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Redazione TirrenoNews

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Ma che succede ad Amantea?

Possibile che cada pioggia incendiaria?

E poi guarda caso questa pioggia incendiaria cade solo sul lungomare ed in particolare sulla pizzeria di Maurizio.

 

Il primo incendio subito, lo ricordiamo, avvenne a gennaio di quest’anno.

In quella occasione l’ esercizio pubblico era tutto letteralmente bruciato.(vedi foto in basso)

Era il 17 gennaio 2016.

Ma Maurizio non si arrese, e ricominciò con una forza d’animo rara.

E poi dopo mesi di lavoro continuo ed impegnativo Maurizio riaprì la sua pizzeria.

Nemmeno il tempo di riprendersi, di finire di pagare i tanti debiti fatti per riaprire la sua attività che ecco questo secondo incendio .

È successo stamattina 12 novembre2016 sul presto e l’incendio attinto in particolare le cucine poste sul lato nord della pizzeria distruggendole.

Allora, come oggi, tutto è avvenuto di notte, quando girano in pochi nel paese, soprattutto in una nottata di vento, pioggia e freddo.

Ancora uno strano incendio.

Un incendio spento dai Vigili del Fuoco che hanno apposto le strisce che inibiscono l’accesso nei luoghi dell’incendio.

Non si esclude infatti la possibilità che i luoghi dell’evento, sicuramente doloso, possano o debbano essere rivisitati alla ricerca di segni ed elementi probatori.

I Carabinieri della locale Caserma prontamente intervenuti hanno anche acquisito le immagini della telecamera alla ricerca di elementi utili alle indagini.

Stamattina abbiamo visto ancora una volta un Maurizio triste e scosso , ma gli abbiamo letto negli occhi la voglia di ricominciare

Maurizio è stato e sicuramente sarà un uomo forte e capace di superare tutte le avversità della vita. Anche questa.

La città di Amantea è una città sorpresa ed addolorata come fu sorpresa ed addolorata quel lontano 17 gennaio 2016.

La notizia scivola lieve raggiungendo e sconvolgendo quasi tutti.

Danni rilevanti che rischiamo di riporre ancora una volta in ginocchio il buon Maurizio, e non solo finanziariamente.

Siamo andati a porgergli la nostra solidarietà personale, e non abbiamo ancora avuto il tempo di porgergli quella di tanti amici che ci hanno telefonato

Ora non resta che sperare che le indagini prendano una strada che finalmente dia la attesa risposta.

E’ tempo di dire basta.

Non vogliamo una Amantea come quella che sta subendo il buon Maurizio Scudiero, un grande lavoratore.

Pretendiamo anche che almeno questa volta la città e l’amministrazione in primis prenda una decisa posizione contro chi è dietro questi eventi che distruggono le aziende del nostro paese ma anche il futuro della città stessa.

Esterno pizzeria oggi 12 novembre

Foto vecchio incendio

 

La Casa di cura Tricarico è quella sita in Belvedere Marittimo.

La struttura privata chiedeva pagamenti per prestazioni relative agli anni dal 1995 al 2000.

Una cifra di ben 60.729.313,58 di euro oltre interessi legali e svalutazione monetaria quale risarcimento danni per ricoveri e prestazioni non retribuite dall'ex Asl n.1 di Paola.

Inoltre erano stati richiesti 8 milioni di euro per prestazioni di pronto soccorso effettuate presso la struttura e non pagate.

Gli avvocati della società "Ninetta Rosano" che gestisce la struttura sanitaria privata hanno evidenziato che la casa di cura avrebbe garantito anche prestazioni a cittadini non residenti in Calabria.

Inutili le richieste di pagamento presentate all’Azienda Sanitaria di Paola.

La conseguenza è stata il ricorso per le vie legali prima al Tribunale di Paola e dopo l'accorpamento dell'Asl all'interno dell'Azienda provinciale anche a quello di Cosenza.

I legali avevano chiamato in causa anche la Regione Calabria.

Il Tribunale cosentino aveva bocciato la richiesta.

E così il ricorso in Corte d'Appello di Catanzaro.

Ma anche la Corte d'Appello di Catanzaro ha rigettato la richiesta.

L’ASSP è stata difesa dall’ avvocato Nicola Gaetano.

Secondo i Giudici «non vi è stata prova di avere eseguito le prestazioni di cui si pretendeva il pagamento».

E inoltre la Corte D'Appello ha condannato la casa di cura anche al rimborso di tutte le spese legali.

I partiti litigano per l’inutile rimpasto di Giunta e la prima rata Tari arriva già scaduta

Rende – Mentre i partiti litigano, i cittadini pagano il prezzo più alto: il caos assoluto politico-amministrativo. Anche quest’anno la Tari è arrivata già scaduta nelle case dei rendesi. Solo oggi ai cittadini è stata recapitata la tassa rifiuti e, come sempre, fuori tempo massimo.

La prima rata o quella unificata, si dovevano pagare entro il 15 ottobre 2015. Un mese fa, per l’appunto. E tantissimi sono coloro che ci hanno contattati perché temono di dover versare anche la mora. Oltre al danno, la beffa…

Come Movimento 5 Stelle continuiamo a notare l’inefficienza di questo esecutivo, tutto concentrato in un inutile rimpasto di giunta atto a soddisfare le esigenze dei partiti politici (Pd, Ncd, Fi e chi più ne ha più ne metta). Senza riuscire, però, a risolvere un solo problema concreto dei cittadini rendesi.

L’intempestività di questa amministrazione non riguarda solo l’invio della tassa rifiuti, ma anche la non risoluzione di quelle che sono le inefficienze legate alla gestione dei rifiuti in città, che più volte abbiamo contestato e per le quali abbiamo presentato una proposta di delibera “Rifiuti zero” ora all’attenzione di tutti i gruppi consiliari rappresentati nella III Commissione permanente, Ambiente e Territorio.

Chiediamo il porta a porta spinto su tutto il territorio comunale, una tariffa puntuale (chi meglio differenzia, meno paga), una seria e credibile campagna di sensibilizzazione, la diffusione del compostaggio domestico anche nei condomini, metodologia che contrasterebbe anche il fenomeno del randagismo in città.

Soluzioni plausibili e possibili ad una gestione milionaria, il servizio costa 9 milioni e mezzo di euro. Ad una gestione fallimentare che grava unicamente sulle tasche dei cittadini. Da quando Manna si è insediato la tassa ha visto un aumento del 135%, mentre dal 2012 oggi, il costo di gestione è aumentato di tre milioni di euro.

Tutto ciò, a fronte di un servizio scadente, è chiaramente inaccettabile.

Domenico Miceli

Capogruppo Movimento 5 Stelle al Comune di Rende

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