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Scandalo ASP. Vincenzo Caserta si dichiara innocente
Venerdì, 06 Gennaio 2017 19:50 Pubblicato in CatanzaroEcco cosa scrive l’ex dirigente generale del dipartimento Lavoro della regione Calabria.
“La durezza del provvedimento interdittivo che oggi mi ha travolto, assolutamente inaspettato, mi impone questo scritto pubblico, per un'avvertita esigenza di difesa che invece - nelle dovute sedi che dovrebbero essere di garanzia - è stata negata sia a me sia ai miei avvocati; non un documento d'accusa ci è stato offerto o messo a disposizione, nulla, solo un interrogatorio "al buio" (tanto da essere costretto al silenzio); eppure il carteggio è immane, centinaia e centinaia di carte per decine di fascicoli per una vicenda che ha avuto inizio non mesi, ma anni prima che io venissi chiamato a svolgere il ruolo di dirigente generale del Dipartimento Lavoro (incarico che ho mantenuto per nove mesi, dal giugno 2014 al febbraio 2015) e che si è conclusa due anni dopo la mia cessazione della carica.
Incarico, è doveroso precisarlo, che ho assunto in un momento molto difficile per il Dipartimento, abbandonato a se stesso, con un carico di lavoro consistente e senza alcuna collaborazione interna, tanto che dopo alcuni mesi (il 24 novembre 2014), nel rassegnare le mie dimissioni, ho chiesto alla nuova Giunta con atto formale - quale condizione per rimanere al mio posto - la rimozione di alcuni dirigenti e la rotazione dei funzionari del dipartimento per manifeste inadempienze (dirigenti e funzionari che, contrariamente a me, sono rimasti al loro posto).
Ho piena fiducia dei professionisti avvocati che mi sostengono e credo nella verità processuale perché si basa su atti e documenti, su indagini e riscontri, e confido nella Magistratura, anche se mi è difficile comprendere il perché di questa decisione, tanto violenta quanto sproporzionata e che per questo avverserò in ogni sede giudiziaria con i leciti mezzi che il codice di procedura penale mi fornisce.
La mia non è "cieca obiezione", non venga letta come scontata autodifesa; è esigenza di spiegazioni, necessità di comprendere come possa basarsi la misura interdittiva di 12 mesi che mi è stata comminata, e dunque l'allontanamento forzoso dal mio lavoro per un anno intero, sulle dichiarazioni di un coindagato, di un soggetto che - cosi per come emerge letteralmente dall'ordinanza oggi notificatami - ha prima reso dichiarazioni in un senso e poi, senza alcuna spiegazione (da lui fornita e nemmeno richiesta dalla Procura), in senso esattamente contrario, così riversando su di me l'intera gogna e responsabilità di fatti rispetto ai quali mi professo estraneo.
È questo che risulta davvero difficile accettare: non documenti, atti, provvedimenti da me adottati o qualsivoglia altra prova diretta, ma solo la testimonianza di chi «diversamente da quanto dichiarato in precedenza» (questa è la sua versione messa nero su bianco) all'improvviso getta fango su di me. Ottenendo, questo va detto, di rimanere saldamente al proprio posto, e forse si spiega allora il cambio di versione.
Andrò avanti, mi difenderò, la verità verrà fuori e ogni circostanza falsa brandita contro di me verrà perseguita nelle sedi opportune.
Per completezza evidenziamo che c’è una sorta di “pentito” in questa vicenda, che è Pasquale Capicotto da Pianopoli, funzionario regionale e già responsabile dei lavoratori lsu-lpu.
Sono le sue ricostruzioni dei fatti la base dalla quale partire per arrivare all’interdizione dai pubblici uffici.
Ma il giudice Greco ha scritto che “La ricostruzione dei fatti fornita delinea uno scenario di decadenza da fine impero nel quale si osserva la definitiva subordinazione di fondamentali gangli della pubblica amministrazione a interessi privati.
