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Ma per esserci reato quanti rolex devono essere regalati?
Martedì, 23 Maggio 2017 10:26 Pubblicato in ItaliaIo mi sono dimessa per un rolex ma ci sono ministri che ne hanno avuto TRE!
Non manca di coraggio la sottosegretaria alfaniana alle infrastrutture Simona Vicari.
La sottosegretaria è indagata per concorso in corruzione per essersi interessata per far passare una legge vantaggiosa per un armatore che ha così risparmiato ben 7 milioni di Iva.
Ora Lei dichiara che “ per lei è normale ricevere a Natale un Rolex da 5.800 euro”.
Poi dice «Ecco non le pare che sia un po' poco?».
Inoltre aggiunge «Non ho agito nell'interesse di una persona, ma di una categoria».
Infine lancia un forte messaggio : «Ci sono ministri che hanno preso non uno ma tre Rolex e sono ancora in carica».
Giulio Marcon di Sinistra Italiana chiede «Chi sono i tre?»
Il ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti estraneo all'inchiesta Mare Mostrum si dice sdegnato
Sospettiamo che non si sapranno i nomi dei tre ministri chiamati in causa dalla Vicari ma forse è possibile che tutto finisca in una bolla di sapone perché un solo rolex non è reato?
Forse nemmeno due e forse nemmeno tre.
Ma per esserci reato quanti rolex devono essere regalati?
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Callipo si nasconde dietro a Gratteri!!!!!
Martedì, 23 Maggio 2017 10:06 Pubblicato in Vibo ValentiaGianluca Callipo sindaco di Pizzo è uno dei volti più puliti della Partito democratico calabrese.
Nella primavera del 2014 tra i sostenitori di Gianluca Callipo c’era Leonardo Sacco,
il governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto e figura centrale, insieme al don Edoardo Scordio, della maxi inchiesta sugli intrecci tra la ‘ndrangheta e il business dei migranti.
Probabilmente allora l’imprenditore napitino con la passione per la politica non poteva sapere chi fosse realmente Leonardo Sacco, dipinto dai magistrati antimafia come il “volto pulito” della potente cosca degli Arena di Isola Capo Rizzuto.
Dall’intercettazione presente all’interno di un’informativa del Ros emerge che Callipo tre anni fa si era rivolto proprio a Leonardo Sacco per chiedere un sostegno in occasione delle primarie. E diceva a Sacco al telefono “Per ringraziarti di persona di tutto ciò che hai fatto… lo so che hai fatto grandi movimenti lì… e per ribadirti la mia piena disponibilità per ogni cosa”
Sacco si rivolge a Francesco Tipaldi, il direttore del Cara di Crotone e ordina: “Contatta tutti quelli della Misericordia, falli andare a votare per Callipo”.
Dopo il voto, il presidente della Misericordia passa all’incasso e chiede contatti per tutelare il business dei migranti.
“Gianlu’, tengo la sfilata dei parlamentari del Pd nel centro, tutti che vengono per chiuderlo…Nico Stumpo, Enza Bossio, hai capito?”
“Mi devi dire tu con chi è meglio. O con lui direttamente (Renzi) o con Luca Lotti, con Guerini… Ok mò ci lavoro io, questa è una cosa che facciamo con piacere”
Ora Callipo dice:
“Una non-notizia una post verità che rischia di danneggiare soprattutto la libertà di scelta dei cittadini che tra qualche settimana saranno chiamati alle urne. Ecco perché invito tutte le persone in buona fede a tenere gli occhi aperti, senza farsi abbindolare da chi ora sta bassamente strumentalizzando queste “indiscrezioni” che non hanno nulla di rilevante, né da un punto di vista giudiziario né da un punto di vista etico. Purtroppo, come spesso accade in Italia, queste cose succedono stranamente nell’imminenza di un appuntamento elettorale. Ho conosciuto Sacco tre anni fa – continua Callipo – nell’ambito della campagna per le primarie che mi ha portato a girare la Calabria in lungo e in largo, incontrando migliaia di persone.
A quell’epoca Sacco, insieme a don Edoardo Scordio, godeva della stima e della considerazione di tutti, dai prefetti ai sindaci, dalle massime cariche dello Stato alle più alte gerarchie ecclesiastiche. Basta fare una veloce ricerca in Internet per trovare alcune sue foto con i massimi leader politici nazionali e, addirittura, con il Papa. Questo ovviamente non vuol dire che tutti quelli che ha incontrato e con i quali abbia parlato siano collusi con la ‘ndrangheta. Per quanto mi riguarda la mia storia politica e umana è cristallina, perché ho sempre assunto posizioni di inequivocabile rigetto delle logiche mafiose. Lo dimostra il fatto che proprio in quella campagna elettorale per la scelta del candidato a presidente della Regione dissi pubblicamente che non volevamo i voti della ‘ndrangheta, facendo storcere il naso a più di qualche persona in Calabria.
Oggi, a distanza di 3 anni, alcuni organi di stampa riportano il contenuto di atti investigativi dai quali non emerge alcun profilo di responsabilità da parte mia. È emblematico che lo stesso magistrato che oggi coordina l’inchiesta che riguarda Sacco e Scordio, il dott. Nicola Gratteri, in un suo libro del 2013 parlava del sacerdote come di un esempio di lotta alla criminalità organizzata: “Noto per le sue coraggiose omelie ai funerali di alcuni mafiosi della zona – scriveva Gratteri -, è un prete che riesce ad attrarre intorno a sé moltissimi giovani, con i quali fonda importanti movimenti di volontariato”.
