BANNER-ALTO2
A+ A A-

webNumerose ricerche ci dimostrano come, nel corso degli ultimi 2-3 anni, l’accesso alla rete in Italia si sia diffuso in modo ampio e capillare. Nonostante siano ancora presenti alcune aree caratterizzate dall’odioso digital divide, la realtà è che in tantissime Regioni la connessione a internet è disponibile per tutti, a prezzi modici e con una buona velocità media. Le cose quindi sono cambiate in maniera radicale, tanto che oggi più del 60% della popolazione ha l’abitudine di connettersi a internet ogni giorno. Ma cosa fanno gli italiani in rete?

Giochi e social
Internet offre numerose interessanti opportunità, con siti oggi dedicati praticamente a tutto, dall’ornitologia alla vendita di scarpe. A quanto sembra però l’italiano che si connette a internet spende la gran parte del suo tempo a navigare sui social network, facebook in prima fila, ma anche twitter, Instagram o snapchat. Ormai anche gli utenti che hanno “una certa età” possiedono un account su un social, o anche su più di uno, attraverso il quale incontrano vecchi amici, se ne fanno di nuovi o raccontano al mondo cosa stanno facendo in questo momento. Trovano spazio sulle pagine dei social network le foto della festa di compleanno così come quelle dell’abito appena acquistato. Gli italiani sono anche molto appassionati di giochi in rete, da quelli del casino fino ai più innocui passatempi, disponibili in tante versioni diverse, perfetti per ogni età. Sono infatti molti i siti che offrono ai loro “clienti” giochi di ogni genere, dai puzzle da risolvere da soli ai giochi di ruolo impegnativi, dalle battaglie simulate fino ai rompicapo su cui scervellarsi. Non esiste un genere di gioco preferito dagli italiani e in modo più o meno simile scelgono giochi a pagamento o gratuiti.

Acquisti online
Anche se più del 60% della popolazione italiana utilizza internet quotidianamente c’è ancora un ambito in cui rincorriamo il resto d’Europa da lontano, ed è quello degli acquisti in rete. In genere l’italiano medio tende a preferire l’acquisto svolto toccando con mano ciò che sta comprando, che si tratti di una t-shirt o di un viaggio poco importa. Certo, il trend sembra essere in rapido movimento, con un numero crescente di italiani che si affidano agli e-commerce, ma siamo decisamente ancora molto lontani dalle medie di altri Paesi europei. Nonostante ci sia un’ottima offerta, visto che anche in Italia sono diffusi i principali marchi di vendita online, come Amazon o Zalando. Per altro la maggior parte delle persone oggi possiede almeno una carta di debito, cosa che le permetterebbe di fare acquisti senza alcun tipo di problema. Esiste però ancora oggi un certo timore in questo settore, non solo da parte degli anziani: ci sono infatti anche molti giovani tra coloro che non amano fare acquisti online. Spesso si tratta solo di paura delle truffe, o anche di scarsa dimestichezza con i metodi di pagamento elettronici. D’altro canto sono pochi anche gli italiani che utilizzano regolarmente i servizi di home banking per afre pagamenti di ogni genere.

Leggi tutto... 0

Catania. Gli inquirenti ricostruiscono la figura di Corrado Labisi, massone e titolare della casa di cura Lucia Mangano, con contatti nel clan Santapaola-Ercolano e, come lui stesso afferma, con il Ministero della Difesa.

A cui avrebbe chiesto di "far saltare le teste degli investigatori", una volta appreso dell'indagine su di lui

L'accusa, secondo la Procura della Repubblica di Catania, è quella di distrazione di fondi regionali per la gestione di un istituto di cura per anziani e disabili, provocando un buco di 10 milioni di euro. Nell'operazione 'Giano Bifronte', che ha portato oggi all'arresto di quattro persone non sono contestati reati legati alla mafia.

Né, tanto meno, l'appartenenza alla massoneria costituisce fattispecie penalmente rilevanti. Ciò non toglie, come spiegano gli inquirenti, che il principale protagonista della vicenda legata alla casa di cura Lucia Mangano, il Gran Maestro Corrado Labisi, abbia mantenuto 'contatti con il pregiudicato Giorgio Cannizzaro, noto esponente della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano". 

Un dettaglio che gli inquirenti hanno acquisito grazie alle indagini svolte in due grossi procedimenti che hanno indagato il rapporto tra cosche e massoneria: 'Fiori bianchi' e 'Belfagor'.

"La vicinanza tra i due uomini - chiarisce il capo della Dia di Catania, Renato Panvino - è stata anche confermata dalla presenza di Cannizzaro tra le prime file, in chiesa, durante il funerale della madre di Labisi".

A lui, la Procura della Repubblica, contesta oggi il reato di associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita di somme di denaro, in qualità di capo, organizzatore e promotore.

Per lui il gip del Tribunale di Catania ha disposto la custodia cautelare in carcere.

I servizi segreti

Ma non solo.

Gli uomini della Procura della Repubblica, coordinati dal procuratore capo Carmelo Zuccaro, hanno messo in risalto anche i collegamenti che Labisi avrebbe intrattenuto con "esponenti di primissimo piano", anche provenienti dal mondo delle istituzioni.

Tra questi, nel corso delle intercettazioni che hanno confermato i sospetti degli investigatori, compare anche una persona, definita "amico" di Labisi, "appartenente ai servizi segreti e, in particolar modo, al Ministero della Difesa", come spiega il pm Carmelo Zuccaro in conferenza stampa.

