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In marcia Sindaci a Milano e in piazza le Sardine a Torino di Francesco Gagliardi

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A Milano migliaia di persone e 600 Sindaci si stringono intorno a Liliana Segre e a Torino 35 mila Sardine davanti al Castello.

Così ha scritto oggi “La Stampa” di Torino:- Qualcosa è cambiato, c’è un Paese che vuole ripartire-.

Ma cosa vogliono davvero, cosa chiedono tutte queste brave persone che sono scese in piazza.

Vogliono combattere e sconfiggere l’odio, il fascismo, il nazismo, il razzismo ma soprattutto il leghismo.

Non vogliono che Matteo Salvini vinca libere elezioni e vada di nuovo al Governo e questa volta forse da solo e non certo un’altra volta con i Grillini.

Torino non si Lega.

Milano non si lega.

Protestano contro il regime fascista, ma il fascismo è morto e seppellito da oltre 70 anni.

Siamo in Democrazia.

E se non lo fossimo davvero queste brave persone non sarebbero potute scendere in piazza liberamente e cantare a squarcia gola la canzone dei Partigiani “Bella Ciao”.

Le Forze dell’Ordine le avrebbero arrestate e portate in carcere a marcire nelle patrie galere.

Cantano “Bella Ciao”, la canzone dei partigiani italiani che davvero lottarono, combatterono contro il nazifascismo e molti di loro morirono sulle montagne per conquistare la democrazia e la libertà perduta.

Libertà va cercando che è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta.

Così dice il sommo Poeta Dante nella sua Divina Commedia.

Ma davvero oggi l’Italia è diventata fascista e razzista?

Ma davvero oggi la nostra libertà è in serio pericolo?

E questa mattina ci siamo alzati e abbiamo trovato l’invasore?

No, è solo una invenzione di coloro che non vogliono far votare gli italiani, di quelli che hanno tanta paura di perdere le poltrone in Parlamento e di quelli che occupano posti di comando senza alcun merito.

Scendono in piazza per difendere i loro diritti acquisiti e non per difendere la libertà e i diritti di tutti gli italiani.

I nostri diritti sono garantiti dalla nostra Costituzione Repubblicana.

E’ inutile sventolare in piazza la Costituzione, spellarsi le mani davanti alle coraggiose arringhe delle giovani Sardine che dopo le grandi e riuscite manifestazioni di piazza nelle varie città italiane non ci hanno ancora detto quello che realmente vogliono e sgolarsi nel cantare “Bella Ciao”.

Non c’è nessun straniero, nessun invasore nella nostra amata Patria, che io ancora oggi mi permetto di scrivere con lettera maiuscola.

Ancora, grazie a Dio, siamo tutti liberi, tutti liberi di pensare, di agire e decidere liberamente.

Non ci sono catene e lacci che ci immobilizzano, che ci opprimono, che ci schiacciano e che arrivano a soffocare i nostri diritti e la nostra libertà.

E allora con chi ce l’hanno?

Sono contro Salvini, sono contro la Lega, contro il fascismo, contro la discriminazione, contro i partiti di centro destra.

Ma la maggioranza del popolo italiano è contro il fascismo dopo tutto quello che di brutto ha dovuto subire durante il ventennio.

Dunque c’è qualcosa che non torna o che non si vuole capire. E allora, qual è la proposta per il futuro?

Cosa sta emergendo da questi banchi di Sardine?

Qual è il loro programma concreto da proporre alla politica per migliorarla?

Sembra ancora navigare a vista.

In coro un’unica voce a cantare “Bella Ciao” a rafforzare il carattere di adunate nostalgiche del Partito Comunista Italiano.

E se le cose non vanno bene in Italia, protestate pure.

Scendete in piazza, fate casino, rovesciate cassonetti della spazzatura, fischiate, cantate, abbracciatevi e prendetevela, però, con il Governo in carica, con chi oggi comanda.

Loro e solo loro sono i veri responsabili se le cose in Italia non vanno bene.

C’è un paese che vuole ripartire, che vuole far cambiare rotta alla politica scrive “La Stampa” Benissimo.

Ma ripartire vuol dire partire di nuovo perché il Paese si è fermato.

E chi c’è oggi alla guida della corriera? Conte.

E ieri? Gentiloni, Renzi e Letta.

E oggi davvero vogliamo ripartire con questi uomini politici che hanno portato l’Italia allo sfascio?

Se fosse ancora vivo il grande Totò farebbe una grossa pernacchia e direbbe:- Ma mi faccia il piacere!-

Redazione TirrenoNews

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