Insomma, se un massimo esperto di ‘ndrangheta qual è Gratteri allora non aveva dubbi sulla liceità e sul valore civico delle attività condotte attraverso la Confraternita di Isola Capo Rizzuto, non si capisce come avrei potuto averli io, senza considerare che al netto di ogni considerazione, né la struttura né i loro gestori hanno mai ottenuto alcun vantaggio o favore da me. Punto.
Si può speculare quanto si vuole su questi fatti, magari cercando di fantasticare su banali espressioni colloquiali e di cortesia usate al telefono come può capitare a tutti, ma la realtà è che non ho niente a che fare con questa storia. Chi cerca di insinuare dubbi lo fa per mero calcolo politico, mortificando non soltanto il confronto democratico rappresentato dalle prossime elezioni, ma anche la propria dignità di uomo e di cittadino”
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Le “importanti chiarificazioni” di Liscotti sulla esclusione dalla gita scolastica.
Lunedì, 22 Maggio 2017 21:00 Pubblicato in PoliticaRiceviamo e pubblichiamo:
“IMPORTANTI CHIARIFICAZIONI - ESCLUSIONE DALLA GITA SCOLASTICA
Facendo seguito al precedente articolo ed essendo rimasto personalmente “in sospeso” su degli appunti personali, mi ero riservato di effettuare un’ulteriore ricerca/approfondimento sull’argomento e, con l’aiuto del Web mi sono imbattuto in un articolo ritenuto personalmente esplicativo, pubblicato dalla Ledha (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) , dal quale si desumono i diritti degli studenti disabili che partecipano alle gite d’istruzione nonchè le responsabilità della scuola, che riporto in toto al fine di evitare interpretazioni errate e far riflettere ed aggiungo: “spesso …chi non vive anche in famiglia un disaggio, probabilmente non sa di che cosa parliamo”.
“..……La scuola, lo diciamo sempre, è un momento importante nel quale gettare le basi dell’integrazione. Partecipare alla vita di classe senza esserne separati, abituarsi a condividere attività ludiche e formative con i compagni con disabilità , è il modo più naturale di crescere con la consapevolezza che la diversità fa parte della vita. Fanno parte di questi momenti anche le gite scolastiche , piccoli eventi che nel vissuto della classe danno la possibilità di rafforzarne l’unione, con la condivisione di esperienze al di fuori dell’aula scolastica.
Considerato ciò, va detto che talvolta succede che proprio le gite scolastiche siano gravate di problemi di gestione pratica dell’alunno disabile, tali da impedirgli di prendere parte a questo importante momento formativo , con il giusto disappunto di genitori che, talvolta, pur di non far perdere al figlio l’esperienza, si attivano per colmare le carenze della scuola. Ma quali sono i diritti degli studenti con disabilità , quanto alle gite scolastiche? Cosa deve garantire la scuola in merito a questo importante momento relazionale dell’alunno e di tutta la classe? E’ necessario che lo studente siaaccompagnato da un famigliare? L’eventuale costo aggiuntivo per il suo trasportoè a carico dell’intera classe?
Su questo torna utile un approfondimento del servizio legale dellaLedha- Lega per i diritti delle persone con disabilità -, che proprio su questo mette in chiaro alcuni elementi. In primis l’appello all' art. 3 della Costituzione Italiana e del principio di integrazione scolastica, ribadendo il diritto degli alunni con disabilità a partecipare a viaggi di istruzione e visite guidate, esattamente come tutti gli altri compagni, sulla base del principio di uguaglianza.
Come fare, quindi, a garantire parità di diritti a tutti gli studenti, anche nel corso della gita scolastica? Innanzitutto partendo da una organizzazione che tenga conto delle esigenze e delle difficoltà dell’alunno con disabilità . Ricordiamo infatti che è la singola scuola a decidere circa le gite d’istruzione, quindi sarà necessaria una seria valutazione circa il luogo da visitare , ma anche il trasporto da utilizzarsi, il programma di visite e l’ accessibilità di spazi e servizi relativi. E’ quindi a capo dell’istituzione scolastica la messa in atto di tutti gli accorgimenti necessari (c.d. accomodamenti ragionevoli ) a far sì che l’alunno con handicap possa partecipare al viaggio d’istruzione. Se così non fosse, si entrerebbe in contrasto con l’articolo 2 della Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili, configurandosi come discriminazione.
Partendo quindi dall’organizzazione del viaggio, chiariamo subito che, come ricordato dal testo di Ledha, la scuola non può in alcun caso subordinare il diritto di partecipazione di un alunno con disabilità alla presenza di un suo familiare che lo accompagni . Questo significa che la scuola non può pretendere che ci sia un familiare ad accompagnare l’alunno. Può essere un familiare, ma non è obbligatorio . Spetta infatti agli organi collegiali della scuola designare un accompagnatore qualificato che può essere un qualunque membro della comunità scolastica (docenti, personale ausiliario, o familiari) .
Come ricorda la nostra esperta scuola, inoltre, nel caso dei disabili è necessario che tra gli accompagnatori ci sia il docente di sostegno e, qualora previsto, l'assistente all'autonomia. Quest'ultimo deve essere pagato dall'ente locale dal quale dipende anche se, di solito, la quota non è dovuta perché gli organizzatori prevedono alcune gratuità .
E’ sempre la scuola, poi, che in fase di organizzazione del viaggio, per la definizione dei costi, deve comunicare all’agenzia viaggi la presenza di alunni disabili e relative loro necessità (ivi compresa la presenza di un accompagnatore). La spesa di viaggio relativa alla presenza di un accompagnatore va attribuita a tutta la classe , e non alla singola famiglia con alunno disabile: se così non fosse si tratterebbe di discriminazione…….”.
Amantea 22.05.2017 Cav. Giovanni LISCOTTI
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