Rivolgendosi a quest'ultimo, Labisi, una volta appreso delle indagini sulla casa di cura da lui gestita, avrebbe detto "dobbiamo capire a 360° se c'è qualcuno che deve pagare perché questa è la schifezza fatta a uno che si batte per la legalità...vediamo a chi dobbiamo far saltare la testa".

"Il riferimento - aggiunge il sostituto Fabio Regolo- è chiaro: sta parlando degli inquirenti che indagano su di lui, cercando di capire in che modo intervenire per frenare o, addirittura, bloccare del tutto l'inchiesta". Richiesta alla quale, come spiega ancora il sostituto procuratore, "da parte del soggetto del Ministero non arrivano parole di distacco rispetto alle affermazioni di Labisi". Un'operazione non riuscita, tuttavia, come conferma anche Zuccaro: "Nonostante questa forma di richiesta di interessamento, come potete vedere - afferma il procuratore - gli uomini della Dia hanno avuto pieno mandato dalla Procura per proseguire, arrivando in pochi mesi alla richiesta di misure cautelari".

Il Giano Bifronte

Quello descritto dagli inquirenti è un vero e proprio 'Giano Bifronte' - da qui il nome dell'inchiesta - che "se da un lato si opera per costruirsi un'immagine pulita, quella di un soggetto sostenitore di iniziative per entrare nei salotti istituzionali antimafia - aggiunge Renato Panvino - dall'altra sottrae denaro da fondi regionali destinato ai pazienti della propria casa di cura, speso invece per i fini personali della propria famiglia".

Labisi era infatti anche presidente di un'associazione, intestata anche al giudice ucciso dalla mafia palermitana Rosario Livatino. I premi in denaro che l'associazione prevedeva per  uomini e donne delle istituzioni che, nel corso del proprio lavoro, si sono distinti per il contrasto alle mafie "venivano anche dalle somme distratte dall'Istituto", aggiungono gli investigatori.

L'indagine e la genesi

A dare il 'la' all'operazione, come spiega Fabio Regolo, sono stati degli esposti in Procura da parte di alcuni soggetti "all'esito di un'indagine per bancarotta per distrazione, a danno di altri soggetti".

Da qui sono partiti i magistrati che sono arrivati a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora, al cui interno hanno trovato "fatti ancora più gravi di quelli denunciati".

Stiamo parlando di operazioni di distrazione dei fondi regionali destinati all'istituto Lucia Mangano - privato con convenzione regionale - per un valore totale di circa 10 milioni di euro. La struttura funzionava insomma come un "bancomat" dal quale la famiglia Labisi, ed in particolar modo Corrado, la moglie Maria Gallo, la figlia Francesca Labisi, ed alcuni collaboratori - Gaetano Consiglio e Giuseppe Cardì - prelevavano denaro per utilizzarlo in modo improprio.

A questi ultimi soggetti la Procura contesta infatti il reato di associazione finalizzata all'appropriazione indebita di somme di denaro, ed il Gip ne ha disposto gli arresti domiciliari.

Così come emerso nel corso delle indagini, il trattamento riservato agli ospiti dell’Istituto “Lucia Mangano”, alla luce delle indebite sottrazioni riscontrate, sarebbe stato di livello accettabile, soltanto grazie all’attività caritatevole del personale, e non certamente per la "illecita gestione della famiglia Labisi".

Infatti, così come testimoniato da qualche dipendente “se fosse dipeso da loro, si continuerebbe a dare (ai pazienti) latte allungato con acqua, maglie di lana e scarpe invernali nel periodo estivo". Gli stretti collaboratori di Labisi, Gaetano Consiglio e Giuseppe Cardì, erano regolarmente assunti nell’istituto con mansioni differenti da quelle effettivamente svolte.

"I due - scrive la Procura - mettevano consapevolmente a disposizione le loro buste paga, dove venivano inserite ad arte voci di costo giustificative delle uscite indebite dell’istituto", un artificio dal quale ottenevano "benefit e premi di produttività per cassa, il cui ammontare variava tra i 500 e 1.500 euro".

L'istituto, come ha spiegato in fine Renato Panvino, ha rischiato la chiusura ed il licenziamento di tutto il personale. 

Leggi tutto... 0

Novellara. Reggio Emilia.È il più grande sequestro di droga e contanti mai fatto sul territorio reggiano, ieri da parte della Polizia: 21 chili di cocaina di alto grado di purezza per un valore di quasi due milioni

più 281mila euro in contanti, trovati fra due auto e un fienile a Novellara.

Arrestati due uomini di origine calabrese.

Si tratta del conducente di una delle due auto, che secondo gli investigatori poteva essere un cliente o un rivenditore, C.G., 32 anni, originario di Palmi; la mente del narcotraffico, stando alle ricostruzioni, è invece F.R., 36enne residente nel caseggiato di Novellara, e originario di Siderno (in provincia di Reggio Calabria).

Gli agenti li stavano sorvegliando quando, intorno alle 14.30 di ieri 9 luglio 2018 hanno prima notato una Mercedes Classe B uscire dal casolare di campagna diretta verso l’autostrada: una volta fermata dalla polizia stradale al casello, sono stati trovati 1.100 euro in contanti e tre panetti di cocaina da tre chili e mezzo l’uno.

Dopo qualche minuto anche l’altro è uscito dal cortile con la sua Kia Sportage ed è stato bloccato dagli agenti della squadra mobile: nel baule aveva un borsone con quasi 233mila euro in contanti. Nel fienile, durante la perquisizione, sono stati trovati altri 48mila euro e 15 panetti per 17,5 chili di cocaina, tre bilance e sette cellulari.

Ora i due sono in carcere a disposizione della Procura.

Leggi tutto... 0
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy