Renzi alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia al propio Governo.
Dopo le dichiarazioni di voto delle forze politiche, le parole dure del Movimento 5 Stelle verso il presidente del consiglio incaricato Matteo Renzi, ecco il voto
Seguite l'intervento ed i risultati della fiducia direttamente sullo specchietto a destra sulla home page del nostro sito www.tirrenonews.it
Gamberi e bianchetti erano destinati ai ristoranti di Milano, ma era cibo avariato, in alcuni casi scaduto addirittura da sei anni. A impedire che 16 tonnellate di pesce avariato arrivasse sui tavoli dei locali del capoluogo lombardo sono stati i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, che hanno effettuato il sequestro presso un'attività di distribuzione all'ingrosso di prodotti alimentari di vario genere a Cornaredo (Milano). L'intervento presso il deposito, gestito da un operatore di origine cinese, è stato condotto dagli uomini della Compagnia di Corsico (Milano), insieme a personale dei Dipartimenti di Prevenzione Medica e Veterinaria della Asl Milano 1, che hanno trovato 16 tonnellate di prodotti scaduti. Uno dei gestori è stato denunciato. L'attività rientra in una serie di controlli che hanno portato al sequestro complessivo di 40 tonnellate di alimenti, alcuni scaduti perfino da sei anni.
L'operazione 'Gambero verde' delle Fiamme Gialle ha portato anche al sequestro di cibo per la cucina cinese e giapponese come alghe e datteri. Stando a quanto riferito dai finanzieri della Compagnia di Corsico, sono stati trovati gamberi avariati che erano tenuti ormai da anni in cattivo stato di conservazione, tanto che erano di colore verde-nero. Il pesce sequestrato negli ultimi mesi era custodito in diversi magazzini all'ingrosso sparsi nell'hinterland milanese tra Cornaredo, Settimo Milanese e Pero, tutti gestiti da cinesi (l'uomo che gestiva la rivendita a Cornaredo è stato denunciato alla Procura di Busto Arsizio), ma i prodotti, come ha spiegato la Gdf, erano destinati ad essere venduti non solo a negozi e ristoranti cinesi e giapponesi a Milano, anche specializzati in sushi, ma anche a negozi e ristoratori italiani. I finanzieri, ad esempio, hanno trovato nei magazzini anche dei bianchetti, ossia del pesce azzurro, scaduti da oltre 6 anni.
Le verifiche della Gdf hanno riguardato sia le condizioni strutturali che igienico-sanitarie dei locali e delle celle di stoccaggio, nonché le condizioni dei prodotti alimentari conservati nel deposito. Tutti i prodotti sono stati posti sotto sequestro e saranno inviati alla distruzione sotto controllo sanitario. Messaggero
Lo scorso 17 febbraio il procuratore antimafia Nicola Gratteri era stato intervistato da Riccardo Iacona, a ‘Presa Diretta’. “Se le proponessero di fare il ministro della Giustizia, accetterebbe?“, aveva chiesto il giornalista.
“Se avessi la certezza di poter fare le cose che ho detto e che servono, accetterei“, era stata la risposta.
Gratteri piaceva a tutti, dal basso, al popolo. Politicamente andava bene sia al Pd che a Scelta Civica e al Nuovo Centro/Destra. In tanti facevano il tifo per lui.
Matteo Renzi ha colto la palla al balzo ed ha formalmente proposto al magistrato reggino la carica di Ministro della Giustizia.
Avrebbe funzionato. Avrebbe cominciato a fare pulizia anche interna. Ne siamo certi.
Ma Napolitano non lo ha voluto. Sic!
Già il presidente della Repubblica, che è anche presidente del Csm, organo di autogoverno della magistratura, fa notare con forza che «c'è una regola non scritta per il ministero di Giustizia: mai un magistrato in quel dicastero. Mai!».
Così, in effetti, è sempre avvenuto. E’ prassi. Guai a rompere il protocollo di Corte!
Quindi non si discutono i nomi e le qualità delle persone indicate da Renzi, ma probabilmente per evitare guerre intestine nella già tanto devastata magistratura italiana, divisa i correnti e sottocorrenti, i presidenti della Repubblica hanno sempre rispettato quella norma non scritta, divenuta poi vera e propria regola al momento di comporre i governi.
La lotta alla mafia?
Aspettiamo che cambi la prassi!
Una sola domanda.
A chi faceva paura Nicola Gratteri?
Perché?
Forse non lo sapremo mai.
Lo dice con un post pubblicato su facebook Antonio Nicaso, reggino esperto esperto mondiale di ‘ndrangheta che vive e lavora da 25 anni nel nord America, noto scrittore di fama internazionale sul fenomeno delle mafie, docente universitario in Canada e Usa.