
Redazione TirrenoNews
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Prima gettano la spazzatura per terra, poi pietiscono per la contravvenzione.
Sabato, 07 Maggio 2016 17:32 Pubblicato in CronacaUno dei segni di inciviltà che Amantea mostra in modo abbon dan te è il con tinuo, incessante sversa mento di rifiuti sulle strade cittadine.
No! Non parliamo soltanto di quelle periferiche dove oggettivamente è difficile accertare coloro che mostrano totalmente la loro inciviltà e che dissacrano il territorio per una stupida protesta contro chi ben non si sa( forse l’amministrazione comunale che ha avuto il coraggio doveroso di avviare a raccolta differenziata proprio pur dare un volto positivo alla città?) , ma anche di quelle interne come via Dogana, come la stessa statale 18!
Lo strano è che esistono punti specifici nei quali avviene lo sversamento.
È il caso dell’albero di fronte al negozio di Giovanni Massali, ovvero palazzo Abbate.(vedi foto)
Nonché il caso del centro storico presso le case sciollate.(vedi foto)
Ed ancora la spazzatura sulla str5ada per Lago( vedi foto)
Per non parlare delle buste dei rifiuti davanti all’ingresso nord della Lidl.(vedi foto)
Ora, siccome non crediamo che la gente vada in giro con la busta di spazzatura, è verosimile che gli incivili siano abitanti del quartiere.
Ed è anche da supporre che si tratti di evasori contributivi.
Una ragione in più, questa, per sanzionarli.
Per loro fortuna e nostra sfortuna molto difficilmente vengono colti sul fatto e debitamente sanzionati.
L’altro segno è la indegna gazzarra che fanno quando vengono scoperti e contravvenzionati.
Cercano tutte le scuse, anche quelle più inverosimili.
No! Loro non hanno colpa.
E’ il mezzo che magari è passato troppo presto .
O siccome erano stati dal medico per farsi prescrivere la ricetta ed avevano trovato una lunga fila anche in farmacia l’automezzo era passato e loro non avevano messo fuori la busta per tempo.
Per non parlare di quelli che “ tanto ce ne sono altre!”
Per fortuna sembra che gli amministratori non si prestino ad annullare le contravvenzioni elevate dal comando di Polizia Municipale.
Sarebbe una vergogna.
Per colpa di pochi cittadini di Amantea la nostra immagine non è certamente felice.
Non solo, ma sta arrivando il caldo ed i rifiuti marcendo emanano un forte fetore .
Insomma la città perde la guerra per colpa di pochi incivili che tutti fanno finta di non vedere.
Eppure basterebbe una foto inviata al comando di Polizia Municipale!.
La città è anche nostra!
Centro storico
Massali
Lago
Il diniego della Cassa DDPP ha natura discriminatoria!
Sabato, 07 Maggio 2016 16:35 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaEcco il comunicato stampa del M5S
“Il Consiglio comunale .Capitolo primo.
Saranno circa 30 anni che il metodo è sempre lo stesso: debiti su debiti, e da ultimo debiti per finanziare altri debiti.
E’ un metodo vecchio peggiorato da questa Amministrazione che pur si presentava come nuova.
Chiaro segnale che dietro il nuovo che avanza c’è il vecchio sempre lì,nella stessa stanza.
Eravamo a 20 milioni di euro di debiti con una rata di 2 milioni di euro quando si è proceduto a due operazioni scellerate:
- La rinegoziazione di 136 mutui con un aumento di circa 3 milioni di euro di interessi;
- La richiesta a fine 2015 di altri 3 milioni di euro circa di nuovi mutui.
Senza contare l’anticipazione di cassa di circa 12 milioni di euro da restituire in 29 anni e mezzo.
Per fortuna la Cassa Depositi e Prestiti ha detto no!
Poteva essere l’occasione di una riflessione, e magari un confronto con le componenti consiliari o con i cittadini.
Ma la trasparenza, la democrazia e la buona amministrazione non appartengono a questa giunta.
La contraddistingue solo l’arroganza con la quale senza nemmeno indicare l’impegno di spesa ha deciso con delibera di Giunta n. 26 del 23 febbraio ( pubblicata solo l’8 aprile) di dare incarico a due legali romani di interpellare il Presidente Mattarella contro la Cassa Depositi e Prestiti.
Quanto durerà questa ennesima vertenza legale?
Quanto costerà alle casse del Comune?
E quali garanzie rispetto ad un esito che appare molto improbabile?
Sarebbe stato molto più saggio tentare una trattativa tra uffici, da affidare al servizio finanziario dell’ente che paghiamo per lavorare, ed attendere nel caso di esiti negativi il prossimo anno ormai vicino.
E invece un costoso ricorso che non ha precedenti e che potrebbe essere inammissibile, e che intanto è costato già 650 euro di contributo unificato, senza considerare le spese dell’incarico legale non indicate.
Noi abbiamo sentito Cassa Depositi e Prestiti che ritiene di aver agito nel giusto, abbiamo formalizzato un accesso agli atti e attendiamo di analizzare i documenti che ci forniranno per fare la nostra proposta.
