
Adam Kabobo, è quel ghanese che l'11 maggio del 2013 uccise a colpi di piccone tre passanti.
Ed andò bene. Poteva anche andare peggio.
Oggi il pm di Milano Isidoro Palma ha chiesto la condanna a vent'anni di reclusione, il riconoscimento della seminfermità mentale e anche la condanna a sei anni da passare in una casa di cura dopo l'espiazione della pena.
Il pm milanese ha motivato la decisione spiegando che uno dei possibili moventi del triplice omicidio è stato "il rancore verso la società" dell'assassino, che si sentiva escluso. Kabobo sarebbe stato mosso anche da una "finalità depredatoria", avendo rubato i cellulari dei passanti uccisi; l'immigrato inoltre avrebbe agito con "lucidità".
Il gup Manuela Scudieri ha negato la richiesta della difesa, che intendeva sottoporre Kabobo ad un'ulteriore perizia psichiatrica, dopo quella depositata lo scorso ottobre dallo psichiatra Ambrogio Pennati e dalla criminologa Isabella Merzagora.
La perizia aveva fatto riferimento alla capacità di intendere e di volere di Kabobo, ma solo una seminfermità mentale dovuta a una forma di "schizofrenia paranoide"; la sua capacità di intendere sarebbe stata ''totalmente assente'' e quella di volere "sufficientemente conservata".
Per il pm sarebbero tre gli elementi come moventi delle uccisioni.
Innanzitutto il rancore verso la società da parte dell'immigrato, che allo psichiatra diceva di un odio per i "bianchi", derivante dalle voci che avrebbe sentito.
Secondo, la "finalità depredatoria" manifestata con il furto dei cellulari delle vittime.
Infine, l'esigenza dell'omicida "di attirare su di sè l'attenzione" da parte della società.
Per il pm, Kabobo comunque si sarebbe mosso con lucidità avendo risparmiato un passante che si era difeso rifugiandosi sotto un portone, scegliendo poi altri obiettivi.
Sentenza rinviata - Prossimi passaggi: prima parleranno i legali dei familiari delle vittime, poi i difensori dell'africano, gli avvocati Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno. Il processo con rito abbreviato è stato rinviato al 31 marzo, a causa della necessità di traduzioni. Oggi infatti sono intervenuti solo il pm e una delle parti civili, dopodichè il giudice chiesto agli altri legali di parte civile e alle difese di preparare delle memorie scritte, più facilmente comprendibili per Kabobo. In udienza l'imputato non riusciva a capire le parole delle parti, nonostante il lavoro degli interpreti.
La difesa: "E' una richiesta di condanna che ci aspettavamo, ma nella prossima udienza dovremo discutere noi e poi spetterà al giudice decidere".
Secondo Andrea Masini, figlio di Ermanno, una delle tre vittime , la richiesta "è insufficiente". "'Uno che ha ammazzato tre persone e ha tentato di ucciderne altre tre deve finire i suoi giorni in carcere", ha detto il figlio del pensionato. "Il vero problema è l'immigrazione, lo Stato non fa nulla e non è in grado di gestirlo''.
Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha duichiarato: "Ribadisco che Kabobo deve marcire in galera e non deve più vedere la luce del sole da uomo libero". Per Salvini, Kabobo dovrebbe scontare la pena "preferibilmente nel suo paese, cosi' almeno non lo manteniamo".
Carlo Alberto Spilotri, studente di Giurisprudenza a Torino, si è ribellato e dopo essere stato nominato da un amico, risponde con un sonoro "E' una str...ata, ripigliatevi" e brinda con un bicchiere di Fanta
Abbiamo scritto che questo gioco per “imbecilli”( ci scusino gli imbecilli) ha colpito anche i nostri ragazzi di Amantea, costretti dai propri amici ( sic!) a mostrare il proprio coraggio (?) accettando la sfida di bere in modo illogico, innaturale, pericoloso.
La attenzione nelle letture ( quasi 4000!) è stata la risposta che ci attendevamo da una società che evidentemente è attenta( come cerchiamo di essere noi) a quei fenomeni sociali pericolosi ( non solo droghe e mafia, quindi) per tutti, a cominciare dai più fragili, dai minorenni .
