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Redazione TirrenoNews

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Scrive il vicepresidente del consiglio comunale di Cosenza Francesca Cassano:

«Apprendo dalla stampa di provvedimenti giudiziari emessi dalla Procura di Cosenza, scaturiti dalle ispezioni condotte nelle scorse settimane dai carabinieri e riguardanti l’ospedale dell’Annunziata. Da cittadina prima che da amministratrice, registro le carenze individuate nella struttura sul piano igienico e non sulla qualità delle prestazioni erogate dal personale medico ed infermieristico.

Se l’ospedale è sporco forse sarebbe il caso di chiederne conto all’azienda incaricata, per una cifra non secondaria, del servizio di pulizia.

Se le carenze sono di carattere strutturale non dobbiamo dimenticare tutti i limiti di un edificio oggettivamente vetusto.

Diamo atto al Direttore Generale dell'azienda ospedaliera che sono già in corso i lavori di realizzazione delle nuove sale operatorie ubicate a fianco al DEA e la cui consegna è prevista per marzo 2017.

Nell'appalto complessivo sono previsti anche i lavori di ristrutturazione delle sale operatorie sequestrate, che auspico vengano accelerati al più presto.

Alla luce dei sequestri effettuati sollecito una riorganizzazione degli orari degli interventi affinché le sale operatorie funzionino al meglio anche in ore pomeridiane e notturne.

I rilievi della Procura non devono essere sottovalutati.

Al contrario costituiscono una ulteriore spinta verso la costruzione del nuovo ospedale, più efficiente e funzionale, il cui iter burocratico è già stato avviato dal presidente della Regione Mario Oliverio.

Ing. Francesca Cassano

Paolo Furgiuele parla ed ora sono attesi sviluppi eclatanti.

Martedì, 15 Novembre 2016 21:46 Pubblicato in Calabria

Sul tavolo del procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla ci sono 2 planimetrie

La prima aero fotogrammetria è del 2010, la seconda è di qualche mese fa.

Se li sovrapponiamo si scoprono interi boschi rasi al suolo, ampie parti di territorio desertificate.

 

Siamo in presenza, quantomeno, di una burocrazia regionale che, complice le “distrazioni” della politica, ha autorizzato di tutto.

Oltre al danno ambientale ed alla ridotta sicurezza del territorio c’è anche il danno erariale.

Stiamo parlando di decine di milioni di euro sottratti alle casse regionali e di licenze concesse a prezzo vergognosamente basso.

Ma la cosa più grave è che questo intreccio di collusioni ha sterilizzato qualsivoglia controllo, ivi compreso, in alcuni casi, anche quello devoluto alla polizia giudiziaria.

È un capitolo delicato, questo, ma trova robusti riscontri.

Da Calabria Verde erano partite segnalazioni alla Guardia di Finanza alla quale è stato chiesto di acquisire anche quelle relazioni ma, almeno a sentire le dichiarazioni di Furgiuele, tali inviti non sono stati mai raccolti.

La guerra tra Calabria Verde e il dipartimento regionale competente sul demanio boschivo, era combattuta senza esclusione di colpi e spesso in nome di interessi particolarissimi.

Sembra che inizialmente si siano raccolti elementi parziali, cioè relativi solo ad una delle fazioni in lotta, sorvolando sul resto.

Un andazzo finito con l'indagine aperta dal procuratore Eugenio Facciolla e le relazioni prodotte in questi mesi dal generale Aloisio Mariggiò, che Mario Oliverio ha chiamato alla guida di Calabria Verde conferendogli pieni poteri.

Non solo, ma nel rispetto di una abitudine fortemente praticata da certa politica e da certa stampa non son mancati i tentativi di depistaggio , affidati a campagne di stampa che dovevano servire a portare l'attenzione in segmenti diversi da quelli poi finiti nel mirino della Procura di Castrovillari. Un quadro devastante quello che emerge dalle indagini della Procura distrettuale di Catanzaro.

