
Lo afferma l’Oms che nel contempo denuncia che il totale dei casi è salito a 2615 e quello dei morti a 1427.
Non solo, secondo gli ultimi dati più di 240 operatori sanitari hanno sviluppato la malattia in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone, e più di 120 ne sono morti.
Forte il dubbio che alla base di questa alta percentuale di personale medico infetto, ci siano la carenza di mezzi di protezione individuale o il loro uso improprio e la scarsità di personale medico per una epidemia di tali dimensioni.
Qualcuno contesta anche la insufficienza delle raccomandazioni per evitare il virus Ebola recate dal depliant dell’Oms.
La preoccupazione viene dagli stessi scienziati.
Peter Piot, co-scopritore del virus, è preoccupato che l'epidemia di Ebola in Africa occidentale "finisca fuori controllo", e critica la "straordinaria lentezza" dell'Organizzazione Mondiale per la Sanità a rispondere all'emergenza.
"Non avevamo mai visto un'epidemia di una tale ampiezza, da sei mesi stiamo assistendo a una cosiddetta 'tempesta perfetta'. L'epidemia - costata la vita a circa 1.500 persone - "esplode in Paesi in cui i servizi sanitari non funzionano, smantellati da decenni di guerre, e dove inoltre la popolazione nutre una totale mancanza di fiducia nelle autorità"
Piot a poi osservato come l'Oms "non si sia svegliata che a luglio" mentre l'allarme era già stato lanciato ai primi di marzo, quattro mesi dopo l'inizio dell'epidemia.
Si allarga il numero dei paesi nei quali l’Ebola miete vittime
Aumenta il rischio infine che l’ebola possa muoversi a seguito dei forti processi migrazionali in essere, tanto più che si tratta di persone libere di muoversi.
Ieri 24 agosto in piu' di 60 citta' del mondo ieri si e' celebrato il Go Topless Day.
Epicentro e' stato New York dove donne e uomini hanno marciato da Columbus Circle fino a Bryan Park, passando da Times Square, per chiedere uguali diritti per le donne e avere la stessa possibilita' degli uomini di poter stare in pubblico senza topless.
In molte citta', non e' il caso di New York, il topless e' contro la legge.
Un evento che si ripeterà negli anni e che assumerà ecrtamente una rilevante importanza.
C’è poco da scherzare. Ora intervengono i Giudici Europei ed il datore di lavoro, in specie la Pubblica amministrazione, non può più scherzare.
Infatti, secondo il Giudice europeo (Sez. I, Sent. 12.06.14, Causa C-118/13) il decesso del dipendente non estingue il suo diritto all’indennità finanziaria per le giornate di ferie non godute in vita.
Pertanto, se il lavoratore passa a miglior vita quando ha già maturato le ferie e, tuttavia, non ha fatto in tempo a goderne, il datore di lavoro deve pagare la relativa indennità sostitutiva agli eredi.
Secondo i Giudici comunitari non ci sono dubbi sulla trasmissibilità per via successoria dell’indennità per ferie non godute perché il diritto alle ferie annuali retribuite è un principio di diritto sociale di massima importanza: la fruizione del riposo da un lato e il pagamento dell’indennità sostitutiva dall’altro sono facce di una stessa medaglia.
Entrambe, quindi, irrinunciabili, anche con la morte del dipendente.
Peraltro, per ottenere questa indennità non è necessaria alcuna domanda da parte del lavoratore: al contrario è un diritto che gli spetta in automatico.
Secondo la CGE l'art. 7 Direttiva 04.11.03, n. 2003/88/CE, del 4 novembre 2003, che riguarda alcuni taluni relativi all'orario di lavoro, deve essere interpretato nel senso che osta a legislazioni o prassi nazionali, stabilire che il diritto alle ferie annuali retribuite si estingue senza dare diritto ad un'indennità finanziaria a titolo delle ferie non godute, quando il rapporto di lavoro termina a causa della morte del lavoratore.
Di conseguenza, l’art. 7 Dir. 2003/88 non può essere interpretato nel senso che il decesso del lavoratore fa sì che il datore di lavoro del lavoratore defunto non proceda al pagamento dell’indennità cui avrebbe normalmente avuto diritto il lavoratore, in caso mancata fruizione delle ferie annuali e, dall’altro, che il beneficio di questa indennità non può “dipendere” dalla presentazione di una specifica domanda
E’ la conferma tombale che il diritto alle ferie è irrinunciabile
Per le stesse ragioni il datore di lavoro DEVE collocare in ferie obbligatorie il dipendente che sta per essere collocato in pensione.
Un eventuale pagamento di ferie non goduto sarebbe illecito determinerebbe danni alla azienda e la lesione dei diritti del lavoratore