La degenerazione è tale che numerosi dirigenti apicali di uffici pubblici mostrano di adoperarsi al solo fine di dirottare risorse pubbliche in complessi – per non dire “perversi” – meccanismi volti a captare il consenso elettorale necessario ad alimentare le basi del potere gestito con disinvolta arroganza nell’ambito di organi istituzionali di diretta investitura democratica.
Le dichiarazioni di Capicotto provengono dal cuore di un sistema degenerato nel quale le istituzioni della Repubblica, disancorate dal perseguimento dei propri fini istituzionali operano al prioritario fine di assicurare la sopravvivenza di un sistema che pare del tutto inconsapevole di essere ormai prossimo alla catastrofe economica e finanziaria”.
Insieme con Vincenzo Caserta, 59 anni, nato a San Costantino Calabro (Vv), ma residente a Catanzaro, la interdizione è stata comminata anche a Gianfranco Scarpelli (cl. ’56), ex direttore generale dell’Asp di Cosenza nella foto a dx insieme con Gentile)e ad Antonio Perri (cl. ’54) di San Fili (Cs) direttore del distretto di Rogliano.
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Amministrazione Comunale Amantea: Elena Arone risponde per le rime
Venerdì, 06 Gennaio 2017 17:07 Pubblicato in CronacaDopo quelle di Sergio Tempo ecco anche la dura risposta di Elena Arone:
“E’ proprio INAUDITO: si prova sconcerto, amarezza, stupore nel leggere quanto ha scritto la sindaca di Amantea sul mio conto sulla stampa del 2 gennaio u.s. e si perviene alle seguenti conclusioni:
non ci si può manifestare il proprio dissenso democraticamente, non ci si può liberamente comunicare di non sentirsi più rappresentata nel gruppo di maggioranza di cui si fa parte, rassegnando le proprie dimissioni e passando nel costituendo gruppo di minoranza e si suscita il finimondo, si scatena una velenosa tempesta di insulti:
la sindaca mal sopporta l’accadimento, si ribella e pone in essere una vera e propria campagna denigratoria a mezzo della stampa locale nei confronti della sottoscritta: una acredine indicibile e prorompente traspare dalle sue parole ed inveisce anche sul piano prettamente personale nei confronti di chi è stata fino ad ora sua alleata di governo.
In un sistema democratico devono accettarsi le motivazioni che spingono un componente di una assembla a non seguire ulteriormente un indirizzo politico che pur fino ad una certa data lo ha sorretto. Ciò succede anche in seno ai partiti politici nazionali nel pieno rispetto delle regole democratiche.
Qui niente di tutto questo, anzi si riscontra il contrario nelle note pubblicate e così la sindaca conseguentemente si scaglia contro la sottoscritta che considera una ingiustificata dissenziente e non accetta il confronto democratico nella sede istituzionale naturale rappresentata dal Consiglio Comunale.
Ciò che è stato scritto e pubblicato nei confronti della sottoscritta si fonda su evidenti futili pretesti e non merita alcuna considerazione; è bene sottolineare, invece, che è stata la fondatezza delle mie perplessità a determinare la mia ferma volontà di discostarmi da una linea politica ormai deludente, non più accettabile, di cui ho esposto le ragioni nella seduta consiliare del 30 dicembre u.s..
Cara Sindaca non puoi parlare di rami secchi riferendoti ad un ex componente dell'amministrazione solo perché ha avuto il coraggio di dichiarare pubblicamente gli errori e gli orrori di questa amministrazione, anche perché se si osserva bene l'albero si può notare che è tutto secco!
Fa comodo dire che la sottoscritta fino a questo momento non ha prodotto niente, forse perché la verità è sempre scomoda da ammettere.
Forse cara Sindaca ti servivo solo a fare numero nei consigli comunali importanti, dove per capricci o minacce di alcuni consiglieri, dovevi garantirti il numero ed il voto.
Ah, dimenticavo che siete tutti uniti e compatti, pronti a lottare per un solo ed unico obiettivo, tenervi stretta la poltrona.