Ci ha gratificati anche la “ scomparsa” di alcuni video ( ahimè, forse, già copiati) da Facebook con immagini di ragazzi e ragazze ubriachi e sconvolti.
Se ubriacarsi, in sostanza, è pericoloso per la salute, mettersi in rete è perfino stupido!
Notiamo con vivo piacere che “ora” in tanti parlano di questa sciocca moda ma soprattutto notiamo con vero piacere che qualcuno reagisce.
Ecco come :
"Nominato" per ubriacarsi su Facebook replica con l'aranciata: "E' una str...ata, ripigliatevi"
Uno studente torinese, assieme a due amici che hanno fatto come lui, ha rotto per la prima volta la catena delle "Neknominate", la nuova folle gara tra adolescenti basata su chi beve più alcool: si posta su Facebook il video in cui ci si ubriaca e si nomina a propria volta altri amici per "obbligarli" alla bevuta.
Ma Carlo Alberto Spilotri, studente di Giurisprudenza a Torino, si è ribellato: nominato da un altro amico che si riprende mentre beve d'un fiato un bicchiere pieno di vino rosso, fa altrettanto ma con una bottiglia di Fanta. E senza tanta retorica lancia un messaggio chiaro: "Ringrazio per la nomination, e vorrei dire che il fare un video della bevuta, con l'alcolico da bere a goccia, é una grandissima stronz... Quindi ripigliatevi, alla salute".
Carlo Alberto, dopo avere ringraziato due amici che si sono ribellati in video come lui, chiude bevendo un bicchiere di Fanta: un gesto per spezzare la catena del folle gioco che ha già fatto diversi morti all'estero.
Nella foto…quando va bene!!!!!
Fortemente preoccupato per la situazione degli Italiani in Venezuela tra i quali tantissimi meridionali, Calabresi e tanti Amanteani, l’Europarlamentare Pirillo ha scritto al Ministro degli esteri Federica Mogherini la seguente nota:
Bruxelles, 5 Marzo 2014
Gentilissimo Ministro Federica Mogherini,
Il Venezuela, nei decenni passati, è stata terra di immigrazione di centinaia di migliaia di cittadini italiani.
Questi connazionali e le loro discendenze hanno continuato a mantenere oltre la cittadinanza venezuelana anche quella italiana, mantenendo forti legami con la comunità di origine.
In qualità di membro dell'Assemblea Parlamentare Euro-latina del Parlamento Europeo, sono spesso contattato da diversi cittadini venezuelani di origine calabrese che mi informano periodicamente delle attività delle comunità italiane a Caracas.
Negli ultimi giorni ho potuto ricevere numerose e drammatiche telefonate da parte di nostri concittadini, non schierati politicamente, che mi hanno descritto una situazione gravissima e sconvolgente.
Essi sono, ormai, perfino privi di taluni alimenti di prima necessità e sottoposti a coprifuoco da parte dei militari della Guardia Nazionale che non lesinano l'utilizzo di armi da guerra e di lacrimogeni. Le foto inviatemi sono inaccettabili, i nostri connazionali subiscono pesanti restrizioni alle libertà personali e di espressione e le emittenti televisive internazionali sono state oscurate per tenere all'oscuro il popolo venezuelano delle repressioni in atto.
Le condizioni di vita dei nostri connazionali sono, dunque, completamente differenti da quelle delineate nel comunicato stampa del 15 Febbraio 2014, diramato dall'Ambasciata della Repubblica Bolivaria del Venezuela presso la Repubblica Italiana.
La mia lettera intende sollecitare il Suo autorevole intervento e richiamare la Sua attenzione su questa triste vicenda, in modo da poter attivare sia l'Ambasciata Italiana sia il Consolato Generale a Caracas al fine di provvedere a garantire i diritti personali fondamentali di cui devono godere i cittadini italiani residenti in Venezuela.
Convinto che Lei si stia già adoperando, nel salutarla La ringrazio anticipatamente per il suo impegno.
On. Mario Pirillo