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pallavolo 999La Poseidon Pallavolo Crotone corsara sul campo dell’Ardens. La squadra calabrese, attuale terza forza del campionato, ha vinto fuoricasa sul campo della Logos Ardens Comiso. I parziali  (17 – 25; 14- 25 ; 22 – 25) fotografano la netta supremazia della squadra ospite, attuale terza forza del campionato. L’Ardens, dal canto suo, ha sofferto non poco per le contemporanee assenze di Denise Iapichino e Michela Noto, che hanno costretto l’allenatore Giacomo Tandurella a modificare l’assetto tattico delle giocatrici in campo.

“Era una sconfitta preventivata – commenta il direttore generale Salvo Cosentino – la differenza dei valori in campo era notevole e noi abbiamo sofferto molto per le atlete assenti. Nonostante ciò, abbiamo giocato bene e in alcuni tratti abbiamo fronteggiato alla pari le avversarie. Nel terzo set, abbiamo lottato fino alla fine alla pari e, qualora avessimo vinto, avremmo potuto riaprire la partita. Nonostante la sconfitta sono fiducioso: le ragazze hanno dato il massimo e questa squadra non può che migliorare”

La Poseidon Crotone consolida la sua classifica e ora si trova al secondo posto, con 26 punti, a pari merito con la Cosedil Zafferana. La Logos Ardens si trova al terzultimo posto, in piena zona retrocessione, con sei punti, così come la Bricocity Alus Volley. E proprio il Bricocity sarà la prossima avversaria dell’Ardens che giocherà sabato prossimo quella che può essere definita una vera e propria partita spareggio. Si gioca sabato 17 dicembre, alle 19, al Palazzetto dello Sport di Ragalna.

La Poseidon Pallavolo Crotone affronterà invece in casa il Cus Catania, altra squadra dei piani alti della classifica. Si gioca alle 17,30 al PalaKro di via Nazioni Unite.

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car44Si comunica quanto segue, nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

COSENZA 1 dicembre 2022 - Pericolo di inquinamento ambientale derivante dall’emissione in atmosfera di sostanze inquinanti e attività di gestione rifiuti in violazione alle prescrizioni imposte sono i reati contestati all’Amministratore Unico di Calabra Maceri e Servizi S.p.a dalla Procura della Repubblica di Cosenza. All’Amministratore dell’azienda è stato notificato nella giornata di ieri l’avviso di conclusione delle indagini effettuate dal NIPAAF, Nucleo Investigativo Ambientale del Gruppo Carabinieri Forestale e dai militari della Stazione Forestale di Cosenza in merito all’incendio divampato in alcuni capannoni nell’impianto di stoccaggio di contrada Lecco nel comune di Rende la notte del 21 maggio del 2021. Il rogo di vaste dimensioni, lo ricordiamo, è divampato poco prima della mezzanotte in un capannone adibito allo stoccaggio e recupero rifiuti ingombranti e multimateriale e si è propagato poi ad un altro interessando una superficie complessiva di migliaia di metri quadrati. L’incendio ha sprigionato una densa nube nera maleodorante che si è diffusa nell’atmosfera per una altezza di centinaia di metri e visibile a chilometri di distanza. Per domare le fiamme in quella occasione i Vigili del Fuoco hanno lavorato per diverse ore con uomini e mezzi. I rilievi e le indagini dei militari dell’Arma Forestale hanno evidenziato come all’interno dei capannoni e all’esterno dell’impianto erano state stoccate quantità di materiali, in particolare rifiuti ingombranti, balle di carta, cartoni, plastica e rifiuti metallici, in misura superiore a quella autorizzata ed in cumuli di altezza superiore ai tre metri consentiti e posti in alcuni casi in aree non autorizzate. Anche all’esterno quantitativi di rifiuti plastici che occupavano aree in difformità a quanto previsto in autorizzazione sono stati raggiunti dalle fiamme contribuendo ad alimentare il già vasto rogo. Le indagini hanno inoltre appurato che il sistema di contrasto alle fiamme in dotazione non era dotato di un sistema di allerta automatico quali rilevatori di fumo e temperatura. Dai sopralluoghi e campionamenti effettuati congiuntamente ai tecnici Arpacal è stata accertata una compromissione e un deterioramento significativo dell’aria a seguito dell’immissione di elementi inquinanti, anche pericolosi, in atmosfera.