Per quanto riguarda i propri interessi, forse la nostra Sindaca confonde la sua posizione, passata e presente, con la mia.
Infatti come da lei stessa dichiarato nella scorsa seduta consiliare, quando era presidente del consiglio, percepiva illegittimamente una parte dell'indennità degli assessori oltre la sua.
Ed infine Sindaca Non puoi permetterti di nominare la Famiglia, non puoi permetterti di entrare nella sfera personale e ancor di più nelle difficoltà economiche che si affrontano giorno dopo giorno, così dicendo non ferisci solo me, ma tutti i cittadini in difficoltà e tutte le mamme che hanno dato priorità ai loro figli.
Sindaca, scendi dal tuo piedistallo, esci dal tuo mondo incantato dove la situazione di Amantea e di Campora San Giovanni presto migliorerà, perché sono due anni e mezzo che i cittadini aspettano e sperano ma sinceramente la situazione sembra a dir poco drammatica e catastrofica.
Per concludere mi collego all'ultima frase del vostro comunicato stampa "Questo è ciò che con forza e coraggio facciamo", vi dico che il coraggio, la determinazione e la volontà sono le vele da issare per iniziare un nuovo cammino, tracciato dalle nostre decisioni, e sinceramente le vele di questa barca sono ancora abbassate perché la volontà, la determinazione ed il Coraggio non hanno mai fatto parte di questa amministrazione.
Elena Arone
Amantea lì 06-01-2017
Questo il nuovo campo di calcetto di Campora San Giovanni
Venerdì, 06 Gennaio 2017 16:32 Pubblicato in Campora San GiovanniNe parlano l’assessore al bilancio Gianluca Cannata ed il delegato all’urbanistica Adelmo Mannarino.
Accompagna la nota stampa uno strano silenzio dell’assessore ai lavori pubblici Giovanni Battista Morelli e dell’ assessore allo sport ed alle infrastrut ture sportive Emma Pati,
come se non avessero competenze su Campora SG come se fosse o stesse per diventare una enclave.
Campora San Giovanni avrà un nuovo campo di calcetto, creato( per intervento divino?) appositamente non solo per rispondere alle esigenze della collettività, ma anche per garantire quella giusta miscela di aggregazione e condivisione: elementi imprescindibili in una comunità moderna, attenta alla salute e alla forma fisica.
«Nei giorni scorsi – spiegano all’unisono l’assessore al bilancio Gianluca Cannata ed il delegato all’urbanistica Adelmo Mannarino – abbiamo portato a compimento l’iter procedurale per l’ottenimento di un mutuo da parte del Credito sportivo che consentirà di trasformare in realtà uno dei progetti presentati agli elettori alla vigilia della competizione per il rinnovo del consiglio comunale.
L’intera opera costerà complessivamente 325 mila euro e permetterà alle associazioni sportive di poter programmare corsi ed attività nel lungo termine, favorendo il benessere e la cultura dello sport».
«Siamo consapevoli – proseguono i due esponenti dell’esecutivo guidato dal sindaco Monica Sabatino – della centralità di Campora San Giovanni e dei residenti della frazione nell’ambito del processo di sviluppo armonico del territorio.
Amantea è una realtà complessa che necessita di tutte le sue componenti per poter affrontare le sfide che, dal punto di vista amministrativo e gestionale, si presenteranno nel prossimo futuro. Siamo concentrati su questo.
La costruzione del campo di calcetto programmata in via Mauri, in un’area che continua ad ampliarsi dal punto di vista demografico supporterà la crescita complessiva del quartiere, valorizzando ulteriormente un’area urbanisticamente già di per sé interessante».
«Procediamo dunque nel nostro lavoro – concludono Cannata e Mannarino – a testa alta. Raccogliendo le istanze della popolazione, coniugando le stesse con le esigenze di bilancio. Le cose da fare sono tante e non ci tireremo indietro, assumendoci tutte le responsabilità che derivano dall’amministrare la cosa pubblica volgendo lo sguardo al solo interesse collettivo».
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