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Redazione TirrenoNews

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Oggi il mare era calmo e limpido. Una tavola blu.

 

Un gruppo di giovani bagnanti cosentini ne ha approfittato per una giornata al mare sulle spiagge amanteane.

Fittano un pedalò e fanno un giro sul mare, senza allontanarsi troppo dalla spiaggia.

Ad un certo punto uno dei ragazzi comincia a lamentarsi: “ Mi sento male, mi sento male. Per favore scendetemi a terra”

I ragazzi puntano a riva ed il ragazzo scende e si getta letteralmente sull’asciugamano a faccia in giù.

Ma sta male e si vede.

 

Gli astanti si accorgono che non riesce nemmeno a parlare.

Sembra che abbia bevuto una bevanda fredda.

Forse ha una congestione, tipica di chi assume una bevanda troppo fredda o si getta in acqua troppo fredda.

La preoccupazione diventa paura quando il ragazzo pur sollecitato a dire come si senta, non riesce nemmeno a parlare.

Qualcuno chiama il 118 e la guardia medica.

I soccorsi sono immediati.

Proprio pochissimi minuti.

Un pronto soccorso ospedaliero non avrebbe avuto questa prontezza.

Ambedue giungono sul lungomare.

Il dottore della guardia medica riesce con alcune manovre e far vomitare il giovane quindicenne cosentino.

Subuto dopo ricomincia a parlare.

Poi il giovane viene posto nell’autoambulanza.

 

Intorno i suoi amici sono fortemente preoccupati.

Parlano tutti, a raffica, scaramanticamente , quasi a vincere i timori e le paure.

Poi la buona notizia . Il ragazzo sta meglio. Non c’è bisogno di portarlo in ospedale.

Il giovane, un po’ pallido, invero, esce dall’autoambulanza e si fa dare il cellulare da un suo amico.

Il medico del 118 ha anche l’accortezza di telefonare alla mamma del giovane cosentino per dire quanto successo ed anche per tranquillizzarla. Straordinario.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma è difficile non ringraziare questi operatori sanitari per la loro prontezza, la loro bravura, la loro efficienza, la loro sensibilità.

Ai più creduloni è facile credere che da una cicca di sigarette può svilupparsi un incendio lungo i bordi di una strada.

 

Ma non è possibile certamente credere che una zona scarsamente abitata come quella di Chiaie sud-est sia diventata un luogo di passeggio per fumatori.

A meno che non si tratti di fumatori come quelli che talvolta vanno nella villa comunale per farsi, non visti, gli spinelli.

E, comunque, resta sempre difficile credere che con quello che costa “il fumo”si butti via la cicca non tirata fino all’ultimo!

Per questo non resta che sospettare che il grossissimo incendio scoppiato nel fiume di Catocastro sia stato attinto da piromani o da imbecilli che per bruciare l’erba che infesta le colline amanteane le hanno gravemente incendiato.

 

E così stamattina 25 giugno due grossi canadair dei vigili del Fuoco hanno lavorato per mezza mattinata per avere ragione di un incendio che poteva attingere alle case della vicina e popolosa frazione di Chaie.

I due aerei antincendio hanno sorvolato a bassissima quota la città di Amantea portando l’acqua del mare sulla collina di Chiaie, guidati da un vigile del fuoco appostato su un cocuzzolo della strada provinciale per Lago.

 

Da terra proprio sulla collina anche uomini a terra per concorrere allo spegnimento.

Poi finalmente verso le 13.00 gli uomini del soccorso antincendio hanno avuto ragione di questo brutto incendio.

Non dispiacerebbe che venisse svolta una accurata indagine su punto di innesco dell’incendio.

I carabinieri di Pizzo, in collaborazione con i colleghi del Nucleo ispettorato del lavoro di Vibo Valentia, del Nas (Nucleo Anti-sofisticazione) di Catanzaro, del Nucleo Ambiente della sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Vibo Valentia e del Comando Stazione Forestale Carabinieri di Vibo Valentia,hanno fatto un colpo grosso.

Sono andati a controllare gli impianti di depurazione delle strutture ricettive dei comuni costieri,ed hanno trovato gravi irregolarità in un noto ristorante

In particolare hanno riscontrato la presenza di 22 lavoratori non regolarmente occupati su 27

Poi hanno trovato gravi carenze igienico-sanitarie nelle cucine.

Infine hanno accertato lo scarico abusivo di acque reflue domiciliari ed industriali sul suolo.

Sul nome del locale i carabinieri mantengono al momento il più stretto riserbo per non compromettere l'esito delle indagini tuttora in corso.

Ma il ristorante è stato chiuso.

Così che basta farsi un giro per capire quale è il ristorante in questione

A seguito degli accertamenti sono state elevate contravvenzioni amministrative per un importo totale di 131.000 euro.

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