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Redazione TirrenoNews

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Ci hanno preso in GIRO........d’ITALIA!

Venerdì, 06 Maggio 2016 15:33 Pubblicato in Primo Piano

Tanti di noi avevamo creduto che anche questa volta il GIRO D’ITALIA avrebbe portato il miracolo di avere sulla SS18 un tappetino nuovo.

 

Macchè!

Nei giorni corsi gli operai dell’Anas hanno chiuso alcune buche.

Peraltro malamente. Vedi foto.

Ed è stato questo il segno che Renzi e Rio ci hanno fregato ancora una volta.

Uno preoccupato della A3, l’altro impegnato con la 106 di Cutro.

 

La SS18, quindi niente.

Eppure (vedi foto principale) il manto bituminoso lato monte versa in condizioni pietose e non escludiamo che dopo km di percorrenza le bici dei ciclisti debbano essere cambiate se non possano rimanere forate.

Ma la presa in giro la abbiamo visto stamattina.

 

Alcuni operai stanno tracciando la segnaletica orizzontale

Danno così l’illusione che l’ANAS sia presente ed opere a giusta manutenzione.

Qualcuno però ci ha chiesto se la manutenzione del bitume non spetti al comune di Amantea, visto che il comune incassa sia gli introiti per i photored sia quelli per i limiti di velocità.

Altri ci hanno osservato che la palese inosservanza della ordinanza con la quale il comune di Amantea ( e non solo) vietava la circolazione ai TIR sulla SS18 sia la dimostrazione che il comune non conti nulla, cioè che non abbia alcuna competenza sul tratto di SS18 che attraversa la città . come peraltro si rileva dal fatto che sia stata l’Anas ad autorizzare l’allaccio della Statale della strada del Poliambulatorio.

Onestamente non siamo in grado di sciogliere il dilemma.

Siamo però disponibili a ricevere contributi qualificati.

L’unica certezza, come detto, è che ci hanno preso in giro e che chi guarderà le immagini televisive avrà anche la certezza di strade inidonee, oltre che per Photored e limiti di velocità,anche per la insufficiente manutenzione !

Incrocio Via Baldacchini

 

Incrocio Via Margherita

 

l'Anas si prepara a passare il "rossetto"!

 

Non è ancora mezzogiorno quando un denso fumo nero si alza nel cielo cittadino.

 

Un fumo visto da tanti amanteani.

Gli abitanti della zona sud di via Dogana , invece, sussultano per le due esplosioni, una successiva all’altra.

 

Gli abitanti, infine, di via Latina scorgono le fiamme di un’auto che brucia.

Il proprietario dell’auto abita su quella via.

Arrivano i carabinieri della locale caserma che riescono a spegnere le fiamme che intanto hanno avvolto quasi per intero l’autovettura di cui si salva esclusivamente il motore

Le foto offrono una idea di quanto successo.

Poi arrivano i vigili del fuoco di Paola sotto la direzione del caposquadra Giuseppe Spizzirri che domano totalmente l’incendio ed attendono agli incombenti di rito.

 

Questa volta si può escludere qualsiasi attentato.

Sembra si tratti, cioè, di un incendio determinato dal primo vero caldo estivo.

Il termometro della nostra auto, al sole, segna 24 gradi centigradi.

E non si può escludere che la capote nera dell’auto abbia determinato al suo interno una temperatura ancora maggiore.

Difficile, per non dire impossibile, stabilire le cause dell’incendio ed il luogo esatto di innesco.

Di certo è il fatto che nella parte posteriore dell’auto si trovava una motosega a scoppio contenente ancora un po’ di benzina.

Della motosega è rimasta intatta solo la catena.

 

Non si esclude che la benzina in essa contenuta possa essersi sversata per effetto del calore e da qui possa essere partito l’ incendio che ha trovato alimento nella plastica della capote.

Scoppiata la gomma di scorta

La tempestività dell’intervento dei Carabinieri potrebbe essere la ragione del mancato scoppio del serbatoio .

Gli investigatori dell’arma comunque seguono ogni pista.

Il sopralluogo dei Vigile del Fuoco sull'Auto

 

l'auto completamente bruciata

 

La scena

 

Vigili del Fuoco e carabinieri vanno via

 

 

Il fumo nero

La Statua della Madonna delle Grazie è stata restaurata

La Statua della Madonna delle Grazie dopo un lungo e accurato restauro, finalmente, in occasione del mese Mariano è stata esposta nella chiesa di San Pietro in Amantea a Lei dedicata.

Il restauro, ardentemente voluto dal Parroco Padre Pio Marotti, è stato eseguito a Cosenza presso la Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici.

E’ stato rimosso lo sporco che ingrigiva la vivacità dei colori riportando la scultura agli antichi splendori. Sono state recuperate le cromie originali, ben conservate al di sotto, occultate da strati di colore a smalto stesi durante interventi di manutenzione in epoche precedenti, per ridare luce a colori spenti e alterati da vernici ingiallite. Il delicato intervento ha messo in evidenza l’opera nella sua originaria bellezza.

La Statua della Madonnina, tanto cara, amata e venerata non solo dai sampietresi ma da tutto il comprensorio di Amantea, è stata accolta da uno scrosciante applauso dai fedeli che l’aspettavano con ansia e trepidazione sabato sera 30 aprile 2016.

E’ stata, poi, messa su un trono a sinistra della navata centrale della chiesa per essere ammirata e venerata.

La statua è di legno, sicuramente di scuola napoletana. Lo attestano i lineamenti del volto, gli occhi, lo sguardo, il leggerissimo sorriso. La Madonna guarda il Figlio che tiene nel braccio sinistro ed è felice che il Figlio Le accarezza il mento. Con la mano destra mostra il seno destro ed offre il latte al Figlio, ma anche a tutti noi, umanità sofferente. La Madre di Dio è raffigurata ad effigie intera e si notano finanche i piedi con i sandali.

La donna che nutre il suo piccolo al seno è l’immagine più completa e commovente della maternità. Carico di significati simbolici, primo fra tutti quello della fecondità, il seno è principalmente un’allusione all’inizio della vita, ai sogni infantili, al calore accogliente e nutritivo che ispira fiducia. Il seno che Maria offre al Bambino è ricolmo di latte – grazia, messaggio di salvezza per l’umanità.

E’ bella la Statua della nostra Madonnina e quando i fedeli arrivano davanti a Lei la guardano con attenzione, avvertono negli animi sensi di rispetto e di devozione e si prostrano davanti ai suoi piedi. Sulla provenienza della statua non si hanno le benché minime notizie, essa rimane,pertanto, legata ad una leggenda. Si racconta che la statua sia stata trovata rinchiusa in una cassa di legno presso la foce del fiume Catocastro. Uomini forti e robusti cercarono di trasportarla sulle spalle, ma Essa diventava più pesante e dovettero desistere. Ci provarono allora quattro vecchietti di San Pietro in Amantea suscitando l’ilarità dei presenti, e la statua divenne immediatamente così leggera che quasi di corsa la trasportarono nel nostro paese e la misero nella chiesa a Lei dedicata, in quel posto e in quel luogo felice che Lei aveva prescelto e che i sampietresi in suo onore avevano eretto una degna dimora. Questa è una leggenda, però ha messo stabili radici nei nostri cuori. E’ giunta così fino ai nostri giorni, non c'è traccia in nessun libro scritto.

Francesco Gagliardi

San Pietro in Amantea, 1 maggio 2016

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