Il Procuratore della Repubblica

Mario Spagnuolo

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abcSono quasi certo che un posto per quelli come me non ci sia in questa Terra fatta di materiali di risulta. Noi umanoidi siamo sempre più delle bestioline rare. Non bruchi, non farfalle. Ma quella cosa che sta in mezzo quando mutano e si trasformano.

Come veniamo visti da quegli umani pieni di sicurezze, può apparire anche come espressione di debolezza e vulnerabilità da parte di chi siamo: può indicare che ci si sente in un periodo della propria vita in cui i problemi ci assillano, ci fiaccano, facendoci sentire "invertebrati", impotenti.

Nel post scriptum del 1984 de “Il nome della rosa”, il romanziere e filosofo italiano Umberto Eco ha scritto circa le difficoltà di dire "ti amo" in un'epoca in cui quelle parole erano state esaurite. Ad esempio, quando un amante moderno chiede "perché proprio io e non un-altro?" la partner, se onesta, non può che rispondere "perché sei uno di loro."

In un mondo dove esistono le nostre conversazioni in centri di server cloud-based nel deserto finlandese, dove una generazione sta crescendo condizionata per condividere momenti privati in spazi pubblici, forse anche noi censuriamo noi stessi; plasmiamo noi stessi come se da un momento all'altro qualcuno potrebbe sintonizzarsi.

Una umanoide trentenne ha scritto che quando era lontana dal suo fidanzato in viaggio d'affari a Tokyo, e un terremoto scosse il suo albergo, ha mantenuto la webcam accesa mentre dormiva in modo che potesse vegliare su di lei e avvisarla in caso di pericolo.

Nei miei sogni noi umanoidi emergiamo come dei piccoli mostri quasi sempre uniti ad una sensazione di disgusto e di paura, alla incapacità di liberarsene e al senso di invasione. Proprio questa simbolica invasione deve far riflettere gli umani sognatori e indurli a considerare quale persone altrettanto sgradevoli abbiano oltrepassato i confini del loro mondo intimo.

Le sensazioni di affanno, paura o panico che possono emergere nei sogni alla vista di noi bestioline, dovrebbero indurre gli altri sognatori a ripensare alle medesime sensazioni sperimentate nella realtà, a domandarsi cosa li abbia colpiti ed impauriti, da cosa si sentono aggrediti, disturbati ed invasi, da chi si sentono dissanguati. Lor signori, però, devono sapere che siamo estremamente resistenti e di aspetto coriaceo, veniamo considerati degli sconvenienti.

“Noi non siamo esattamente ciò che tutti vedono.

Siamo ciò che pochi trovano;

e che pochi, pochissimi, comprendono.” Angelo De Pascalis

Il colore scuro, la velocità con cui ci muoviamo, la capacità di occultamento nelle fessure più inaccessibili e la difficoltà di eliminarci completamente ci rendono sgradevoli, repellenti ai più. Nei sogni siamo in genere da collegarsi a qualcosa di “brutto” ed oscuro, che può essere identificato anche come un aspetto del sognatore stesso sepolto nelle profondità dell’inconscio, un Sé rinnegato che riappare in modo distorto provocando allarme nella coscienza negli altri sognatori meno poveri.

Nei pensieri di Gregor, protagonista del romanzo “Metamorfosi” di Franz Kafka, nelle condizioni in cui ci troviamo, perderemmo sicuramente il treno. Di solito gli insetti rappresentano dei lati impresentabili e che bisognerebbe reprimere. Non siamo facili da debellare, se non con accurata disinfestazione.

Siamo piccole entità nericce quindi già alla vista mettiamo repulsione e paura...E possiamo sempre riaffiorare, proprio come i lati "mostruosi" degli esseri umani. Ma se gli esseri umani sapessero che io sono un insetto omicida e ora cercassi di evitare la morte, si infiammerebbero tutti di nobile sdegno.

Persone umane “autenticamente false”, quelle che mettono in atto, talora in modo inconsapevole, la loro finzione. Sono individui composti unicamente di facciata, come case non finite per mancanza di poche monete. Hanno l’ingresso degno d’un gran palazzo, ma le stanze interne paragonabili a squallide e occulte caverne.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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