Continuando a ripetere che all’indebitamento occorre sostituire una politica di ricerca di fondi comunitari, diretti e indiretti.
Con umiltà occorreva prendere atto che questa proposta più volte formulata insieme a quella della revisione drastica della spesa è l’unica strada da seguire per un ente che ha spese enormi, debito elevatissimo e entrate che in gran parte non recupererà più.
Ci domandiamo se con i soldi propri ogni singolo amministratore farebbe le stesse scelte, e cioè indebitarsi per altri trent’anni, lasciando i debiti ai figli, per poi chiedere altri debiti, ed infine chiamare in causa la banca che non glieli ha concessi…
Nel ricorso abbiamo letto che il “diniego della Cassa ha natura discriminatoria”!
Manca solo che si dica che anche la Cassa Depositi e Prestiti coltiva la cultura dell’odio…..
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Apate era la divinità dell'inganno, lei era uno degli spiriti nel vaso di Pandora.
I suoi genitori erano Nyx ed Erebus.
In Mineralogia dal suo nome deriva l'Apatite che è il fluoro fosfato di calcio .
Questo minerale prende tale nome perché "inganna" potendosi confondere per caratteristiche esterne con altri minerali .
La dea Era, furiosa per un ennesimo tradimento dell'olimpico marito Zeus, si rivolse proprio a Apate la quale le prestò un cinto che era in grado di far sembrare veritiere le menzogne all'ascoltatore.
E’ a questa divinità che i politici locali e non solo, si rivolgono ogni qual volta hanno bisogno di fare credere ai loro “sudditi votanti” tutto ciò che dicono.
Fra l’altro, racconta Esiodo, che un vaso era stato dato in dono a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo.
Pandora, che aveva ricevuto da Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo.
Sul fondo del vaso rimase soltanto ‟Elpis” (la speranza), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse richiuso.
Prima di questo momento l’umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche ed angosce di sorta e gli uomini erano immortali, così come gli dei.
Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne inospitale, ottuso, prevaricatore e tiranno.
Il fascismo è nato, esiste e viene continuamente reinventato e riutilizzato dai Potenti proprio per offrire ai piccoli borghesi un falso evento dopo l’altro, un falso bersaglio dopo l’altro, una finta rivoluzione dopo l’altra.
Questo non succederebbe se la classe capitalistica considerasse i ceti medi per natura conservatori.
Sa bene che, quando si proletarizzano e si impoveriscono, potrebbero fare blocco con gli operai e in generale coi lavoratori subordinati.
Per impedire quest’alleanza, viene ogni volta scatenata una multiforme offensiva ideologica e propagandistica: ad esempio, si dice al piccolo borghese che il suo nemico sono i lavoratori garantiti e i sindacati, e al contempo, con il frame della sicurezza, gli si dice che deve temere l’immigrato.
Ma questo non basta, perché è un discorso tutto difensivo, ce ne vuole anche uno offensivo, massimalista, pseudo-rivoluzionario.
Un’ennesima variante di fascismo.
Oggi quel discorso è quello contro la Casta.
In questo tourbillon senza fine, ci si dovrebbe chiedere: “Come farà l'Italia a guardare lontano senza la sua cultura, la sua vera forza?”
Noi italiani siamo come dei nani sulle spalle di un gigante.
E il gigante è la cultura, una cultura antica che ci ha regalato la capacità di cogliere la complessità delle cose.
Si tratta di un capitale enorme che va conservato e alimentato.
Sono parole, episodi, fatti di cronaca che in parte conosciamo, triste repertorio di una memoria collettiva che va risvegliata, di fronte alle pericolose derive del presente.
Idee che a torto abbiamo pensato annientate e che invece si annidano nella condotta e nelle parole di molti di noi.
Nel razzismo strisciante o addirittura assunto come bandiera, nel fondamentalismo organizzato e in certa arroganza della divisa, nell’estremismo cieco e nella persistenza “operosa” di ideologie distruttive, nell’irrisione insolente dell’avversario, ma anche nel qualunquismo e nell’indifferenza di chi non vota e se ne lava le mani.
Il più grave problema di questo Paese, storicamente, è l’ignavia della piccola borghesia, che è la più becera d’Europa e oscilla perennemente tra l’indifferenza a tutto e la disponibilità a qualunque avventura autoritaria.
In Italia come in poche altre nazioni, non c’è nulla di più facile che spingere l’impoverito a odiare il povero.
Avventura vicaria, naturalmente, vissuta per interposto Ducetto che sbraita.
Giusto un brivido ogni tanto, per interrompere il tran tran, godersi l’endorfina e tornare al proprio posto.
Finché non sente il dolore, l’italico ceto medium rimane apatico.
Quando inizia a sentirlo, non sa dire cosa gli sia successo, blatera incoerentemente, dà la colpa ai primi falsi nemici che gli vengono agitati davanti (a scelta: i migranti, gli zingari, i comunisti, quelli che scioperano, gli ebrei…) e cerca un Uomo Forte che li combatta.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
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