E le responsabilità restano , comunque, di natura strettamente politica.

Lungo l'elenco degli indagati stilato negli uffici della Procura di Castrovillari.

E poi documenti falsificati; autorizzazioni con i dati alterati; licenze concesse e poi revocate ma senza notificare la revoca; controlli eseguiti solo virtualmente.

Un modello che sembra stia emergendo anche in provincia di Reggio Calabria.

Speriamo che le indagini vadano avanti.

Spatara (Azione Identitaria): "Ha fatto bene la sindaca di Amantea a svegliarsi"

 

"Le nostre preoccupazioni , che hanno sempre dato seguito a polemiche sterili pregnanti di uno stucchevole buonismo di facciata da parte di politici ed associazioni in generale sul fenomeno immigrazione nelle nostre città, in queste ore investono anche amministratori che fino a poco tempo fa ritenevano gli stessi immigrati una risorsa per il territorio.

Questo è il caso del sindaco della città di Amantea, in provincia di Cosenza, la quale stretta nella morsa della rabbia dei suoi cittadini dovuta ad una situazione del fenomeno ormai ingestibile nella sua comunità, scrive al Prefetto della città Bruzia chiedendo il blocco del flusso immigratorio attraverso la chiusura dei centri d'accoglienza.

 

Quando il vaso è ormai colmo anche una piccola goccia può farlo traboccare, alla sindaca Monica Sabatino potrei ironicamente dire, benvenuta sul pianeta Terra, ma al di la di banali slogan e di battute fuori luogo, la problematica va affrontata con molta serietà e con una visione più generale che dia una regolamentazione a tutto il fenomeno immigratorio.

 

Qualche giorno fa il mio movimento ha inviato un libro al sindaco di Riace, che parla e descrive, già oltre quaranta anni fa, il fenomeno immigrazione con tanto di episodi analoghi a quanto oggi stiamo vivendo ed assistendo.

 

Con la reazione della Sabatino, potremmo invitare il sindaco Domenico Lucano, non solo alla lettura del libro in questione, ma anche ad ascoltare la sua collega di Amantea, la quale è diretta testimone della vera faccia dell'accoglienza che si è radicata nelle nostre comunità e che è ben lontana da quella descritta ipocritamente da chi, da questo fenomeno ormai incontrollabile, ne trae benefici economici.

Ha fatto bene la sindaca di Amantea a svegliarsi e prendere coscienza della drammatica situazione ed è quello che noi di Azione Identitaria chiediamo agli altri sindaci ed a tutte quelle amministrazioni che impegnano addirittura importanti risorse economiche per progetti di accoglienza, tralasciando invece quelle che sono le priorità dei vari territori e dei cittadini autoctoni. L'immigrazione, cosi come è stata concepita dalle strutture politiche e burocratiche sovranazionali, porterà al disordine più totale nelle nostre città ed al contempo ad uno svuotamento del continente africano e di quegli Stati dove non vi sono assolutamente guerre come falsamente riportato da mass-media e da politici come il ministro Alfano, e questo solo per giustificare le invasioni di massa con imbarcazioni di morte e tragedie.

 

Prendendo atto delle parole della sindaca Sabatino, che esprimono disagio e manifestano la completa incompatibilità dei cittadini di Amantea con gli ospiti immigrati, chiedo al Prefetto di Cosenza di dare seguito alle richieste del primo cittadino ed in più di procedere nel più breve tempo possibile nel fare un censimento di quanti immigrati, regolari e non, siano ospiti nei centri di accoglienza della provincia cosentina, di accertarne la nazionalità, dal momento che allo sbarco quasi tutti mentono su questo, di verificare le condizioni delle stesse strutture e di come vengono gestite, limitando il piu' possibile le libere uscite degli ospiti onde evitare spiacevoli fenomeni di accattonaggio ed altro, come da tempo si verificano in altre città".

 

Lo afferma una nota di Bruno Spatara, reggente regionale di Azione Identitaria Calabria.

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