collegio.

In questo modo le pietre hanno bloccato il flusso delle acque piovane costringendole a trovare altri percorsi ed incidendo sulla precaria stabilità di quanto è ancora rimasto in piedi.

Ma è tutto fortemente precario.

Grosse le lesioni di muri d’angolo, pronti a crollare.

Travi appese da un solo lato e pronte a piombare giù.

Muri interni tenuti da architravi supportati da porte precarie.

Il problema è che a fianco a queste mura appena crollate ci sono vecchi fabbricati appena restaurati in qualche modo.

Paura nei pochi abitanti del centro storico.

Timori nei proprietari delle poche antiche abitazioni.

Nei prossimi giorni è certa la presenza sul posto dei tecnici del comune per verificare se esista qualche pericolo per la tenuta della grande armatura di sostegno delle alte mura dell’antico collegio dei Gesuiti.

 

 GALLERIA FOTOGRAFICA

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Il consigliere Sergio Ruggiero dopo Francesca Menichino esprime le sue preoccupazioni ed invita a lasciare lavorare gli inquirenti.

“Intendo manifestare massima preoccupazione circa il ripetersi di atti delittuosi che scuotono la nostra Comunità, riferendomi all’ennesimo incendio di un’auto, testimonianza lampante di un ormai consueto, diffuso e drammatico ricorso al comportamento criminale nella nostra città.

E mi pongo con estrema cautela rispetto ai contenuti delle inchieste giornalistiche riferite a indagini e iniziative giudiziarie atte a “smascherare rapporti tra amministratori ed esponenti della malavita”. Si tratta di questioni delicate che adombrano scenari oscuri e che, se confermate, mortificherebbero ancora una volta l’immagine della città e metterebbero in discussione la legittimità dell’attuale Governo cittadino.

Ma io a tutto questo non credo, e non ci voglio credere.

Io non sono un organo di polizia né un giudice, non dispongo di elementi per formulare giudizi né mi compete emettere sentenze.

Ma voglio esprimere la sincera speranza che le voci di coinvolgimenti illeciti a carico di qualche membro del Governo cittadino non corrispondano al vero, e che la politica amanteana si ponga inequivocabilmente, e nella sua totalità, dalla parte giusta della barricata.

E la barricata deve essere robusta, innestata sulla negazione del favore ad ogni costo, del clientelismo più o meno spicciolo elevato a sistema, dell’accordo preelettorale da stipulare con chiunque pur di vincere le elezioni, come se vincere le elezioni consentisse di conquistare il

Paradiso, o fosse l’unica cura per guarire da un male incurabile.

Non voglio credere che qualche politico in carica abbia varcato la soglia di quella maledetta zona grigia che asseconda interessi deviati, rendendosi complice della brutalizzazione civile e morale della Comunità.

Non voglio credere, e dico che aldilà del confronto e dello scontro politico, seppur vibrato, esiste un orizzonte di umanità e di rapporti interpersonali che mi induce a considerare avversari e non nemici da abbattere ad ogni costo i membri della Maggioranza, e non mi nega la possibilità di fermarmi

e prendere con loro un santissimo caffè senza dovermi sentire a disagio, articolo o non articolo. Smetterei piuttosto di impegnarmi in politica.

E allora, in quanto Consigliere di opposizione mi dispongo, come sinora ho fatto, a giudicare la Maggioranza sul terreno del confronto democratico circa le scelte e il modo di governare.

Una Maggioranza, a mio modestissimo parere, morta e sepolta nella tomba di una politica sterile e

obsoleta che mi trova in disaccordo sulle fondamentali scelte (Piano opere pubbliche, Piano Urbanistico, Tributi, Bilancio, Welfare, Governo del territorio, dei servizi e delle infrastrutture, Organizzazione degli uffici), e non intravedendo una prospettiva in grado di propiziare un percorso di rilancio della Comunità.

E’ il mio parere, ovviamente confutabile.

Nel chiedere agli Organi preposti di fare chiarezza, per il bene di Amantea e Campora, ricordo a me stesso che essere ascoltati dagli inquirenti non equivale a un giudizio di condanna.

Con questo pensiero, lascio a Chi di competenza il compito di consegnarci la verità dei fatti.

Amantea 14 marzo 2015 Sergio Ruggiero

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